"Yo".
Disse, un ragazzino normale, altezza normale, musculatura normale, vestiti normali.. tutto comune, quasi banale.
Il contrario del nostro bambino tanto rinchiuso in quella gabbia per leoni. Come se potesse fare del male. Pffff, persone, ma che pensate? Come potrebbe mai far del male se è un scricciolo? I pensieri delle persone sono così indecifrabili..
"Io ti conosco", aggiunse al quel saluto poco aggraziato. Ma forse non era manco il suo intento risultare educato, più che altro voleva farsi notare. E ci era riuscito.
"E come?" Rispose, quel piccolo essere insanguinato dalla punta dei capelli alle unghie dei piedi (se vi fa schifo il pensiero, guardatevi i piedi, tanto le avete anche voi.).
"Parlano tutti di te, ma volevo conoscerti di persona.. sei più bello di quanto pensassi".Arrossì di colpo e balbettò qualche parola incapibile, anche leggendo il labiale.
Poi si rese conto di essere conosciuto per colpa delle bocche peccatrici che raccontavano solo il peggio degli altri, senza mai guardarsi dentro.
Chissà cosa si trova dentro lo stomaco di quelle persone.. se non idiozia ed avidità. Ed anche degli insetti morti. Pensiero mio."Che hai sentito.." chiese, afflitto e già perso nei suoi pensieri.
"Che ti chiami..." si soffermò a ricordare uno dei tanti nomi con cui lo chiamavano "Sune?".
Annuì il ragazzo nominato e si strinse le ginocchia pallide e scoperte al petto.
"E che hai... 15 anni?"
"Si. Ti hanno Detto altro? Forse qualcosa di più specifico?"
"Beh, che sei gay. Ma non mi pare tanto rilevante da riferirti, tanto lo sai già che lo sei.. ed i nomignoli che ti danno non sono di certo i migliori, quasi ti fanno pentire di aver mostrato un pezzettino minuscolo del tuo cuore, vero?"Il ragazzo in piedi colpì con una freccia affilata il cuore di Sune, facendogli perdere un battito. Come poteva essere così perspicace, manco lo conosceva.
Nella sua mente vagava anche l'idea che fosse tutto un sogno, che il suo desiderio di avere un amico l'avesse portato ad avere le visioni.
"Che patetico' pensò.
E ricevette un calcio in piena schiena.
"MA CHE?"
"continuavi ad avere quella faccia da bambino colpevole, smettila. Sono vero, coglione".Insinuando anche solo questo, aveva scatenato una guerra nel cervello del bambino. Era arrabbiato e si alzò velocemente, quasi volesse prenderlo a pugni. Si avvicinò violentemente, stringendo le nocche. Non aveva però notato il bel faccino che si ritrovava davanti.
Non ci aveva fatto caso, abituato a tenere gli occhi bassi per paura di essere scoperto.
"Cosa c'è? Non mi stavi per picchiare?" Rise e lo spinse a terra. Non gli fece male, non era il suo desiderio.
Anzi, era lì per proteggere un suo compagno di vita.
Anche lui non era considerato normale da nessuno ed ora che si erano dimenticati della sua esistenza, voleva farsi valere.Ma prima.. aveva un compito da svolgere: non far più piangere quel piccolo bambino.
Era facile, si accorse successivamente. La sua sola presenza non lo faceva intristire.
Aveva trovato il suo primo amico che lo capiva in tutto, lasciarlo andare.. perché avrebbe dovuto?
Neanche il più pazzo lo farebbe.Lui si era pazzo, ma non così tanto da buttare l'occasione di vedere un vero sorriso nel suo stesso viso, di sentire quel grande calore che proveniva dalla fiamma della speranza nel suo cuore.
"Comunque, sono Östen"
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Il ragazzo di campagna
Short StorySune, un ragazzino svedese, ama scrivere fin da bambino ma anche leggere ai suoi fratelli. Ma, appena cresce, si ritrova un problema più grande di lui: la sua omosessualità. Normalmente, non ci sarebbe niente di male, sopratutto in Svezia. Ma, nel p...