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Pov Arianna

Quando piove la gente cammina con le spalle alte e strette, sembrano tutti senza collo,  e quasi mi fa ridere… Si cammina lungo i muri e sotto i portici. La pioggia è bella o brutta a seconda del posto in cui sei a prenderla… È brutta se sei in città, con le scarpe nuove o peggio ancora proprio distrutte, se non hai l’ombrello o ce l’hai rotto, se aspetti l’autobus, se hai appena fatto la piega o lavato l’auto… se ti schizzano le ruote delle macchine che sfrecciano sulle pozzanghere...
È brutta la pioggia se hai un ombrello in due e uno dei due si bagna sempre un po’… È brutta se ti cade il gocciolone delle grondaie lerce nel collo o sulla giacchetta, se rende la neve una specie di orrenda melma, se bagna i cani, se non smette da giorni…

La pioggia è invece stupenda se è un temporale estivo ai carabi, se bagna i fiori la sera e rinfresca l’aria… se leva di torno le zanzare, l’afa e i pollini per chi è allergico… La pioggia è stupenda se cade fuori mentre dentro si è in compagnia con una persona amata o si legge un libro stupendo…
Diciamo che in questo momento la pioggia è piacevole. Sono al mio lavoretto part time al bar "Dolci abbracci". I posti a sedere sono quasi tutti occupati, forse perché le persone devono ripararsi dalla pioggia. Ci sono dei signori sui trent'anni che bevono la loro cioccolata calda per riscaldarsi mentre, con i loro visi pallidi per il freddo, ridevono e scherzavano su fatti successi durante la mattinata con le mogli. Due ragazzi si fanno coraggio, uscendo dal bar correndo. Mi scappa una risata... di certo se corrono non scapperanno dalla pioggia. 

Assorta dai miei pensieri guardo la macchina della cioccolata, in una giornata fredda come quella, ci voleva proprio una di quelle dense bevande.
La campanella posta sopra la porta in vetro suonò ed attirò la mia attenzione. Una ragazza incappucciata entrò nel bar. La sua felpa che doveva essere grigia chiara, stava diventando scura per l'acqua assorbita. I capelli che scivolavano al di sotto del cappuccio erano fradici, raggruppati in ciocche spesse e scure.
"U-un thè caldo... " sussurrò la ragazza.
Sistemai la mia divisa e preparai il thè richiesto.
Lo diedi alla ragazza e poggiai sul piattino sotto la tazza tre zollette di zucchero e un cucchiaino.
"P-potrei avere dello zucchero di canna?" domandò poi la ragazza. Non aveva ancora alzato lo sguardo, e non riuscivo a vederla in viso.
"Certo" risposi sorridendo, anche se sapevo che non avrebbe visto il mio lieve sorriso.
Presi le zollette dal piattino e le cambiai con quelle di zucchero di canna.
"Grazie mille" disse lei afferrando la tazza.
"Di nulla, è il mio lavoro"

Iniziò a bere tranquillamente e con uno scatto leggero allontanò la tazza dalla bocca... si era scottata. Lei iniziò a ridere leggermente. "Sono così sbadata" sussurrò.
Io in mia risposta poggiai sul suo piattino dei biscotti da thè che erano arrivati quella stessa mattina.
La ragazza alzò lo sguardo e mi ringraziò.
"Arianna... non sapevo che tu lavorassi qui." sorpresa la guardai per capire chi fosse.
"Sono Aurora, quella della D." disse sorseggiando il thè.
Non l'avevo riconosciuta. Lei era solita truccarsi e a quanto pareva, la pioggia le aveva tolto buona parte del trucco. 

"Oh, è un lavoro part time. Ho iniziato un mesetto fa. Non sei con Lucas oggi?" domandavo questo perché era sempre con lui. Stavano insieme dalla seconda ed erano la coppia perfetta a detta di tutti.
"No, ha preferito continuare ad andare in giro con gli altri. Io odio la pioggia, e sono entrata qui per ripararmi e bere qualcosa di caldo." mi rispose.
Dei signori che stavano ridendo fino a qualche minuto prima, si avvicinarono al bancone.
"Bambolina, ecco a te. E c'è anche la mancia per aver quella bella divisa" Se ne andarono mettendo i soldi sulla cassa.
Sospirai. Non era la prima volta che venivano fatti dei commenti sulla divisa.
"Sembravano dei pedofili. Ma anche la divisa non scherza. Non è un po' troppo corta?" chiese Aurora ridendo.
"Ho chiesto svariate volte di cambiare divisa, ma per il mio capo l'idea del vestito corto attira i clienti." risposi mettendo via la tazza che mi diede Aurora.
"Che schifo di capo" disse lei "tu quando finisci?"
"Tra mezz'ora" dissi guardando l'orologio.
"Allora ti aspetto qui, prima che qualche depravato ti salti addosso in men che non si dica."
Soonei obbligata, me la cavo"
"Io non ho problemi."

***


Avevamo parlato per tutto il tempo. I clienti nel frattempo erano andati via, e dovevo solo pulire ed andarmene.
Con mia grande sorpresa Aurora scavalcò il bancone ed arrivò da me.
"Ti aiuto, così ce ne andiamo in fretta" disse iniziando a lavare delle tazzine da caffè.
Cercai di farle cambiare idea, ma non ci riuscii.

Dopo aver finito di mettere a posto anche le sedie, girai il cartello dalla parte con la scritta 'CHIUSO' ed uscimmo.
"Hai finito il tuo turno" annunciò Aurora con tono scherzoso.
"A quanto pare sì" dissi io sorridendo.
Era già buio nonostante fossero le 19.30, ma era comprensibile, dato che eravamo in Inverno. La pioggia se n'era andata, e aveva lasciato il suo classico odore di asfalto bagnato.
"Adoro questo odore... a te piace?" mi chiese lei.
Io annuii. Lo amavo alla follia.
"Come mai ti trucchi così tanto anche se sei così bella?" domandai.
Lei si fermò.
"Io non sono bella" disse ridendo "Lucas non dice mai che lo sono"
"Se non lo dice, non vuol dire che tu non lo sia" risposi "Avrai attratto quel lottatore di kickboxing in qualche modo"
"Ma a lui non importa di me... mi porta in giro e alle feste si vanta di fare l'amore con me. Ma non è amore quello. È come se per lui fossi un pezzo di carne da farsi e basta."
Rimasi a dir poco scioccata. Sapevo che Lucas non era tanto un tipo romantico, ma non pensavo che fosse scemo fino a tal punto.
"E io che pensavo che ti trattasse come una reginetta. Insomma, tu sei Aurora Danza e lui Lucas Ferrari. Secondo tutti siete la coppia perfetta."
"Per me avere un partner perfetto sarebbe avere una persona che mi apprezzi per come sono. Semplice e anche timida. Io sono cambiata per lui" disse con voce bassa.
"Wow, sono delle belle parole. Come le tue lentiggini, le adoro"
"Ah sì? Io le odio, sono delle imperfezioni."
"Secondo me sono delle imperfezioni, che rendono un viso perfetto. E su di te hanno fatto un buon lavoro" affermai sorridendo.
"Grazie, sei davvero dolce. Quasi mi pento di non aver parlato tanto con te in questi anni."
"Abbiamo molto tempo per conoscerci al meglio. Non sono una ragazza popolare come te, quindi non so se i tuoi amici mi faranno stare con te, ma fa niente. Io sto al bar, e mi trovi lì."

Avevamo parlato per un bel po' ed eravamo arrivate a casa di Aurora. Lei mi abbracciò e un calore che conoscevo molto bene mi attraversò il corpo. La salutai mentre entrava in casa e andai verso il mio quartiere. Avevamo le abitazioni vicine ma neanche lo sapevamo.
Ripensai al calore che avevo sentito... Non poteva essere. Mi ero innamorata di lei. Di nuovo.
Già dalla seconda, quando la vedevo, sentivo le mie guance andare a fuoco. Eravamo solo noi due, tutto il resto era sfocato e silenzioso. Le farfalle nello stomaco erano così fastidiose che mi sembrava di avere un vero e proprio ramo pieno di crisalidi pronte ad aprirsi.
Avevo cercato in tutti i modi di dimenticarmi questo sentimento per Aurora, perché stava con Lucas. Infatti mi ero rassegnata, ma vederla così fragile, ed avere parlato per così tanto tempo con lei, mi sembrava un sogno...

...un sogno da cui non dovevo assolutamente svegliarmi... 

Tu mi togli il fiatoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora