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Pov's Aurora
"È una bella stanza" dissi.
Era abbastanza grande, e da quello che potevo vedere, le pareti erano azzurre. Un azzurro molto chiaro e tenue, con delle nuvolette in tempera.
"Le hai fatte tu le pareti?"chiesi
"Se intendi colorate, si. Me la cavo in arte. È una passione che non divulgo molto." Rispose. Aveva come una luce negli occhi.
Vidi poi una bandiera della comunità lgbtq+. La osservai per un po'.
"I tuoi te la fanno tenere tranquillamente?"
"Sì certo. Loro sono dell'idea che devo sentirmi libera di essere quello che sono." La scintilla che poco prima avevo intravisto, la rese ai miei occhi una specie di dea.
"Puoi poggiare le tue cose sul letto, poi in serata le sistemiamo al meglio"
Tornammo in sala, e vidi che la tavola era già preparata con cibo e acqua.
Mi sedetti tra Arianna e un ragazzo che apparentemente era suo fratello.
"Piacere Samuele." si presentò
"Io sono Aurora, piacere mio."
"Allora Aurora, sei fidanzata?"
Stavo per rispondere ma Arianna intervenne.
"Mamma, non credi sia imbarazzante domandare questo alla nostra ospite?"
"Non può essere imbarazzante se Aurora è la tua ragazza" Disse Samuele.
Per poco non mi strozzai.
Ci fu un lungo periodo di silenzio, in cui io ed Arianna ci scambiavano sguardi divertiti.
"Potevi dircelo prima tesoro" disse il padre di Arianna
"Ma papà, noi non stiamo insieme" rispose lei.
"No, non stiamo insieme" confermai
"Siamo amiche strette. E diciamo che questa amicizia si è formata in poco tempo."
Finimmo di mangiare tra chiacchiere e risate, e dopo di che io ed Arianna andammo in camera sua.
"Ho bisogno di parlarti" dissi tono serio.
"Certo dimmi" si sedette sul letto e mi fece segno di mettermi vicino a lei.
"Come fai ad affrontare tutto questo?" Chiesi
"Come faccio ad affrontare cosa?"
"Beh. A scuola, in tanti parlano del tuo orientamento, e non molti ti trattano bene."
"Questo lo so. Ma non è un grande problema. O affronto la persona, o lascio scivolare il tutto."
La guardai. Era davvero incredibile, come sempre.

                                ***
"Noi andiamo, ci vediamo domani" i genitori di Arianna se ne stavano andando. La sorella della madre si era sentita male ed era andata in ospedale, e loro volevano farle compagnia. Samuele voleva restate in casa, ed infatti era in salone a guardare la televisione.
Quando io ed Arianna andammo in salone, Samuele ci accolse con uno strano sguardo.
"Ecco le belle ragazze. Venite qui che ci divertiamo." Aveva palesemente bevuto.
"Sam, devi smetterla di bere." Lo rimproverò la sorella.
Lui, appena Arianna si avvicinò al divano, la tirò a sé.
Lei riuscì a liberarsi dalla presa, e mentre i cercavo di togliere la bottiglia di vodka al lime dalle sue mani, mi cadde l'alcolico e sulla maglia. Il bianco del tessuto bagnato, divenne trasparente opaco, e Samuele si morse il labbro alla vista del mio intimo nero.
"Aurora sali in camera, arrivo subito." Disse con voce tremante Arianna, mentre cercava di portare Samuele a vomitare.
Arrivata in camera decisi di andare nel bagno interno ad essa. Tolsi la maglietta e cambiai il reggiseno.
Non feci in tempo a cambiare la maglietta che mi trovai Arianna davanti.
Lei abbassò lo sguardo.
Presi la maglia e la misi contro il seno.
"Puoi guardare tranquilla" dissi divertita
Lei mi guardo dritta negli occhi, e mi baciò...
Un bacio intendo e lento. Sembrava che stesse aspettando il momento giusto da tanto tempo.
Mi sfiorò la guancia con il suo tocco delicato, e con l'altra mano mi circondò il fianco destro.
Sentivo il suo cuore battere velocemente e i suoi respiri affannati, farai strada per il mio corpo.
I brividi mi avevano come prigioniera, e sentivo la sua pelle vellutata farsi strada tra le mie cosce.
La mia maglia cadde, lasciando tra di noi solo il sottile velo della passione. Mi trovai spalle al muro, completamente assorta nei pensieri. Cosa avrebbe fatto? Avrebbe continuato?
Volevo solo questo. Sì staccò dalle mie labbra, e con sguardo desideroso la pregai di non smettere.
"Non lasciarmi così sospesa"
Arianna mi accarezzò i capelli.
Il freddo muro che sentivo contro la mia pelle, non poteva competere con il fuoco che Arianna aveva acceso in me. Il bacio ricominciò, e il sapore delle sue labbra ormai faceva parte di me.
Mi prese per il fianchi e mi sollevò di qualche centimetro da terra, facendomi appoggiare al suo petto.
Mi ritrovai sul suo letto. Scostai le cose che avevo poggiato su di esso al mio arrivo, e mi ritrovai con Arianna a calcioni sopra di me.
Sì tolse la maglietta, sfoggiando il suo intimo bianco, mi disse di togliere il mio reggiseno nero. Indietreggiò e mi diede la mano. Una scia che partiva dal mio collo, finì all'ombelico. Il suo fiato caldo, le sue mani delicate.
Mi sfilò i jeans, e con i denti fece scivolare via la parte sotto dell'intimo nero.
"Aspetta..." Dissi con voce bassa. Stavo tramando.
"Non farmi male, ti prego" continuai.
Lei mi sorrise.
"Non ti farei mai del male" fu così. Non avevo mai provato una cosa del genere. Continuavo a gemere, a tremare. Mi aveva in pugno. Non potevo fare altro che tenerle i capelli, tremare ed ansimare. Cazzo se mi stavo eccitando. Non doveva smettere, non in quel momento che ero sul culmine. Stavo per esplodere. E poi accadde.
Lei si staccò dalla mia intimità.
Aveva il viso bagnato.
"Sono stata brava?" Chiese baciandomi sul collo. Annuii stringendo i pugni. Mi aveva fatto impazzire, davvero.
Con uno sguardo degno di una dominatrice mi ordinò di girarmi. A fatica lo feci. Lei mi graffiò la schiena, ma era piacevole. Un dolore molto piacevole.
"Posso marchiarti?" Chiese.
Mi ordinò nuovamente di girarmi, e mi fece un succhiotto sul seno. Da quanto provavo piacere, geometri in modo molto rumoroso.
Per ultima cosa esplorò di nuovo la mia intimità, facendomi rimanere sfinita.
Si alzò e si mise di nuovo la maglia.
"N-non a-andare..." Dissi con un filo di voce.
"Torno subito bella, tu non muoverti."
Rimasi sul letto, nella stessa posizione. Sfinita come non mai, e con il respiro mozzato.
Lei tornò con un collare nero con le borchie.
"Non sapevo che avessi un cane" dissi
"Non ce l'avevo. Ma per ora mi voglio divertire." Rispose.
"Sei una porca" ribattei.
"La porca sei tu. Te lo leggevo nella figa che mi desideravi" rimasi scioccata. Non me l'aspettavo.
"Il tuo desiderio più profondo. Ora mettilo." Indossai il collare e mi misi a quattro zampe.
"Hai capito bene" disse lei soddisfatta.
"Dato che sei stata una ragazza cattiva, ti meriti una punizione" iniziò a palparmi i glutei, e poi iniziò frustarmi con la cintura dei suoi pantaloni.
"Conta i colpi!" Ordinò
"U-uno" mi stava colpendo forte.
"D-due" quel colpo doveva aver lasciato un segno marcato. Mi aveva fatto davvero male.
"...tre" alzai lo sguardo. Mi si incrociarono gli occhi. Non riuscivo a capire se mi stava piacendo.
"Aah...qu-quattro" un gemito aveva interrotto il mio respiro. Stava diventando davvero piacevole.
"Cinque!" Ero decisa, faceva male, ma quel dolore mi piaceva.
"Sei..." Mi si spezzò il respiro.
''Setteee'' la mia voce calava di volume, un forte brivido mi stava attraversando la schiena.
"O-otto..." Lo schiocco della cintura sulla schiena mi atterrò. 
Cadendo a terra Riuscì a dire il nove. Arianna si fermò.
Gettò a lato la cintura e mi tirò per la catenella del collare. Mi diede un bacio, e me lo tolse.
Mi accasciai a terra ed ansimai. Lei mi accarezzò.
Mi aiutò ad alzarmi, e mi fece rivestire.
Desiderosa, le schioccai un bacio sulle labbra. Lei sorrise.
"Cazzo se ti voglio" disse
"Tu mi hai" risposi.













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⏰ Ultimo aggiornamento: Jan 02, 2020 ⏰

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