capitolo uno

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quattro anni dopo
perrie's pov
Presi i fogli dell'articolo sul tavolo e uscii di corsa da casa per andare al lavoro. Prima di entrare in editoria, entrai in un bar dopo aver sentito un profumo di brioches provenire dall'interno. Ne ordinai una insieme ad un caffè. Li pagai e ringraziando il barista uscii.
Arrivai in editoria e mi misi subito al lavoro.
"perrie come sei messa con l'articolo? Ti ricordo che devi consegnarlo oggi pomeriggio"
si avvicinò andrew, il mio capo
"l'ho quasi finito, dammi una mezz'ora e te lo stampo"

jade's pov
Sobbalzai appena sentii la sveglia suonare. La spensi e mi girai verso Cheryl, che mi stava fissando, e le stampai un bacio sulle labbra dandole il buongiorno
"buongiorno jade, lo sai che sei proprio bella?" mi sussurrò facendomi arrossire
"lo so, me lo dici ogni giorno" le sorrisi
"e non mi stancherò mai di farlo" mise una mano sulla guancia e me la carezzò.
Accorciai le distanze e posai le labbra sulle sue. Mi schiuse la bocca con la lingua facendo diventare il bacio più passionale. Mi prese dai fianchi e mi fece stendere su di lei. Le circondai il collo con le mie braccia.
Mi staccai ridendo, subito dopo aver sentito provenire dalle sue labbra dei versi di contraddizione.
"devo andare a lavorare, ci vediamo stasera"
"d'accordo, ti amo"
"ti amo anche io" le dissi stampandole un bacio sulle labbra e scendendo per prepararmi.

jesy's pov
"uffa" sbuffai non riuscendo a concentrarmi sulla canzone.
Michael, il chitarrista, venne verso di me e mi allungò una bottiglia d'acqua sussurrandomi un "rilassati". Lo ringraziai e dopo averne bevuto un sorso, mi avvicinai al microfono, feci un segno di inizio a Michael che subito capì e iniziò a suonare, accompagnato dalla mia voce.
Subito il pubblico esultò e gridò entusiasta della mia canzone. Esibirsi in locali non era la stessa cosa che farlo a dei veri concerti, e cantare da sola non era la stessa cosa che farlo con altre persone al proprio fianco, delle amiche. Ma mi ci abituai, e mi ci divertivo pure.

leigh's pov
"leigh il tavolo sette aspetta le ordinazioni, muoviti" mi urlò mio padre dal piano di sotto dove era intento a supervisionare la cucina.
Presi il taccuino dal cassetto sotto la cassa e mi avvicinai al tavolo richiesto.
"buonasera, sapete già cosa ordinare?" sorrisi ai due clienti seduti.
"uhm, sì. Una quattro formaggi e una vegetariana senza olive, con due birre chiare da mezzo litro" mi disse la signora cordialmente.
"va bene, arrivano subito" risposi e tornai in cucina con le ordinazioni.
"leigh, porta queste pizze al tavolo nove e vai a portare da bere al tavolo cinque, poi vai a sistemare i tavoli in veranda che ci sono delle persone che aspettano di sedersi da un bel po'" mi disse mio padre dopo aver tirato fuori delle pizze dal forno a legna.
sarà una lunga giornata. Sospirai.

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