Raccolte di poesie e pensieri.
Nasco come scrittrice, ma un giorno, uno di quelli normali dove sembra che non ci sia nessuna novità, mi contatta una persona complimentandosi per il mio modo di scrivere e chiedendomi se mi dedico alla poesia.
In ef...
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Sempre caro mi fu quest'ermo colle, E questa siepe, che da tanta parte Dell'ultimo orizzonte il guardo esclude. Ma sedendo e mirando, interminati Spazi di là da quella, e sovrumani Silenzi, e profondissima quïete Io nel pensier mi fingo, ove per poco Il cor non si spaura. E come il vento Odo stormir tra queste piante, io quello Infinito silenzio a questa voce Vo comparando: e mi sovvien l'eterno, E le morte stagioni, e la presente E viva, e il suon di lei. Così tra questa Immensità s'annega il pensier mio: E il naufragar m'è dolce in questo mare.»
Giacomo Leopardi
La lirica è tratta dagli Idilli, scritta in 15 endecasillabi sciolti. Anno 1826.
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Parafrasi
«Sempre caro mi è stato questo colle solitario e anche questa siepe, che impedisce alla mia vista una buona parte dell'orizzonte più lontano. Ma stando seduto e fissando lo sguardo sulla siepe, io immagino spazi sterminati al di là di quella, silenzi che vanno al di là della dimensione umana e profondissima quiete, tanto che per poco il cuore non si turba e si smarrisce. E non appena odo le fronde delle piante stormire al vento, così paragono il silenzio di quegli spazi a quel rumore: e istintivamente mi viene in mente l'idea dell'eternità, le ere storiche già trascorse e dimenticate, e quella attuale e ancor viva, con il suo suono. Così il mio pensiero sprofonda in quest'immensità: ed è dolce naufragare in questo mare.»