16. La vie en rose

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"5, 4, 3, 2, 1..." "Buon anno!" È scattata la mezzanotte, le persone iniziano tutto intorno a farsi gli auguri entusiaste e Theo mi bacia improvvisamente. È tutto come l'ho sempre immaginato, freddo ma incredibilmente caldo dal punto di vista umano. Restiamo ancora qualche minuto a parlare con dei ragazzi che si trovavano davanti a noi prima di spostarci fuori dalla confusione. Theo mi ha portata in una zona molto più tranquilla ma allo stesso tempo estremamente romantica, inizia anche a nevicare per completare il quadro di serata perfetta. Parliamo del più e del meno interrotti ogni tanto da qualche telefonata di auguri di amici o parenti, solo verso l'una restiamo completamente da soli in un angolo di Central Park. Mi stringo nella mia pelliccia tentando di tener fuori il freddo Newyorkese, sono abituata al capodanno caldo di Melbourne non ai -10 gradi che ci sono in questo momento. "Ora chiudi gli occhi" mi dice sorridente "Andiamo non ho voglia ora" mi lamento ma alla fine riesce a convincermi a seguirlo all'oscuro. In lontananza si sentono ancora dei fuochi d'artificio e un forte rumore di clacson esterni al parco ma, improvvisamente, un suono melodioso di violini. La vie en rose.

Stiamo camminando da un po' per le rive della Senna, è notte inoltrata e si sente qualcuno che suona la mia amata La vie en rose. Sorrido ripensando a tutto quello che è successo in questi giorni e mi godo ogni singola parola di Dan, che in questo preciso momento mi sta raccontando di come io mi sia persa un mondo non guardando la Formula 1 prima di quest'anno.

Un brivido mi percorre la schiena a ripensare a quei giorni a Parigi, quei giorni perfetti con la persona perfetta al mio fianco. Sento quasi una lacrima scendere sul mio viso ma viene ricacciata indietro quando Theo mi dice che finalmente posso aprire gli occhi. La musica non è ancora cessata e rende dannatamente più romantica la scena che mi si presenta davanti "Vuoi sposarmi?" Recita una scritta fatta di petali di rosa davanti a me mentre il mio ragazzo è ingionocchiato di lato con un magnifico anello in mano "So di non essere perfetto ma posso amarti come meriti, perché tu te lo meriti Melissa" Lo guardo dritto negli occhi, lucidi e di quel color ghiaccio che mi ha sempre attirato. C'ho sempre visto il mare in quegli occhi ma si dice sia facile vederlo quando sono azzurri, difficile è vederlo in un paio di occhi marroni. E io nei suoi occhi castani vedevo l'intero oceano. Sospiro perché finalmente ho trovato risposta alle domande che mi tormentano da mesi. "Theo ti mentirei se ti dicessi che per te non provo nulla o ancor peggio che ti ho solo usato, non è così. C'è stato un periodo in cui credo davvero di averti amato ma so anche che ogni storia è diversa e che io la mia metà l'avevo già trovata" lo vedo alzarsi affranto ma quasi non sorpreso dalle mie parole "Lui non ti merita e tantomeno ora che sta con un'altra" sentire queste parole mi spezza il cuore, fa male quando ti sbattono la realtà davanti agli occhi e non puoi far nient'altro se non accettarla "Hai ragione. Lui ora sta con un'altra e probabilmente io e Daniel non torneremo mai più insieme. Ma ad oggi, in questo esatto istante del primo gennaio 2019 Daniel Ricciardo è la mia metà, io non sarò la sua, ma lui è la mia e io non posso e non voglio legarmi a qualcun'altro" sento ora le lacrime uscire dai miei occhi e il freddo pungere il mio viso con forza "Non tornerà, lo so...ma io ho un debito con lui perciò lo aspetterò ancora per un po', almeno fino a quando sentirò che il mio cuore non ha più bisogno di lui" "Cosa stai dicendo Mel, tu non gli devi niente!" "Io gli devo tutto, invece. È facile far innamorare una persona che vuole farlo, ma solo lui poteva riuscire a prendere il cuore di una ragazza che lo aveva sigillato per sempre...e, ti prego, non chiamarmi Mel" concludo chiudendo lentamente la scatola che conteneva l'anello e dentro di me sento che quel gesto ha chiuso anche definitivamente le porte del mio cuore. Theo non dice nulla, io nemmeno. Mi giro e me ne vado, piangendo ma più leggera rispetto a prima. So che forse ho buttato via un'occasione unica ma so anche che non potevo mentire a me stessa ancora per molto. Tiro un forte sospiro sedendomi su una panchina e guardando la luna, è bellissima. Per qualche strano motivo scoppio a ridere, sono sola a capodanno lontano da casa ma sono felice come non mi capitava da tempo. Perché? Forse perché mi sono tolta una maschera, forse perché il mio proposito per il nuovo anno si è avverato: tornare ad essere Melissa.

È l'alba su New York, la città ormai va a dormire oppure si sveglia per il primo giorno di lavoro del nuovo anno. Io vago senza una meta precisa, non me la sento di tornare in albergo e non mi dispiace neanche troppo camminare con le prime luci. Non sono una che si sveglia presto quindi l'unico modo per vedere l'alba è stare sveglia l'intera notte e penso sia fantastico vedere la luna che pian piano viene oscurata dal sole che inizia a scaldare tutto ciò che colpisce. Il mio telefono si è ormai scaricato da un pezzo e il mio stomaco inzia a brontolare, ringrazio che molti bar siano già aperti per i lavoratori. Entro nel primo Starbucks che trovo e ordino un cappuccino molto caldo per riprendermi dalla nottata gelida che ho passato. Mi siedo in un angolo in disparte ricollegando il telefono alla corrente e ricevendo immediatamente tantissimi messaggi di auguri e poi una sfilza da parte di Lewis.
2.03
"Melissa mi ha scritto Theo, cosa significa che vi siete lasciati?"
2.15
"Dimmi dove sei che vengo immediatamente a prenderti"
2.30
"Mi sta facendo preoccupare seriamente non puoi sparire così!"
2.42
"Ok sei grande abbastanza da fare ciò che credi."
2.45
"Ti prego sai che non dicevo sul serio!"
3.29
"Almeno scrivimi quando ne avrai voglia...sono pur sempre il tuo migliore amico"

Sorrido nel vedere quanto mi voglia bene quel rompiscatole di Lewis così gli mando un rapido messaggio tranquillizzandolo e dicendogli che per il momento voglio restare da sola.
Mentre sorseggio il mio amato cappuccino decido di scorrere un po' di vecchie foto, si voglio farmi del male. Ovviamente ricado su quelle nel paddock, sono una più buffa dell'altra. Mi manca passare il week end con Lewis. Mi mancano le cavolate che diceva Max. Mi manca lo sguardo geloso di Dan quando gli dicevo che il mio prferito è Leclerc. Ma più di tutti, ovviamente, mi manca lui. Noto come le foto con lui siano le più stupide e più divertenti, mi vien da ridere solo a ricordare a tutti i momenti che si trovano dietro la fotografia e a quanto sia il ragazzo più folle che conosco. Istintivamente butto l'occhio sul mio tatuaggio dedicato a lui, senza ombra di dubbio il più importante che ho. Mi ricordo che un giorno parlavamo proprio di questo...

*flashback*
"Sai Dan potremmo farci un tatuaggio insieme, una frase o qualcosa di simile" si gira stupito verso di me "Lo faresti davvero? Cioè, con me?" Scoppio a ridere "Ovvio amore, magari non immenso come i tuoi sul quadricipite -dico accarezzandogli la gamba- ma uno piccolo si, lo farei" sfodera uno sei suoi immensi sorrisi prima di scoppiare in una fragorosa risata "Che c'è adesso?" Gli dico cercando di trattenermi dal ridere tanto quanto lui "Oh niente solo che avevo pensato a un tatuaggio molto carino" dice con quel suo solito sguardo che non promette nulla di buono
**

La sua risata, è sicuramente la cosa che mi manca di più. Sentirlo ridere mi faceva sentire in qualche modo privilegiata, speciale. È un ricordo così vivido dentro di me che mi sembra quasi di sentirlo ancora rieccheggiare nelle mie orecchie, oppure proprio qui. Qui. Mi alzo di scatto perché questo ricordo è troppo reale per non essere vero, mi sposto nella seconda zona del locale e sento il cuore fermarsi d'improvviso. Non dimenticherei mai quella risata, nemmeno dovessi distinguerla tra altri milioni. Rimango immobile, paralizzata a guardarlo ridere come solo lui sa fare e come d'incanto tutto sparisce, tutti i mesi lontani, le sue parole, Theo...è come fossimo di nuovo io e lui e basta. Io e lui in un mondo tutto nostro.

Madness - Daniel Ricciardo Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora