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Le cicatrici sono quelle che fanno più male. Ti restano addosso. Le stagioni cambiano, il sole tramonta ma le cicatrici, quelle, ti si impregnano addosso, come un cattivo odore, a ricordarti di quello che un tempo sei stato. Non cambiano colore e il tempo le argina parzialmente, non le cela al mondo.
Il tempo svela le sue carte, a volte la partita gioca in tuo favore, altre no, questo è per dire che le cicatrici servono quando tutto il resto resta immutato, che non può cambiare a meno che tu non faccia qualcosa.
È inutile che le guardi, perché da qualsiasi prospettiva tu lo faccia, ti serviranno a ricordare, a svegliarti da quello stato di torpore in cui ti eri addormentato, assopendo la tua mente. I mostri hanno sopraggiunto. È inutile. Il sonno della ragione genera mostri. È risaputo.
A volte è una vergogna, quasi vorresti prendere la lancetta dell'orologio e spezzarla, farla in mille pezzi, ma non puoi. Il tempo scorre, le cicatrici cambiano ma restano sempre lì, ricostruendo un nuovo percorso sulla pelle maculata.
Non c'è poesia in questo, non c'è niente.

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