Parte 12

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Per Alice quest'ultimo mese è stato quasi surreale.

Ermal non è mai stato più di tre giorni lontano da lei, la porta in giro e spesso la riporta a casa a stomaco pieno senza nemmeno avvisarmi. A volte lo rimprovero dicendogli che dovrebbe scrivermi un messaggio così che io eviti di preparare la cena, ma le sue risposte sono sempre le stesse "Non era previsto, abbiamo perso la cognizione del tempo" e, davanti ai loro sorrisi contenti, non mi sento di aggiungere altro.

Le compra pastelli, giocattoli, le ha anche comprato una pianola colorata e lei passa il tempo a pigiare tasti a caso cantando questa o l'altra sigla dei cartoni animati. Sembra voglia seguire le orme del padre.

È felice, mia figlia è raggiante.

Ermal mi ripete spesso che se dovesse occorrere qualcosa, qualsiasi cosa, non dobbiamo mai esitare a chiedere il suo aiuto, che sia l'affitto o la spesa o qualche bolletta da pagare, lui è disposto ad alleggerire le mie spese purché il mio stipendio mi basti ad occuparmi di lei.

Stiamo meglio da quando c'è lui nella sua vita, riesco a mettere qualche soldo da parte anche per migliorare la casa, ma, cosa più importante, Alice è serena.

Ermal è un papà affettuoso, gioca con lei fino allo sfinimento, addormentandosi, di tanto in tanto, sul mio divano e a volte preferisco coprirlo con una coperta e lasciare che si svegli direttamente il giorno dopo.

Alice lo adora, parla sempre di lui e lo chiama "Papà Ermal", a furia di nominarlo è riuscita finalmente a pronunciare la R prima della M.

Ermal ha detto che quando sono insieme lei parla spesso di me, dice che "mamma è buona, bella e profumata". Mi ha fatto sorridere perché mi sono immaginata la sua espressione mentre lo diceva e non era diversa da quella di Ermal mentre me lo raccontava.

Tra me e lui la situazione è ancora fredda, passiamo delle serate insieme ad Alice, ci lanciamo qualche sguardo, ma non ci avviciniamo. Parliamo solo di lei e mai di noi e quando restiamo soli, cerchiamo sempre di separarci il prima possibile.

Credo che lui abbia deciso di non avere nulla a che fare con me se non per quanto riguarda Alice. Ne soffro perché non ho smesso di amarlo, ma non posso insistere, non vorrei che per causa mia tornasse meno frequentemente a trovare la bimba.

Va spesso a prenderla anche all'asilo e, quando la riporta a casa, Alice insiste perché lui rimanga a pranzo ed è costretto a cedere dicendo "Beh se a mamma non dispiace". Ovviamente a me non dispiace affatto, certo, se la smettesse di guardarmi il culo mentre cucino, mi faciliterebbe le cose.




Oggi è tornato in città e ha detto che questo pomeriggio sarebbe venuto a prenderla.

Parcheggio vicino al negozio, io e Alice scendiamo dalla macchina e lo vediamo arrivare da lontano col suo solito sorriso e la sua camminata sicura.

- Papà! - esclama Alice abbracciandolo.

- Hey principessina! - dice lui, poi le schiocca un bacio sulla guancia. - Come stai?

Alice non ha il tempo di rispondere.

- Ermal? - dice una donna avvicinandosi.

- Ciao Claudia! - le sorride e si salutano calorosamente.

Chi diavolo è questa?

È molto bella, alta, slanciata, coi capelli chiari, ben vestita e con un fisico perfetto.

- Non ti ho più visto all'asilo! - dice lei.

- Ho avuto qualche impegno, sono stato fuori città!

- Che peccato, è molto piacevole incontrarti la mattina, la tua bimba poi è così dolce! - dice pizzicando la guancia di Alice che si avvicina a me.

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