23 agosto 2066.
Acqua gelata colpì il viso di Miriam, nel tentativo di risvegliarsi da quello stato di quasi paralisi facciale: i risultati, però, non sembrarono esserci affatto.
L'espressione seria e quasi consunta di lei non era svanita, così come le sguardo battagliero e insoddisfatto. Due cerchi nerastri alloggiavano sotto gli occhi, rendendo il suo aspetto ancora più affaticato.
Lo stomaco negli ultimi giorni sembrava come di pietra: la ragazza cercava di mangiare, ma poco cibo giungeva a destinazione. Il piatto molte volte rimaneva riempito ancora fino a metà, quindi lei si rassegnava e lo metteva da parte per cena o per il giorno dopo.
Miriam Janski si era data veramente da fare. In cinque giorni, a partire dal pomeriggio del 19 agosto 2068 (o, come lo aveva soprannominato lei, il "giorno del disastro"), era riuscita a catturare sette criminali. Due spacciatori, un truffatore d'aste e una baby gang di rapinatori, facendo da spola tra vari pianeti e lune. Aveva continuato ad annotare tutto sul taccuino, ma dei racconti pseudo-divertenti che aveva scritto qualche giorno prima non c'era più nessuna traccia. Poche righe, ordinate. Numeri, cifre, i nomi dei nuovi cattivi da catturare secondo Big Shot. Secondo i suoi calcoli, il conto in banca stava lievitando a colpo d'occhio: buttarsi sul lavoro non era stata una scelta stupida.
Miriam continuò a fissare il suo riflesso nello specchio del bagno, appoggiando le mani al lavandino: le gocce d'acqua trasparente ricadevano sullo scarico, passando dalle guance fino ad arrivare al mento, dove si distorcevano attirate verso il basso a causa della forza di gravità. Un graffio sulla guancia destra stava già guarendo: una ragazzina della baby gang aveva provato a sfuggirle, alzando le mani, ma era riuscita solo a sfiorarla. La cacciatrice era stata brava a mantenere la calma e ad immobilizzarla, per poi rinchiuderla dentro la cella frigorifera con gli altri suoi colleghi. La polizia era arrivata pochi istanti dopo, pronta ad arrestare i quattro ragazzi infreddoliti. Il macellaio era ancora nascosto dietro al bancone dei prosciutti.
"La vendetta va servita fredda" si disse Miriam, ma la battuta non riuscì nemmeno a farla sorridere.
Tornò con passo stanco nella cabina di pilotaggio e si abbandonò sul sedile imbottito. Non c'era nessuna destinazione in programma, la Magma IX galleggiava come se fosse stata immersa in un liquido nero e viscoso.
Buttò un occhio sullo schermo di sinistra, spento. Provava la grande tentazione di aprire la rubrica e selezionare il numero di sua madre. Desiderava premere il bottone triangolare e aspettare che la sua voce facesse capolino nell'abitacolo, chiedendole come stessero andando le cose.
Voleva chiederle scusa, dirle che era dispiaciuta di averle risposto male. Eppure non si era veramente pentita di ciò che aveva detto: Jon le stava rovinando la serenità. Non era tornato con tranquillità, cercando di spiegarsi con rispetto e dandole spazio e tempo per capire; era arrivato dopo la morte della nonna e si era ripreso Kamila con la forza.La ragazza accese lo schermo con infinita lentezza, mentre l'indice della mano destra le tremava un poco.
Scelse di premere l'icona arancione della rubrica e cercò la casellina quadrata con la scritta "mamma".
La sillabò, in silenzio, con le labbra. Nessun suono uscì dalla sua bocca, ma sentì immediatamente il cuore farsi più pesante. La chiamata era appena partita.
- Miriam? - sentì dire poco dopo.
"Cazzo."
Non era quella la voce che voleva sentire.
Il volto di Jon Vlademur si stagliava sullo schermo sottile, mentre lo sguardo appariva stranamente preoccupato. Solo in quel momento la ragazza si ricordò della grande somiglianza col padre: le sembrò di riflettersi in uno specchio magico, distorto, in cui le sue fattezze erano appena state modificate. Era come uomo, più vecchia, ma conservava gli occhi grandi e lo sguardo determinato. Strinse forte la mano destra, in un pugno, come per rendersi conto che lei non era quell'essere appena apparso nello schermo.
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Notti In Bianco
FanfictionMiriam, cacciatrice di taglie spaziale, si gode una vita priva di routine: i lunghi viaggi in astronave (a bordo della Magma IX) vengono intervallati da inseguimenti, catture rocambolesche e pericolosi scontri vis à vis con la peggiore feccia del Si...