Nel tardo pomeriggio, Miriam si diresse verso la lavanderia a gettoni vicino all'hotel per lavare la biancheria ed alcuni vestiti. Prese in prestito una borsa di juta dalla reception per poter portare le vesti con più facilità. Il sole stava già iniziando a calare e le strade della rossa Marte si tinsero di colori caldi e lucenti. Ormai le viuzze erano più sgombre e per la strada camminavano uomini d'affari intenti a tornare a casa. Qualche ragazza si avviava verso il laghetto artificiale di Kaplan, accompagnata dal proprio fidanzato. Miriam apprezzava l'atmosfera tranquilla di quel quartiere, distante dal caos cittadino. Sotto i suoi piedi vi erano delle grandi lastre di pietra chiara, che sembravano risplendere di luce propria. Ai lati delle strade, case con non più di due piani, piccoli negozietti d'abbigliamento, cartolerie. Le pareti erano molto spesso color ocra, mentre gli infissi e le porte erano di una tonalità di più scura, vicina al marrone scuro o al nero. I tetti erano la cosa che più attirava Miriam: verdi, spioventi, formati da piccoli mattoncini rettangolari.
Una compagnia di amici passò accanto a Miriam. Sembravano non avere più di diciotto anni: indossavano tutti un'uniforme rossa, con dei cravattini a quadri gialli.
"Nei fine settimana, dopo le lezioni, uscivo sempre con la mia compagnia del liceo. Andavamo a vedere gli incontri di rugby della scuola e passavamo a prendere una birra a match finito, per poi ammirare le stelle. Eravamo ragazzi e ci bastava poco per sentirci vivi, onnipotenti, giovani per sempre"
La frase di nonna Amanda le balenò in testa, facendole visita. Pensandoci bene, Miriam avrebbe dovuto dare sue notizie alla famiglia quella sera. La ragazza si ripromise di farlo appena avesse finito con il lavaggio e l'asciugatura delle sue cose. Emersero anche dei ricordi di lei con i suoi compagni di classe, dell'ultimo anno di liceo. Sentì uno strano calore al petto, mentre si ricordava delle avventure scolastiche.
Per esempio, di quella volta che distrusse "per sbaglio" la porta della classe.
Alcuni suoi amici l'avevano chiusa fuori dall'aula, per farle uno scherzo, ma la Miriam diciassettenne si accorse che il professore stava per arrivare. Una piccola ondata di panico la travolse e nella foga tirò un calcio alla porta, che cadde in tutta la sua interezza sul pavimento bianco. I suoi amici erano lì davanti e rimasero scioccati per la lunga durata di 10 secondi, per poi mettersi a ridere a crepapelle. Anche Miriam avrebbe voluto unirsi a loro, ma con l'aiuto di un ragazzo sollevò la porta da terra, appoggiandola al muro. Tratteneva a stento le risate e velocemente andò a sedersi al suo banco. Quando il professor Yugechi entrò, tolse e rimise gli occhiali da vista più volte. Alla fine Miriam fu convocata in presidenza, con la madre. Ripagarono a proprie spese i costi della porta e il voto di condotta di quell'anno scese di un punto.
"Ne è valsa la pena" pensò Miriam con uno stupido sorrisetto sulle labbra, mentre entrava nella lavanderia.
Era deserta. Più che una lavanderia sembrava una scatola di cartone: le pareti avevano un colore indefinito, tra l'arancione ed il marrone, e non sembravano esattamente molto stabili, come testimoniavano alcuni buchi ricoperti alla bell'e meglio con dello stucco. Il pavimento era ricoperto da semplici piastrelle in cotto di forma esagonale.
Miriam scambiò una banconota e ottenne i gettoni necessari. Si avvicinò alla prima lavatrice, dove mise tutti i capi colorati con un detergente speciale; in quella accanto mise i capi bianchi. Aveva imparato a fare la lavatrice dopo aver fatto l'errore madornale, a casa sua a Ganimede, di mischiare tutti i vestiti insieme, mettendoci anche troppo detergente. Il risultato fu il bagno allagato e pieno di schiuma ed i vestiti tutti rovinati e macchiati di colore. Nonna Amanda si mise a ridere di gusto ed iniziò a lanciare schiuma contro la nipote, improvvisando una specie di battaglia e rischiando di rompersi il femore almeno cinque volte. Poi Miriam si occupò di ripulire tutto prima che la mamma tornasse da lavoro, e ce la fece. La Guerra Schiumosa, così come l'aveva ribattezzata, rimaneva un segreto tra lei e sua nonna.
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Notti In Bianco
FanfictionMiriam, cacciatrice di taglie spaziale, si gode una vita priva di routine: i lunghi viaggi in astronave (a bordo della Magma IX) vengono intervallati da inseguimenti, catture rocambolesche e pericolosi scontri vis à vis con la peggiore feccia del Si...