Ri-conoscersi (Capitolo 15)

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Mi girai e lo fulminai con lo sguardo.

"Ti sembra il momento di dire sciocchezze?" dissi con voce stizzita

Il giovane uomo comprese la mia agitazione e riprese controllo di se stesso. Si avvicinò al vecchio e lo liberò delicatamente dalla fitta rete di cavi che lo circondavano come una ragnatela.

"Non pensavo di rivedere quel maschellone con occhi diversi dai miei!" esclamò impercettibile il vecchio dopo un lamento di dolore.

Appena sentì la sua voce mi avvicinai al suo giaciglio e proiettai i miei occhi nei suoi

"Come stai?" esclamai sforzandomi di rilassare il volto

"Bene Vega! Davros ha solo prelevato un po' di energia rigenerativa!" rispose con il suo fare sbrigativo

Poi all'improvviso scomparvi, metaforicamente parlando, i suoi occhi oltrepassarono il mio corpo come un vetro e si puntarono su Clara. La sua espressione cambiò, i suoi occhi si illuminarono e il suo corpo sembrò riprendersi del tutto. La sua mano mi si presentò come muta richiesta di aiuto ad alzarsi, risposi immediatamente e una volta in piedi si incamminò a fatica verso di lei.

Ci si parò di fronte mantenendo una distanza considerevole, aveva l'espressione di chi ha appena visto un fantasma. Il suo corpo cominciò a tremare sempre di più e istintivamente compì un passo nella sua direzione pronta a sostenerlo in caso di collasso, ma il mio moto fu bloccato dalla mano del giovane che mi sussurrò:

"Non andare! Ha bisogno di stare da solo con lei. Sento qualcosa dentro che non so spiegare. Sento come se lei sia stata importante per me, per lui, per tutti noi!"

Il mio corpo come se fosse sotto l'incantesimo "petrificus totalus" si immobilizzò .

"Tu non sei la Clara Oswald che conoscevo, non ancora, ma questo non ti rende meno speciale, ti rende più impossibile. La ragazza impossibile, come ti si addice questo appellativo! Il tuo essere qui, ora, ti preparerà a correre molto in futuro. Ma guardati, sei identica! Sempre coraggiosa, sempre divertente e sempre perfetta per un tipo come me, anche troppo talvolta. Al tempo mi ero convito di essermi abituato al tuo mistero, ma mi sbagliavo. Ti chiedo scusa per il futuro Clara, ti chiedo scusa per tutto. Quest'uomo ha bisogno di essere perdonato e ti darò tutto il tempo e lo spazio per farlo e quando sarai pronta dimmi sinceramente se sono un uomo buono!"

Clara osservava stupita e senza parole l'uomo che aveva davanti, pietrificata proprio come me.

Il Dottore avanzò un passo verso di lei:

"Con il tempo scoprirai che non sono un uomo da abbracci e ne conoscerai anche il motivo. In questo momento penso di essere mosso da un qualcosa che muoverà te nell'abbracciarmi in futuro: la comprensione del cambiamento. Tu ora sei spaventata come lo ero io. Ora capisco la tua difficoltà nel riconoscermi, perché anch'io ora ti guardo ma non ti vedo, e ne ho finalmente idea di come sia!"

Spalancò le braccia e aspettò un muto permesso dalla giovane, quest'ultima annullò le distanza e con le lacrime agli occhi ,senza conoscerne la causa, sussurrò tra i suoi capelli bianchi:

"Grazie, grazie per il futuro!"

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