Meereen pt.1

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Era strano pensare che quella una volta era la Baia degli Schiavisti, piena di persone in catene pronte a essere vendute.
Un marinaio della sua ciurma le aveva raccontato la storia di quando era arrivata la regina d'argento di come  aveva spezzato le catene e fatto risorgere l'intera baia dalle ceneri.
Il popolo aveva chiamato quel tratto di costa in suo onore, perció in quel momento stavano per approdare nella Baia dei Draghi.
Continui riferimenti e omaggi a Daenerys si notavano in tutta la città, a partire dall'immensa statua che raffigurava il drago dalle fauci spalancate che accoglieva tutte le navi che entrassero nel porto, sulla groppa della creatura l'effige della regina guardava il mare con volto deciso.
Bandiere con lo stemma Targaryen sventolavano in ogni vicolo e molte vele erano dipinte con i colori della  casata,  il nero e il rosso.
Perfino i nomi delle navi ricordavano la regina, Stella del Drago, Cometa Rossa, Mhysa, Madre dei Draghi, Khaleesi.
-E' come se fosse ancora viva.-
Disse Arya rivolta al capitano che stava al timone.
-Per gli abitanti della baia lo è.-
Le rispose lui.
-Come può essere cambiata così tanto in Occidente?-
Si chiese la ragazza continuando a guardarsi intorno.
Il capitano non le rispose, sapeva che quello era un argomento delicato per lei.
Sbarcarono su un molo affollato, dove dei soldati li fermarono per poter controllare il carico, avevano indosso casacche leggere e lo stemma Targaryen figurava sui loro pettorali di cuoio bollito.
Arya si allontanò dalla nave in silenzio, dirigendosi verso quello che sembrava il centro della città.
La piazza centrale era immensa, niente a che vedere con le piazze di Approdo del Re, il mercato si sviluppava per l'intera area riempiendo i vicoli di voci e di colori.
Arya comprò una pesca dal baracchino di una signora di mezz'età.
Il gusto le ricordò il sapore dei frutti che mangiava quando era piccola e non riuscì a trattenere un sorriso mentre la polpa le sporcava leggermente il mento.
-Non troverai pesche migliori da nessun'altra parte.- disse la donna a cui non era sfuggita la sua espressione soddisfatta.
La Stark ci mise qualche secondo per rendersi conto che aveva usato la lingua comune.
-Vieni dal continente occidentale?- le chiese quindi pulendosi il mento.
L'altra sorrise annuendo.
-Mio figlio è un marinaio, porta frutta da Alto Giardino fino alla Baia da circa cinque anni.-
-Perché sei venuta qui?-
-Io ho assistito al susseguirsi di almeno cinque sovrani e nessuno di loro ha mai fatto niente di buono per il suo paese, perciò quando mio figlio mi ha detto che la Baia era un posto sicuro dove abitare ho deciso di spostarmi qui.-
La giovane trattenne uno sbuffò di scherno, quella donna era scappata e questo faceva di lei una codarda.
-Mi hanno detto che la regina è morta.- disse fingendosi disinteressata.
La mercante servì una ragazzina minuta che era venuta a comprare un cesto di arance e poi si rivolse di nuovo a lei.
-Il comandante dei Secondi Figli ha governato bene da quando la regina se ne é andata ma ultimamente la situazione sembra diversa.-
-Diversa?-
-Bhe, fino a due anni fa i mercenari  che controllavano le strade la facevano da padroni, costringevano i mendicanti a dare loro i soldi raccolti con le elemosine e minacciavano di fustigatore noi venditori  se non gli avessimo dato parte dei nostri profitti.-
-E adesso?- domandò curiosa.
La donna si avvicinò.
-Qui la gente ha paura di parlarne, ma credo che qualcuno abbia messo in riga il capitano Naharis.-
La donna non seppe, o non volle, dire altro e la ragazza si rivolse al più grande edificio della città, lì dentro c'era la risposta.
Suo fratello le aveva detto che doveva andare a Meereen e forse il perché era proprio dentro la Grande Piramide.
Decise che avrebbe scoperto tutto in prima persona.

Stava passeggiando per i corridoio della costruzione.
Nessuno l'aveva notata mentre si intrufolava, era sempre stata silenziosa perciò non era stato difficile superare le guardie.
Si ritrovò a seguire un paio di serve che portavano cesti di vimini vuoti, non capí bene quello che stavano dicendo  ma restò dietro di loro ugualmente.
Si fermarono in quello che aveva l'aria di essere un giardino interno, forse era meglio definirlo parco, dal colonnato che lo circondava non si riusciva a vedere la fine.
Le due ragazze si misero a raccogliere delle arance da un paio di alberi riempiendo le ceste.
Arya si addentró tra i cespugli e il profumo di agrumi la fece quasi soffocare, c'erano palme e alberi di limoni tutto intorno.
Arya capì di trovarsi in un parco degli dei.
Il che era ridicolo, nel continente orientale non conoscevano gli dei del Nord, eppure anche se il giardino interno era immenso riusciva a distinguere un albero diga, con i rami coperti di foglie rosse che si dipingevano verso il cielo partendo dal centro del giardino.
Degli esili sentieri di pietre si addentravano tra cespugli di more selvatiche, un piccolo ruscello scorreva sulla destra, dove una lavandaia stava lavando della biancheria a mano, mentre due bambine dalla pelle scura la aiutavano.
Arya stava ammirando quel posto meraviglioso quando una voce dolce e sottile la bloccò.
-Ciao.-
Si voltò per trovarsi di fronte ad una bambina di circa tre anni, indossava un leggero abito color pesca, i capelli avevano le sfumature calde dell' ebano e le ricadevano in morbidi boccoli sulle spalle, ma quello che colpì Arya furono gli occhi, due ametiste cristalline come il fondo di un ruscello la guardavano curiosa.
-Ciao.- le rispose cordiale la Stark.
-Come ti chiami?- le chiese,
la bambina giocherellando un po' con i capelli, teneva in mano un disegno, anche se erano in realtà solo delle linee contorte e colorate.
-Mamma dice che non devo parlare con gli sconosciuti.- rispose alla fine.
-Tua madre è molto saggia, facciamo cosi.- si chinò per poter guardare la bambina dritto negli occhi.
Il suo viso dolce aveva qualcosa di familiare.
-Io mi chiamo Arya- le fece un breve inchino mentre le stringeva la mano.
-Adesso non siamo sconosciute giusto?-
La bambina rise annuendo.
-Mamma mi chiama Lya.-
Disse la piccola facendo anche lei un goffo inchino mentre faceva cadere le matite dalla mano.
-Se vuoi te la faccio conoscere.-
Senza nessun preavviso le prese la mano addentrandosi nel parco.
Arya la seguì sorridendo, anche lei era stata giovane e spensierata una volta, sembravano passati mille anni.
Si fermarono sotto delle palme, dove il ruscello si bloccava in un laghetto poco profondo, proprio alle pendici dell'albero diga, era molto simile al parco di Grande Inverno.
Per quanto le piante e il clima fossero diversi quel posto profumava di casa, la piccola Lya la teneva ancora per mano ma si era bloccata a guardare quella che probabilmente era la madre.
Arya individuò due ragazze stese all'ombra dei cespugli di frutti di bosco, indossavano abiti bianchi simili a quello della bambina, con maniche sottili e gonne ampie, riusciva a scorgere il volto solo di una però, aveva i capelli biondo dorato, il viso era giovane, forse di vent'anni.
-Quello è mio fratello.-
Disse la bambina che le teneva la mano.
Insieme alla ragazza c'era un bambino della stessa età di Lya, l'unica cosa ad accumunarli era il colore degli occhi notò Arya, il bambino era più alto, e molto più irrequieto, ma i suoi capelli.
Morbidi ricci del colore dell'argento gli ricadevano sul viso mentre puntava una spada di legno contro la madre.
Lei era una donna molto graziosa ma non assomigliava per niente ai suoi figli.
-Ti prego mio lord, non uccidermi.-
Supplicò ridendo lei.
-Se mi sposi non ti uccido.- la madre scoppiò a ridere.
-Mio lord non posso, voi siete troppo giovane, io ho terre e titoli.-
Il bambino sollevò la spada e la colpi all'addome.
Lei finse di stare male e si accasciò nascondendo un sorriso, il bambino si rese conto di quello che aveva fatto e la andò a scuotere preoccupato mentre l'altra ragazza rideva.
Arya sorrise mentre la bambina le lasciò la mano urlando, preoccupata anche lei per la madre, il fratello la notò mentre lei cercava di rubargli l'arma di legno.
-Lyanna sto giocando io con la spada.-
Disse lui arrabbiato con la sorella.
Il cuore di Arya si bloccò, quel nome.
Non era possibile.
Doveva essere una coincidenza.
Ma la prova arrivò dopo tre secondi
-Bambini smettetela.-
Quella voce.
Arya percepì un brivido lungo la schiena.
Se la ricordava, dopo tre anni la ricordava ancora benissimo.
La seconda donna, quella nascosta dietro il cespuglio si alzò e andò loro incontro prendendo la spada e ridendo mentre loro la abbracciavano.
Arya era bloccata sul posto, quei capelli, quegli occhi, quel viso.
Nessuno poteva scordarsi il viso di Daenerys Targaryen.
Ma vederla sorridere così faceva quasi male, sembrava felice, non aveva mai visto nessuno sorridere così.
-Mamma ti presento una mia amica.- disse la piccola Lyanna alla madre dei draghi.
Lei annuì e alzò lo sguardo.
Il sorriso sul suo volto si mutò in uno sguardo preoccupato e confuso.
Si fissarono per alcuni secondi.
Arya notò con la coda dell'occhio che l'altra ragazza stava sollevando l'abito per prendere qualcosa incastrato nel sandalo.
Anche Daenerys doveva averlo notato.
-Joy no!- le mise una mano sul braccio e la ragazza abbassò il pugnale che aveva estratto.
-Cosa...- Arya non riusciva a parlare.
Non aveva mai avuto paura.
Ma in quel momento, alternó lo sguardo tra i bambini e la madre e un brivido le percorse la schiena.
-Come...-
La bionda prese i bambini per mano, ma Daenerys la bloccò prima che si potessero allontanare.
-Joy aspetta.- prese i bambini per le mani e si avvicinò alla Stark, ancora congelata sul posto.
-Bambini vi voglio presentare qualcuno.-
Entrambi guardarono Arya confusi.
-Mamma lei è mia amica.- Daenerys sorrise alla piccola Lyanna.
-No, Lya, lei è vostra zia, Arya.-
Si rivolse alla ragazza con un sorriso gentile, un sorriso che la mora non le aveva mai visto fare.
-Arya, loro sono... i tuoi nipoti, lei è Lyanna.- la bambina le fece cenno con la mano.
-... lui invece è ... Reaghar.- il bambino sorrise facendo un inchino composto.
Arya sentiva gli occhi inumidirsi, non poteva, non doveva essere così.
Quello, quello era .... non poteva essere e basta.
Si voltò verso il punto da cui era venuta e scappò via.
Sentí la piccola Lya che chiamava il suo nome ma non si voltò.

TRUTH - GOT SEASON 8 SEQUELDove le storie prendono vita. Scoprilo ora