Oltre la barriera

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Era passata circa una settimana da quando si trovavano al Castello Nero, terribili pioggie oscuravano il clima da altrettanto tempo e i confratelli impedivano a chiunque di recarsi al di là della barriera.
Arya aveva passato il tempo aiutando le nuove reclute ad allenarsi, mentre i suoi compagni di viaggio avevano affiancato i costruttori per un po' di tempo nel loro lavoro di rifacimento della barriera.
Considerando che la minaccia degli estranei era finita poteva non avere senso ricostruire l'immenso muro di ghiaccio ma il Lord Comandante, Ser Colton Bykart riteneva che lo dovessero alla storia dei confratelli e a Brandon il Costruttore.
I lavori procedevano tuttavia a rilento per colpa delle continue piogge primaverili.
Arya era convinta di trovare Jon nei pressi del Castello ma le era stato detto che lui aveva preferito andare a vivere isolato con i bruti il più lontano possibile dalla barriera e quindi dai regni degli uomini.
Arya poteva capire benissimo il perché.

Dopo ben cinque giorni le piogge si erano calmate ed era finalmente riuscita a lasciare la barriera insieme ad un gruppo di guardiani, erano circa una ventina, per lo più costruttori che si dirigevano a prendere blocchi di ghiaccio nei pressi degli Artigli del gelo, avevano portato 40 muli da soma per aiutarli con il carico.
Arya cavalcava su un ronzino dal manto spesso e insieme a lei veniva un membro dell'equipaggio, si erano diretti verso il pugno dei primi uomini dove erano riusciti subito ad individuare l'accampamento dei bruti grazie al fumo dei loro fuochi.
Il popolo libero accolse i guardiani offrendo loro riparo e un pasto caldo mentre il loro capo, Tormund Veleno dei Giganti salutava cordialmente il Primo Costruttore.
-Brutti giorni per quel vostro muro di ghiaccio.- disse ridendo.
-Aye, speriamo di poter trovare dei buoni blocchi presso gli Artigli del Gelo.-
-Se vi serve qualcosa non esitate a chiedere.-
I due avevano parlato ancora un po' del clima e di dettagli tecnici sugli scambi di rifornimenti tra i bruti e i guardiani quando il rosso si era accorto di Arya.
-Che cosa ci fa una lupa solitaria in queste lande desolate?- chiese riconoscendola subito.
Lei gli sorrise stringendogli la mano.
-Speravo di poter trovare un lupo bianco solitario quanto me-
L'allusione fece trapelare uno sguardo triste nel gigante che venne però subito sostituito da una risata.
-Vieni giovane lupa beviamo qualcosa.-
Lei fece un cenno al suo compagno di viaggio e si allontanò insieme al bruto.
Si recarono nella sua tenda e lui la fece accomodare offrendole una birra scura dall'odore forte e nauseante.
-Questa è una vera bevanda del Nord ragazzina.-
-Non sono una ragazzina.- rispose lei irritata provocando in lui una risata tonante.
-Aye, diamine se ne sono consapevole, a Grande a Inverno ti sei battuta come mille uomini.-
Passarono qualche momento a ricordare la battaglia e gli avvenimenti di quella lunga notte.
Tuttavia Arya decise di tagliere il discorso dell'altro.
-Non sono venuta qui per ascoltarti parlare di come ti sei accoppiato con un'orsa Tormund.-
Lui annuì ridendo e l'accompagnó lontano dal villaggio.
-A tuo fratello piace stare isolato, ogni tanto lo vengo a trovare ma non credo che apprezzi la mia compagnia come un tempo, tua sorella gli invia lettere ogni tanto ma non credo che lui le legga, a volte si dimentica persino di mangiare, i ricordi gli danno il tormento di giorno e gli incubi lo perseguitano la notte.-
-Ma sono passati più di due anni.- disse Arya incredula.
-Lo hanno convinto ad uccidere l'unica donna che lui abbia mai amato, tu come staresti?-
-Non sarei così debole, lui ha fatto la cosa giusta.- rispose lei con tono deciso.
-Aye la cosa giusta.- disse il gigante non del tutto convinto guardando oltre un mucchio di alberi.
-Il tuo piccolo corvo si trova sulla riva di quel lago ghiacciato, è meglio che io non venga.-
Arya lo ringraziò e poi si girò per raggiungere il punto indicatole ma venne fermata dalla voce del bruto.
-Se puoi evita di pronunciare il nome della regina dei Draghi.- lei annuì e riprese a camminare.
Si ritrovò davanti ad uno spettacolo magnifico, il sole stava tramontando riflettendo la sua luce su una superficie liscia e ghiacciata mentre le nuvole si tingevano leggermente di rosa.
Sulla riva del fiume vi era una tenda coperta da pelliccie con un piccolo fuoco che ardeva all'ingresso.
Un movimento sulla destra fece sguainare ad Aria la spada, ci mise qualche minuto ad identificare Spettro.
Il metalupo bianco come la neve si fondeva benissimo con il paesaggio che lo circondava, non era più il cucciolo di lupo che suo padre e i suoi fratelli avevano portato a casa tanto tempo fa, era incredibilmente grosso e il suo manto era cosparso da cicatrici.
L'animale le si avvicinò e dopo averla annusata con un momento di diffidenza emise un gauaito felice e le leccò la mano, lei sorrise e si chinò per poterlo accrezzare.
-Spettro chi c'è?- la voce venne da dentro la tenda e  fece accelerare i battiti del cuore ad Arya, si mise in piedi osservando sbucare dai manti di pellicce la persona a cui aveva voluto più bene in tutta la sua vita.
Jon Snow era sempre stato un uomo attraente, anche da giovane.
Gli anni lo avevano migliorato ma l'immagine che la ragazza si ritrovò davanti fu triste.
Il giovane aveva la barba lunga fino alle clavicole, ispida e coperta di sporco, i capelli erano lunghi e non curati, il viso stanco e la pelle grinzosa e rovinata.
Era dimagrito e non camminava più con la postura fiera di un tempo.
Lo guardò mentre si accorgeva della sua presenza.
-Arya?- chiese lui confuso, come se si trattasse di un'allucinazione.
-Sei tu?- lei non lo fece continuare con quelle stupide domande e gli corse incontro abbracciandolo.
Appena lo abbracciò lui restituì la stretta, non con la stessa energia però.
-Mi sei mancata sorellina.- le disse con tono gentile.
Lei si allontanò da lui e lo scrutò un'altra volta da capo a piedi.
Lui sembrò intuire la domanda.
-La disperazione può uccidere quanto  una spada.- le disse in tono grave lasciandola andare e dirigendosi verso il fuoco dove due trote stavano cuocendo.
-Mangia con me.-
Lei si avvicinò e si sedette accanto a lui.
Passarono diverse ore a parlare, Jon si sforzò di essere allegro ma lei capì subito che erano tutti sorrisi di circostanza, era triste, molto triste.
E questo stava facendo spegnere la luce che un tempo viveva dentro di lui.
Non parlarono mai degli avvenimenti della guerra delle due regine.
Arya decise che avrebbe passato la notte lì con lui e che sarebbe partita la mattina dopo.
Mentre dormiva nel suo pagliericcio improvvisato sentì un rumore dall'altro lato della costruzione.
Si accorse che quel rumore era la voce di Jon, stava probabilmente parlando nel sonno.
Non diceva vere e proprie frasi, ma mugugnava in continuazione
-No, no, ...non..... no, non voglio farlo...- andò avanti così per circa mezz'ora poi scivolò di nuovo in un sonno profondo.

La mattina dopo lui non era nel suo letto e lei uscì notandolo intento a preparare la colazione, pagnotte dure di avena, burro ed erbe selvatiche.
-Quanto hai dormito stanotte?- gli chiese lei avvicinandosi.
Lui sorrise non rispondendo ma continuò a rigirare le erbe nel tegame.
-Non meno del solito.- disse poi alzando le spalle.
-Non puoi andare avanti così.-
-Non ti preoccupare per me sorellina me la so cavare da solo.-
-Non ti preoccupare?- chiese lei sconvolta, alzando la voce mentre  la rabbia le faceva stringere i pugni.
-Come faccio a non preoccuparmi? Guardati-
lui non le prestò attenzione e continuò a mescolare le erbe.
Presa da un impeto di furia calció via la ciotola a cui lui si stava dedicando sul fuoco e lo costrinse ad alzarsi in piedi.
-Guarda come ti sei ridotto Jon, sei diventato l'ombra di te stesso, nostro padre si sarebbe vergognato di te.-
-Non osare nominare quell'uomo.-
-Perché? Altrimenti cosa fai?- chiese guardandolo con sfida
-Prendi Lungo Artiglio? Lo sai anche tu che non riusciresti a battere nessuno in queste condizioni.-
Lui la guardò un attimo e lei sperò che volesse controbattere, litigare, combattere, qualsiasi cosa che le facesse capire che lui era ancora un lupo.
Ma suo fratello si accasciò a sedere.
-Sono stanco di combattere.-
Lei gli mise una mano su una spalla.
-Ma devi farlo, devi combattere per te stesso, Jon. Per la tua vita.-
-Quanto vale la vita di un uomo che ha perso tutto ciò che aveva?- la sua voce iniziava a tremare.
-Tu non hai perso niente, io ci sono, Sansa c'è, Tormund, Davos, Samwell, il continente è pieno di gente che non hai perso. Di gente che ti vuole bene.-
Fece una pausa guardando i suoi occhi scuri.
-Ho perso lei.-
Arya sapeva che prima o poi sarebbe venuta fuori, Tormund l'aveva avvertita ma non era riuscita ad evitarlo.
-Jon basta adesso. Tu sei un lupo, difendi quello che sei.-
-Non sono un lupo.- disse lui guardando chissà dove oltre l'orizzonte.
-Si che lo sei, tuo padre era Eddard Stark e io sono tua sorella così come lo era Robb, così come lo è Sansa. Morirai se continui così, e io non ho intenzione di rimanere qui a guardarti morire.-
Si girò e si incamminò in direzione del villaggio dei bruti ignorando le urla del fratello che le chiedeva di tornare indietro.
Trovò  Tormund ad aspettarla e  gli fece un cenno mentre lui si avvicinava.
-Voglio che mandi a mia sorella periodiche lettere su come sta nostro fratello. Ogni mattina tu andrai da lui e lo costringerai ad alzarsi, dagli una ragione per farlo, comincia ad allenarlo , usa il suo dolore, il suo orgoglio qualsiasi cosa tu voglia ma non lasciarlo morire.-
Lui annuì e le diede una pacca sulla spalla.
-Addio piccola lupa se gli dei sono gentili ci rivedremo.-
-Esiste un solo Dio.- disse lei mentre si voltava a guardare la piccola tenda sulla riva del lago ghiacciato
-E non voglio che mio fratello lo incontrì prima della sua vecchiaia. Sono stata chiara?-
Lui annuì con un sorriso determinato sul volto.

TRUTH - GOT SEASON 8 SEQUELDove le storie prendono vita. Scoprilo ora