Meereen pt.2

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Si era seduta in una zona isolata del molo, le assi di legno erano usurate ma riuscivano comunque a reggere il suo peso, teneva i piedi sospesi nel vuoto mentre davanti a lei il sole stava tramontando sul mare.
Erano passati tre giorni dall'incontro e ancora non sapeva cosa fare, non era mai stata così confusa in tutta la sua vita, non aveva parlato con nessuno dei suoi compagni di viaggio anche se loro le avevano fatto parecchie domande.
D'un tratto sentì dei passi delicati dietro di sé, erano troppo leggeri per essere quelli di un uomo e troppo sconosciuti per appartenere ad un membro della ciurma.
Non aveva bisogno di voltarsi per capire chi fosse.
-Mi chiedevo quanto ci avresti messo ad arrivare.- Disse la Stark continuando a fissare il mare.
-E' difficile muoversi in una città dove tutti pensano che tu sia morta.-
Arya si voltò verso di lei, una lunga cappa marrone scuro le copriva la schiena e il cappuccio alzato impediva la vista del volto e dei capelli.
-Perché sei qui?- le chiese la più giovane.
-Potrei farti la stessa domanda.-
-E' stato Bran, lui mi ha detto di venire.-
-Per spiarmi?- le chiese l'altra lasciando trapelare un certo nervosismo.
-Non lo so, quello che so con certezza è che dovrei ucciderti.-
Disse arrabbiata, pensava di averlo superato, pensava di essersi lasciata alle spalle quel giorno ma non era così, le urla le risuonavano ancora in testa e se chiudeva gli occhi riusciva quasi a sentire l'odore di carne umana bruciata.
-Me lo meriterei.- disse l'altra sedendosi anche lei sul molo.
-Credi che per me sia facile? Ci sono notti in cui mi alzo urlando al pensiero di quello che ho fatto...io, ..ho sbagliato e credimi se potessi tornare indietro...-
-Ma non puoi.- la bloccò l'altra.
-Arya ho già pagato per i miei errori, ho perso tutto, i miei amici, i miei figli, il sogno di tutta la mia vita, l'uomo che amavo mi ha infilato un pugnale nel petto, non credi che questo sia abbastanza?-
La Stark la fissò per qualche minuto.
-Come fai ad essere viva?-
-La ragazza che era con me nel parco degli dei, lei è una guaritrice, dopo che .. che tuo... si insomma dopo quel giorno Drogon mi ha portato a Volantis davanti al tempio del Dio Rosso, Joy e delle sacerdotesse si sono occupate di me e sono riuscite a guarirmi senza nuocere ai bambini che avevo in grembo.-
-Sapevi di essere incinta?- le chiese Arya sconvolta.
Daenerys annuì con espressione triste.
-Perche non lo hai detto a nessuno?
Jon meritava di saperlo.-
-Era troppo complicato, lui mi odiava, odiava quello che ero e sopratutto odiava il rapporto che aveva con me.-
Arya si alzò in piedi, guardandola arrabbiata.
-Lui ti amava, ti ama ancora, dovresti vedere come lo ha ridotto quel gesto, come tu lo hai ridotto, si sta lasciando morire.-
Daenerys si alzò a sua volta.
-Arya ti prego ....- prese un respiro
-...se lui lo venisse a sapere verrebbe qui e io non credo di riuscire a guardarlo negli occhi, non dopo quello che ho fatto, non dopo quello che lui ha fatto a me.-
-Ma è il padre.- Arya stava quasi gridando.
-Per favore.- gli occhi della regina iniziarono ad inumidirsi.
Arya la guardò arrabbiata e si voltò andandosene.

Erano passati due giorni da quell'incontro.
Quella mattina alle prime luci dell'alba il capitano della nave l'aveva raggiunta sul ponte dicendole che avrebbero fatto meglio a partire entro almeno una settimana per evitare una tempesta che si stava dirigendo verso la baia.
Per questo si trovava li, in quella piramide.
Di nuovo.
Si ritrovò di nuovo nel parco degli dei, però questa volta era vuoto.
Incontrò un paio di soldati e si azzardò a chiedere dove si trovasse la regina.
Loro la direzionarono verso l'arena di addestramento, si avviò sentendo da almeno 500 metri di distanza il rumore di armi e le grida di qualcuno che dava ordini, scese una scala di pietra che la portò ad un piazzale coperto di sabbia, era grande quasi quanto il cortile di Grande Inverno.
All'interno almeno una dozzina di uomini si stava addestrando con spade da torneo.
Un uomo alto e avvenente istruiva i cadetti suggerendo come migliorare gli attacchi e le difese mentre al centro dello spiazzo due donne si alternavano con delle lance lunghe, munite di punta su entrambi i lati.
Arya le guardò un po' da lontano, erano entrambe molto brave ed era evidente che si allenavano insieme da molto, conoscevano una le mosse dell'altra a memoria.
Avvicinandosi la ragazza si stupì nel constatare che una delle due era proprio Daenerys, aveva due trecce strette che le bloccavano i capelli e indossava braghe lunga in pesante tessuto marrone, una camicia da uomo e un corpetto in cuoio boito.
Era strano vederla così concentrata.
L'altra ragazza era la bionda del parco, tra le due sembrava lei la più esperta perché ogni tanto si bloccava per permettere all'altra di recuperare fiato.
Daenerys provò un attacco laterale puntando al fianco dell'avversaria, lei si girò all'ultimo secondo riuscendo a colpirle la schiena, così la regina si ritrovò sbilanciata in avanti ma riuscì a fare un salto mantenendo l'equilibrio e senza voltarsi colpì all'improvviso l'altra sul mento.
-Bel colpo.- disse Arya ridendo.
La Targaryen si voltò verso di lei e in quel momento approfittando della sua distrazione l'avversaria la colpì alle reni mandandola per terra e puntandole la lancia alla gola.
-Sei morta.- disse sorridendo.
-Sono stata distratta.- sbuffò l'altradisse la targartwn con il broncio.
L'altra le tese la mano per aiutarla ad alzarsi, poi rivolse lo sguardo ad Arya.
-Per oggi possiamo finire così Dany, diventi ogni giorno più brava.-
Detto questo si diresse verso il ragazzo alto che addestrava le reclute e dopo avergli detto qualcosa iniziò ad allenarsi con lui.
Daenerys noto la curiosità di Arya e si avvicinò bevendo acqua da una borraccia.
-Quella è Joy, è la figlia naturale di un Lannister ma qui è solo Joy, è a capo della mia guardia personale.-
-Perche ti serve una guardia personale?-
-Perche i miei figli sono gli eredi della più grande casata di tutti i tempi.-
Arya si voltò a guardarla negli occhi per qualche secondo.
-Vieni facciamo due passi- disse la regina.
Si incamminarono nella direzione opposta da cui era venuta arrivando fino al parco degli dei, la bionda colse due arance.
Le mangiarono sotto l'albero diga, sedute sulla riva del lago.
-Questo posto ha un aria familiare.-
Riflette la mora ad alta voce, Daenerys rise.
-Il clima di Meeren è diverso da quello di Grande Inverno ma ho fatto del mio meglio per farlo assomigliare al parco degli dei che ho visto là.-
La Stark si voltò a fissarla, la regina aveva un'espressione indecifrabile.
-Perché?-
-Perché i miei figli possano conoscere gli dei del padre.- le rispose subito, guardando il voto dell'albero diga
-E' giusto così.- aggiunse poi.
Passarono qualche minuto in silenzio.
-Come mai ti alleni?- le chiese ancora ad un certo punto.
-Proteggerei quei due bambini a costo della mia stessa vita.-
L'altra annuì.
-Arya...- iniziò con un po' di timore Daenerys
-Aspetta fammi parlare per prima.- la interruppe l'altra.
La Stark prese un respiro profondo.
-Ho passato due anni ad odiarti, a desiderare di essere stata io ad ucciderti invece che mio fratello ma... una volta qualcuno mi disse che una vita passata ad odiare qualcuno non fa altro che distruggerti perciò.... - si alzò in piedi seguita poi dalla bionda.
-Voglio lasciarmi il passato alle spalle.-
La guardò negli occhi e le tese la mano.
La regina gliela strinse commossa.

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