Nine

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Jimin's pov

Tutto sommato ero felice.
Prendevo buoni voti, avevo buoni amici,non ero stato particolarmente bullizzato utilmente, forse perchè ormai tutti si erano abituati al mio stile.
Mi chiamavano "doll o babyboy", molto meglio di "gay, frocio, checca o strambo" a parer mio.
Jungkook inoltre era migliorato un sacco nell'interagire con me.
Infatti non lo vedevo da un mese circa.
Ogni tanto trovavo post-it con scritto "sono vivo, non chiamare la polizia"  e io prontamente gli rispondevo che tanto non l'avrei chiamata lo stesso.
Mi andava più che bene, questa situazione.
Una mattina mi svegliai prestissimo con una malsana voglia di fare una passeggiata.
Aprii la porta d'ingresso e davanti vi trovai Jungkook con in mano un post-it.
-Chi non muore si rivede-
si grattò la testa in imbarazzo
-ma sei rimasto nel Settecento? Lo sai vero che ora per comunicare esistono i telefoni e non la carta scritta?-
sbuffò
-lo so bambolina, ma non mi andava di chiederti il numero.-
ruotai gli occhi all'indietro
-oh, galante.-
-Però ormai che sono qui potresti darmelo, principessa-
fece un inchino imbarazzante, per enfatizzare il suo teatrino
-dammi il post-it scemo-
scrissi il mio numero e glielo consegnai.
-Aspettati di ricevere lunghi messaggi d'amore-
sbuffai divertito
-entri o fai il fuggitivo ancora per molto?-
mi guardò e si morse distrattamente il labbro.
Mi fece uno strano effetto.
-Okay-

▪▪▪

-Dove sei stato tutto questo tempo?-
tentai di sembrare vagamente interessato, ma ero seriamente curioso
-da un mio caro amico, aveva bisogno di me per delle cose-
annuii
-capisco-.
Mentre stavo mangiando sentii le sue dita toccare dolcemente l'angolo della mia bocca, raccogliere un pezzettino di ramen sfuggito e portarselo verso la sua.
In modo totalmente naturale, come se lo facesse con tutti.
Ancora quella sensazione strana.
Lo guardai, ricambiò
-che c'è?-
negai con il capo
-no niente.-
Dopo cena tornò in camera e io andai nella mia.
Mi accorsi di aver dimenticato il telefono sul tavolo e tornai in salotto dove la figura mezza nuda di Jungkook troneggiava, del tutto ignara dell'attacco di cuore che aveva causato al qui presente.
-Che ci fai lì? Ti godi lo spettacolo?-
sbuffai
-sta' zitto-
oltrepassai con grande sforzo il suo corpo statuario e raggiunsi la mia meta.
-Vuoi vedere un film o te ne stai sempre rinchiuso in camera come un povero secchione?-
il mio orgoglio ferito agì al posto mio e sentivo già il mio fondoschiena a contatto con il morbido tessuto del divano fin troppo piccolo.
-Che ti va di vedere dolcezza?-
-Possibilmente non la tua nudità, mettitela una maglia ogni tanto-
rise di gusto.
Quando mi trovavo in situazioni strane solitamente rispondevo con il sarcasmo come meccanismo di difesa.
Con Jungkook mi sentivo costantemente fuori dalla mia zona di comfort.
Era così forte rispetto a me, anche la sua mente e la sua lingua lo erano, avrei dovuto impegnarmi il doppio per non farmi sopraffare e non sempre era una cosa facile.
Come in quel momento.
Non mi piaceva lui, per niente, anzi mi stava anche un pò sul cazzo, ma il mio corpo mi mandava certi segnali che non comprendevo.
Sarà perché non hai mai avuto un uomo mezzo nudo accanto a te prima d'ora?
Sarà perché si sta comportando stranamente civilmente e la cosa ti preoccupa?
Il turbinio dei miei pensieri si placò avvertendo i suoi muscoli contrarsi in seguito ad uno stiracchiamento e il suo braccio allungarsi sul divano fin dietro alla mia testa.
Era una cosa tanto naturale per lui, per me era solo una cosa che non doveva accadere.

Noi due di notte sul divano davanti ad un film, entrambi mezzi nudi a modo nostro.

Troppo eccessivo.
Talmente eccessivo che il suo sguardo sul mio e il suo mordersi il labbro distrattamente, la sua vicinanza ora soffocante e la sua pelle esposta mi fece alzare di scatto dal divano e chiudermi in camera.
Come una povera checca isterica.

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