Capitolo 6- what you do to me?

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1 ottobre. L'aria gelida di Vancouver si estendeva sulla città, la stessa che ora Millie cercava di evitare coprendosi curatamene con la sua sciarpa bianca di lana per far si che non prendesse un brutto raffreddore.
Stava andando a mangiare qualcosa in un fast-food della zona, che fosse in centro.

Una mamma trasportava il carrozzino mentre parlava al cellulare, un signore sulla cinquantina vendeva panini per strada nel suo furgoncino illuminato da piccole lucine e una donna stava chiudendo la saracinesca del negozio di abbigliamento.
Sadie non era potuta venire con lei, Perché andava a una cena di famiglia con i suoi, un ristorante italiano da quanto aveva capito.

Millie sospirò ed entrò in un locale dall'aria accogliente.
Un clima caldo la pervase facendola sentire meglio, mentre con uno sguardo cercava un tavolo dove sedersi.
Ordinò una piadina e una lattina di coca.
<<ecco a te>>
La cameriera le si avvicinò nel suo grembiulino rosso mentre posava quella che la sottoscritta aveva chiesto, per poi scomparire di nuovo dalla sua vista.
Nel frattempo alcune persone entravamo, altre uscivano.
Mentre mangiava, lo schermo del suo cellulare si illuminò, era un messaggio di sua madre che le chiedeva come stava, rispose e lo spense per poi posarlo sul tavolino di legno.
Millie non poteva dire di sentirsi come a casa lì,in quella piccola città, ma, in fondo, non era così male come credeva.
Poi in quella settimana senza i suoi, si sentiva più indipendente e la cosa le piaceva parecchio.
Dopo la festa di martedì, non ricordava più niente se non di essersi svegliata con un mal testa che pulsava ed essere corsa nel bagno di casa Sink a vomitare la sbronza rimanente.

Sadie nemmeno le fu d'aiuto, essendo anche lei nella stessa situazione.
Ma qualche ricordo nei giorni seguenti, se pur un po' offuscato, le tornó, e si trattava proprio di quel ragazzo riccio.
Dopo mezz'ora Millie si trovava fuori il locale, in cerca di un taxi da chiamare.
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Finn Wolfhard era seduto davanti alla sua scrivania, concentrato a concludere quei difficili esercizi di chimica.
Si aggiustò con un dito gli occhiali rotondi sul naso più in sù. Li portava solo quando doveva studiare a casa o a scuola, per il resto usava le lenti a contatto dal momento che non gli è mai piaciuto come gli stessero gli occhiali.
Rabbrividì e si ritrovó a stingersi nella sua felpa per il freddo.
Una volta finito, chiuse i libri e scese al piano di sotto a prendere una tazza di thè.

Scorse la figura concentrata di suo padre dall'altra stanza, ovvero, dal suo ufficio nel quale rimaneva chiuso dentro per suoi affari di lavoro anche per tutta la giornata.
Poi, sentì dei passi che dovevano essere quelli di sua madre provenire dal salotto.
<<Finn?>>
lo chiamò.
<<dimmi mamma>>
rispose sorseggiando il suo thè.
<<come già saprai, sono arrivati dei nuovi vicini qui, ti avviso che in un giorno di questi andiamo a fargli visita...appena ritorneranno>>
finn alzó di scatto lo sguardo mentre dentro di sé stava iniziando già a fare i salti di gioia, sentendosi come un bambino che aveva appena ricevuto il suo regalo di natale ma da un lato, non poteva non ammettere che per quanto solo a vederla si sentiva un groviglio di sensazioni nel petto, quella ragazza lo mettesse in soggezione per il comportamento nei suoi confronti e ci sarebbe di certo stato un tipo di imbarazzo fra loro due.
Era sicuro che lei avrebbe sbuffato per tutto il tempo per la sua presenza lì.

<<ritorneranno?>>
chiese il corvino confuso.
<<beh da come so i suoi genitori sono partiti per una settimana>>
Chiarì la madre mentre era intenta a cercare un medicinale negli scaffali alzandosi sulle punte.
Finn annuì silenziosamente
<<okay...>>
concluse lui mentre se ne andò di nuovo nella sua stanza, prendendo il suo pigiama. Si voltò per un momento con lo sguardo verso le porte spalancate che portavano al balcone e la vide. Vide la figura minuta di Millie, con i capelli raccolti in una coda  seduta sul pavimento e quello sulle sue ginocchia doveva essere un libro.

Perchè devi essere così fottutamente carina?

pensò Finn mentre la guardava finchè non morì di vergogna quando Millie d'un tratto alzó lo sguardo per caso, persa nei suoi pensieri, fin quando non vide anche lei quei ricci ribelli in quella stanza illuminata di quella casa poco lontana dalla sua.
<<Non ci credo!>>
pensó lei
<<Ma è uno stalker o cosa?>>
Ci furono alcuni minuti in cui entrambi non riuscirono a distaccare il loro sguardo.
Anche se da lontano, era come se gli occhi della ragazza si fossero incatenati nei suoi, ma fu proprio Millie,che interruppe poi quel contatto, si giró di scatto, si alzó e spense la luce.
D'altro canto, Finn si trovava ancora con le labbra socchiuse.

Bravo finn, davvero, complimenti per la figura di merda
Avrá pensato che la stessi spiando chissà da quanto tempo!

Finn stava maledicendo se stesso in quel momento, ma quel contatto gli era bastato per fargli venire le farfalle nello stomaco...
madonna sembro una femminuccia
cavolo si stava prendendo proprio una bella cotta, inutile negarlo ormai.
Quello che lo attraeva di lei era il fatto che fosse così...Dio non sapeva nemmeno lui come spiegarlo.
Sta di fatto, che aveva capito che non si faceva mettere i piedi facilmente in testa e questa cosa lo faceva a dir poco impazzire.

Mentre cercava di dormire, gli scappò una risatina ripensado a quella sera alla festa, quando Millie assunse quel comportamento buffo da ubriaca che se ci pensava, non si addiceva per niente su di lei.
Il silenzio notturno dominava nella camera e il ricciolino chiuse lentamente gli occhi per poi addormentatsi.









Sorry per il capitolo corto, ma è solo di passaggio🤗💜
See u next chapt!🖤

Fillie- Someone like youDove le storie prendono vita. Scoprilo ora