Capitolo sei

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Mi alzo alle sei e mezza. Inutile dire che stanotte ho dormito poco. Ogni volta che cercavo di addormentarmi, nella mia mente vivevo sempre quella scena. Il ragazzo grosso che mi stringeva e toccava e il ragazzo con gli occhi verdi che mi salvava.
Appena mi alzo mi viene un mal di testa assurdo.Vado in bagno e mi infilo sotto la doccia. L'acqua calda mi fa immediatamente rilassare. Vorrei poter restare qui per sempre.
Mi lavo e quando finisco esco dal bagno, mi dirigo in camera mia e mi vesto. Prendo dei jeans una maglietta semplice bianca e delle vans nere.
Prendo lo zaino e scendo al piano di sotto.
" Buongiorno" - dico prendendo una mela al volo.
" buongiorno " - mi rispondono con freddezza.
Mio padre neanche mi guarda.
" Non scordarti della punizione. Vai a scuola e torna dritta a casa. Intesi? "
" Si mamma."
Esco fuori di casa e trovo il pick up di Lucas davanti.
Mi do mentalmente un colpo in fronte.
Ieri sera ho usato la sua auto.
Salgo dentro e lo chiamo.
Risponde subito.
" Ma buongiorno stella, vorrei sapere come mai hai preso la mia macchina ieri sera? Per colpa tua sono dovuto andare a  scuola a piedi."
Mi viene una risata nervosa.
" ti racconto dopo, passo a prendere Sam e arrivo ".
Stacco la chiamata con Lucas e chiamo Sam.
Risponde al terzo squillo.
" Buongiorno"- risponde con vece assonnata.
" Buongiorno, ti sei ripresa da ieri?"
" Insomma, ho un mal di testa atroce".
" sto venendo a prenderti, fatti trovare già fuori."
" sissignora"- e stacca la chiamata.
Poso il telefono nella borsa e parto.
Arrivo davanti casa di Sam e noto con sorpresa che si è davvero fatta trovare fuori. È seduta nelle scale di casa sua, appena mi vede sale subito in macchina.
Insieme ci avviamo verso scuola.
Trovo parcheggio quasi subito, strano visto che solitamente devo fare mille giri prima di trovarne uno.
Scendiamo e ci dirigiamo verso l'ingresso.
Entriamo e andiamo in direzione dei nostri armadietti.
Apro il mio armadietto e prendo il libro di fisica.
" Ei"-
Mi volto e vedo Lucas appoggiato nell'armadietto accanto.
" ciao"- rispondo continuando a cercare altri libri.
" Adesso puoi spiegarmi perché hai preso la mia macchina ieri sera?"
" Sam era ubriaca e non sapevo come riportarla a casa".
" Potevi chiamarmi, l'avremmo accompagnata insieme."
Di colpo smetto di armeggiare con il mio armadietto e lo guardo.
" ti ho chiamato. Tre volte. Ma non mi hai risposto."
" Oh, ero impegnato." - dice abbassando lo sguardo.
" Già " - colgo l'occasione per fargli delle domande.
" Dove sei stato ieri sera?"
" A parcheggiare"
" Si, e dopo? Non ti ho più visto al falò."
" Sono andato a salutare i miei compagni della palestra"
" E dove?"- gli domando
" Emma che c'è? Perché tutte queste domande?" - mi risponde un po' irritato.
" niente, sono solo curiosa. Non posso esserlo?" - rispondo irritandomi anch'io.
"Adesso entro in classe, non voglio far tardi." - me ne vado senza aspettare una sua risposta.
Vado dritta verso l'aula di fisica quando una persona mi ferma: È Carter.
Oddio, alzo mentalmente gli occhi al cielo.
" Ciao" - mi saluta Carter.
"Ei" - rispondo di rimando.
" ieri non ti ho visto al falò. Non sei venuta?"- mi domanda.
" Si, sono venuta. Ma sono andata via presto.
" Come mai? Ti annoiavi? "- abbozza una risatina.
" Anche, ma ho avuto dei problemi." - rispondo vaga.
" Ah, mi dispiace. Comunque, ti andrebbe di andare a bere qualcosa una sera?- mi chiede timidamente.
Carter Evans mi sta seriamente chiedendo di uscire? Per la seconda volta?
Beh, la prima volta non era proprio un invito...
Però si avvicinava.
" Non lo so" - rispondo sinceramente.
" tranquilla niente di pericoloso, solamente una birra. Ti riporto a casa prima del coprifuoco" - mi risponde sfoderando un sorriso sincero.
Come faccio a spiegargli che il mio coprifuoco praticamente è l'orario di cena? Oppure che sono in punizione per una settimana?
" Va bene, ti faccio sapere"- dico timidamente e sfoggiando anch'io un sorriso.
" d'accordo. Allora ci vediamo Emma."- se ne va lasciandomi un occhiolino.
Che inizio anno bizzarro.
————————-
Il resto della mattinata scorre velocemente e senza particolari intoppi, arrivo a casa in perfetto orario, proprio come mi aveva chiesto mia madre.
Apro la porta di casa e vengo inondata dal meraviglioso profumo della pasta al forno di mia madre.
Dopo essermi lavata le mani mi siedo a tavola, e incominciamo a mangiare in silenzio.
Dopo pranzo vado dritta in camera mia a fare i compiti per il giorno dopo. Apro il mio computer e incomincio a guardare le slide  che devo studiare. Che palle sono tantissime, domani ho il test di storia, e mi sono ridotta all'ultimo minuto per studiare , ( come sempre).
Le devo stampare, ho bisogno di sottolinearle e scrivere appunti, non riesco a studiare altrimenti.
Esco dalla mia camera con la chiavetta in mano per andare nello studio di mio padre, solo qui c'è una stampante, mio padre fa l'avvocato, quindi per lui è fondamentale averne una.
Mi siedo dietro la scrivania e accendo il suo computer , inserisco la chiavetta e copio le mie slide sul suo computer. Accendo la stampante e la avvio. Fa uno strano rumore e mi accorgo di non aver inserito i foglietti bianchi. Che stupida! Perlustro tutta la scrivania ma non li trovo, apro il primo cassetto e non ci sono neanche , apro il secondo e quello che trovo non assomiglia affatto a dei fogli...

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⏰ Ultimo aggiornamento: Oct 13, 2019 ⏰

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