Polaroid - Liam Payne feat. Jonas Blue & Lennon Stella

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Lasciate che vi spieghi com'è successo: non ero in cerca di qualcuno quella sera, non sono mai stato il tipo sdolcinato, che sogna l'amore della propria vita e una famiglia.

Mi sono sempre considerato un osservatore di vite, non come uno stalker, ma da bambino mi faceva impazzire il fatto che ognuno vivesse la propria vita in modo totalmente indipendente, considerandola "noiosa, monotona e da tutti i giorni", e per me quella stessa persona poteva essere semplicemente un passante, che vedevo dal finestrino dell'auto di mio padre, quando mi accompagnava a scuola la mattina. Il tipo aveva una sua vita propria, magari una moglie o magari un marito, magari dei figli, magari un lavoro di successo o qualsiasi cosa. Lui era protagonista della sua vita, ma per me era una semplice comparsa di cinque secondi, che avrei dimenticato nel corso della giornata stessa.

Ho osservato per tutta la mia esistenza e ho capito una cosa: non volevo essere come la maggior parte delle persone, che rincorrono perennemente un obiettivo troppo alto e ambizioso, fallendo, di conseguenza, ogni giorno.

Chiamatemi codardo, ma ho sempre accettato tutto quello che veniva, nel bene e nel male, vivendo alla giornata, senza troppe pretese o aspettative, così, se succedeva qualcosa di bello, potevo esserne doppiamente felice e riuscivo a godere il momento a pieno delle mie emozioni.

Non ho mai creduto nel destino e, soprattutto, non ho mai pensato nel potersi innamorare a prima vista, ma poi all'improvviso io e lei abbiamo amato e ci siamo persi nel momento.

È successo tutto troppo in fretta.

I miei amici mi avevano spinto, contro la mia volontà, alla classica sagra di paese, sempre uguale da quando ne avevo memoria.

Stavo bevendo la terza lattina di coca-cola, invidiando i miei amici non-guidatori, che potevano concedersi una birra bionda fresca.

Mi stavo annoiando tremendamente, giocando con la linguetta metallica della lattina ed elencando tutte le lettere dell'alfabeto, come le dodicenni innamorate, anche se io ero solamente un ventiduenne disperato, che voleva solamente fossilizzarsi a letto con il pc in mano.

La linguetta si staccò con la lettera S, come Sakura, la ninja della foglia del manga di "Naruto", altrettanto energica, forte e intraprendente, come dolce e delicata, simile a un fiore di ciliegio nel pieno della sua fioritura, da cui deriva il suo nome.

Per non gettare la linguetta metallica a terra, me la misi momentaneamente in tasca; l'avrei buttata appena avessi visto un cestino.

Odiavo la maggior parte delle ochette presenti alla sagra, truccate e vestite alla perfezione, neanche fossero alla festa del proprio diciottesimo, pagata con i soldini di papino.

Fu in quel momento che notai una sola ragazza nella folla: bellissima, acqua e sapone, in un paio di jeans attillati e una t-shirt nera promozionale della Beck's, stile quella che ti regalano se compri almeno due lattine di birra. Un abbigliamento semplice e senza eccessi, che riusciva comunque a farti apprezzare le curve e i punti giusti.

Non avevo niente da perdere, così corsi al bar, ordinai un bicchiere di birra alla spina e mi diressi verso la misteriosa e bellissima ragazza.

Io non volevo catturare un sentimento, ma c'era qualcosa in quelle luci lampeggianti.

Ero esattamente dietro di lei, quando mi prese il panico: non avevo idea di cosa dire, né di come presentarmi!

La sua amica mi notò e mi chiese se avevo bisogno di qualcosa, pensando fossi una minaccia ubriaca da cui stare alla larga.

Anche la ragazza si girò.

<<Hei! Sono Liam e... non so come dirlo, in realtà...>> Le porsi il bicchiere <<Ti va un drink?>>

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