See You Again - Wiz Khalifa feat. Charlie Puth

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"Ho di nuovo otto anni. Sono in gita alla zecca di Stato. Sto ascoltando un tipo che spiega come vengono coniate le monete, come i tondelli vengono creati da lastre di metallo, come vengono poi bordati e levigati, come vengono incisi e puliti e come ogni partita di monete viene attentamente esaminata, nel caso una di esse sia venuta fuori con una minima imperfezione"

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Caro Paul,

È così strano, non ti ho mai scritto una lettera, ma, anche se alcune persone mi direbbero che ormai è troppo tardi, io trovo sia finalmente giunto il momento. E' stata una lunga giornata senza di te, amico mio, e ti racconterò tutto quando ti rivedrò.

Ne abbiamo fatta di strada da dove siamo partiti. Noi siamo amici da quando, in prima elementare, le nostre due classi iniziarono a unirsi a ricreazione e ci nascondemmo entrambi dietro il cespuglio del cortile.

Avevamo così paura di essere beccati da Big D, ma riuscisti a fare la 'tana libera tutti' e diventasti il mio salvatore.

L'atmosfera si sentì forte e ciò che era piccolo si è trasformato in un'amicizia, l'amicizia si è trasformata in un legame e questo legame non si romperà mai.

L'amore non potrà mai perdersi e quando la fratellanza arriva prima, allora non sarà mai superata la linea stabilita da noi. Quella linea è quello che abbiamo raggiunto.

Secondo me, a renderti speciale era la tua ingenuità, quella che ti rende sincero, leale ed empatico, non stupido.

Invidiavo la tua facilità nel fidarti: prendevi per vera ogni lettera che gli altri bambini ti confidavano e riuscivi a sincronizzarti totalmente con loro.

Tutto il gruppo ti riteneva la spalla su cui piangere e nessuno aveva cuore di dirti una falsità.

Ti invidiavo perché davi e ricevevi fiducia con una facilità incredibile; io fin da bambino tendevo a dubitare se un qualcosa mi sembrava non logico.

Secondo me, a renderti speciale era la tua spensieratezza, quella che ti rende felice, non imprudente.

Invidiavo come riuscivi a trovare in ogni dove il lato positivo o come il tuo sorriso era così facile e contagioso. Io non sapevo sempre come dimostrare il mio affetto verso un amico, a te bastava un cenno.

Secondo me, a renderti speciale era anche la tua determinazione, quella che ti rende coraggioso, non caparbio.

Ti invidiavo perché fissavi un obiettivo e ti impegnavi a fare di tutto per raggiungerlo, la tua ambizione più grande era quella di scrivere un libro, le mie erano tutte solo ordinarie.

Alle medie diventammo compagni di classe e, in terza, diventai io la tua spalla, quando i tuoi genitori ti obbligarono a iscriverti all'Istituto Tecnico Industriale. Come non parlare della famiglia quando la famiglia è tutto ciò che abbiamo? Dissero che non saresti stato mai in grado di frequentare un liceo classico perché sarebbe stato troppo difficile per te, ma, cavolo, se sbagliavano, avresti fatto di tutto per il tuo libro, persino studiare la notte.

Fino ai nostri tredici anni, siamo sempre stati confinati dentro la nostra piccola realtà del nostro piccolo paese. Per le superiori abbiamo dovuto spostarci verso la provincia e il nostro gruppo si divise.

Abbiamo dovuto cambiare piano, guardare le cose diversamente, vedere il quadro complessivo.

Tutti cambiano verso quell'età, tu compreso e diventasti completamente un'altra persona.

I tuoi compagni di classe iniziarono a sfruttare la tua innocenza e a farti scherzi sempre più crudeli ogni settimana.

<<Come fai a cascarci ogni volta? Non sai usare il cervello? Non apri mai gli occhi? Sei un perdente!>> dicevano.

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