la visita

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Era passato un mese da quando Thomas se n'era andato ma fortunatamente nella famiglia di Dolly nessuno aveva scoperto la sua vera identità poiché in casa avevano solo un televisore malconcio che non funzionava quasi mai e una radio attraverso cui ovviamente le foto segnaletiche non si potevano vedere.
Dolly non aveva parlato con nessuno nemmeno con Lucy ma erano altri i problemi che la preoccupavano. Si sentiva strana, la mattina vomitava spesso, cambiava umore facilmente ed era sempre irritata.
<<Ma si può sapere cosa ti prende? Sei strana in questi ultimi tempi>> Lucy guardava la sorella accigliata. Erano sedute sul divano del salotto e ascoltavano la radio.
<<Sono solo stressata>> tagliò corto.
<<Secondo me sei incinta>>.
<<Cosa?! Ma non dire sciocchezze>>. A Dolly però venne un dubbio. Aveva visto la mamma stare allo stesso modo quando era incinta dei suoi fratelli. Un brivido la percorse.

Passò così un altro mese e presto arrivò la notizia della cattura di Thomas. Dolly si sentiva ferita, arrabbiata ma anche spaventata per aver passato le giornate con un assassino bugiardo. Quello che la rendeva più triste era però il fatto che suo figlio sarebbe cresciuto senza padre. Ormai era certa di essere incinta, era andata di nascosto dal dottore. Non voleva che sua madre lo scoprisse. C'erano già troppe bocche da sfamare in casa e probabilmente si sarebbe infuriata. Thomas però doveva sapere la notizia così comprò i biglietti dell'autobus e inventando una scusa andò alla Tennessee State Prison.
L'ansia la stava distruggendo e il viaggio di andata fu un incubo,faceva caldo e il sedile era scomodo.
L'autobus ad un certo punto si fermò e Dolly vide il cancello della prigione. Era una costruzione grigia e inquietante. Si ritrovò a pensare ''ma cosa diavolo ci faccio qui?''. Ora stava tremando, scende barcollando dal mezzo e si diresse al cancello seguita da un piccolo gruppetto di persone lì per il suo stesso motivo. Una guardia li fece entrare. Vennero tutti perquisiti e poi portati in una sala d'attesa. A piccoli gruppi vennero fatti sistemare in una stanza divisa a metà da vetri con attaccati dei telefoni da entrambe le parti. Dolly venne fatta accomodare dietro uno dei divisori e dopo poco dall'altro lato vide accomodarsi Thomas con una tuta da carcerato. Aveva le mani e i piedi ammanettati, la barba e il viso tirato. Si vedeva lontano due miglia che era stanco e depresso. Quando la vide però i suoi occhi si illuminarono.
<<Perché sei venuta?>>
<<Perché voglio sapere la verità e devo darti una notizia caro Mike>> Dolly enfatizzò il falso nome pronunciandolo.
<<Senti, mi dispiace ho sbagliato ma non volevo perderti>>.
<<Altri dieci minuti!>> gridò una guardia alle spalle di Dolly.
<<Rimandiamo le spiegazioni alla prossima visita se mai vorrai tornare qui>> disse Tom cupo.
<<Beh, ecco... Io sono incinta>> una lacrima le rigo il viso.
Thomas spalancò la bocca e gli occhi gli divennero lucidi. Riuscì solo a biascicare qualcosa che Dolly non capì ma gli sembrò qualcosa come "non è possibile".
<<Per favore teniamolo>>
<<Sì, è quello che voglio fare, non può pagare lui per gli sbagli del padre>>.

Una guardia, grossa e muscolosa si avvicinò a Dolly e la invitò ad andarsene. Era finito il tempo. I due non si salutarono, si alzarono dalle sedie e se ne andarono in silenzio.

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