La sua espressione mi faceva veramente ridere, ma no, dovevo prenderlo in giro ancora per un pò.
Avrà sicuramente pensato di essersi risparmiato l'imbarazzo di dover chiarire l'accaduto dell'altra notte, povero ingenuo.
Mi ricordavo perfettamente tutto.
Mani, bocca, corpo, tutto.
Tutto irrimediabilmente vivido su di me, come tozzi roventi sulla pelle.
Dovevo ammttere che si, mi aveva fatto provare sicuramente qualcosa.
Mi dava sui nervi, ma non potevo non ammettere a me stesso anche il fatto che era indubbiamente bello, bello e solare.
Io, freddo da avere l'intero corpo in ibernazione perenne, si proprio io, ammettevo che quel calore improvviso mi aveva colpito, non sapevo dove, solo, mi sentivo finalmente di poter respirare.
Anche quella mattina, quei suoi riccioli scuri e quella t-shirt nera, così semplice da farmi perdere la ragione.
Dovevo permettergli di stare con me un altro pò? Alla luce del giorno? Dovevo proprio?Ma si.
<<Basta fissarmi riccioli d'oro, andiamo, ho una fame>>
Aggrottò entrambe le sopracciglia con fare ansioso e allarmato.
<<È una trappola? Sul serio, va tutto bene?>>
Sbuffai d'irritazione, per nascondere un ghigno divertito.
<<Se continui vado a mangiare da solo>>
sembrò più allarmato, di certo non si voleva far scappare un'occasione del genere.
<<No, no arrivo>>A tavola sembrava tornato alla normalità, era buffo vedere la quantità di cibo che riusciva a mangiare, lo invidiavo, io lo avevo sempre trovato difficile.
<<Posso darti del tu? Oramai penso che non sia più necessaria una formalità del genere, dopo tutte le offese che ci siamo recati a vicenda>>
glielo permisi
<<si, certo>>
all'improvviso mi venne in mente una mancanza colossale.
Non sapevo ancora il suo nome.
<<Ma tu, come ti chiami?>>
parve stranito dalla mia domanda, di certo quello che stavamo facendo era parecchio strano, solitamente il nome è la prima cosa che ti rende parte della vita di qualcuno, io non sapevo nemmeno quello.
Si schiarì la voce con fare serio, come se dovesse comunicare una solennità, mi faceva proprio ridere, era una sensazione così strana
<<Jungkook, Jeon Jungkook>>
Annuii
Jungkook
<<Parlami di te Jungkook, ho tanto tempo libero oggi>>
<<Cosa vuoi sapere, Jimin? >>
Jimin
<<perché cavolo mangi così tanto, ad esempio>>
rise di gusto
<<adoro il cibo, è una delle cose belle del mondo>>
annuii, non la pensavamo allo stesso modo
<<raccontami della tua famiglia, del perché fai questo lavoro>>
la sua voce era profonda e armoniosa, dolce, rauca a momenti, lineare.
Sorrideva spesso, gli occhi però non si chiudevano completamente come facevano i miei, anche quando sorrideva rimaneva, indubbiamente, bello.<<E tu? Raccontami di te, io sto parlando fin troppo>>
mi destai dal miei pensieri
e io?
<<Beh.. oh, scusami un attimo>>
feci finta di rispondere al telefono
<<odio la mia società, non sanno il concetto di "week-end", devo andare>> .
Riposi l'accendino dentro la tasca e mi alzai in fretta.
Non ero ancora pronto, dopo tutto quel tempo, non ero ancora pronto.
<<Ma..Jimin>>
girai i tacchi sospirando
ci vediamo, Jungkook.
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sit next to me - jikook
Fanfiction"Scusi, può spostare la borsa? Il mio posto è B22, accanto al suo." • • • "Chi si rivede, lei è quello che mi ha guardato male tutto il tempo per non averle lasciato il posto al finestrino." • • • "Senta, mi dica chi è che la manda. Sono tre giorni...