Jimin.
Riusciva sempre a stupirmi.
Dall'ingresso di quella porta, con il suo solito ghigno da "sotuttoio" fino alla sua richiesta fin troppo innocente.
Però ero molto sollevato, non ricordava niente.
I suoi occhi limpidi mi scrutavano più del solito, voleva sapere qualcosa sul mio conto, voleva studiarmi.
Ma anche io volevo sapere di più su di lui, quell'uomo è un vero mistero.
Cosa sapevo di lui?
Era freddo, scostante, fumava tanto, mangiava poco, sicuramente intelligente, di quell'intelletto non lascia spazio a nient'altro se non a se stesso, uccide relazioni e possibilità di scambio.
Cos'altro?
Beh..il suo intenso profumo, i punti che lo rendono malleabile, il suo sapore, le curve del suo corpo, la morbidezza dei suoi capelli e..
ed è il caso di finirla.
Ora è in piedi, in tutta la sua bellezza d'azzurro limpido e d'oro bianco, ma perché poi?
Ah, se ne sta andando.
Se n'è andato, come è arrivato, senza dire niente.
Oh beh, era il suo modo di essere, supponevo, dovevo abituarmici.
Tornai in camera, poi decisi di noleggiare una bicicletta e farmi un giro tra i parchi di Parigi, aria fresca era ciò che mi ci voleva.
Tornato poi in hotel, stanco e sudato, era ormai sera.
Squillò il telefono
<<pronto? Cosa? Bambam, da quanto tempo! Come stai? Al "Jamais vu" questa sera? Va bene,non c'è problema. Si, a stasera>>Il bar era parecchio affollato, mi pareva fosse uno dei più frequentati, trovai il mio amico appoggiato al bancone a provarci con la barista, tipico di quando era un adolescente.
Sorrisi.
Mi mancava parlare con un amico di vecchia data.
Parlammo molto e a lungo di tutta la nostra vita dalle superiori in poi, era diventato un'artista, aveva appena dato una mostra, mi sarebbe piaciuto poterci andare.
Il display del mio orologio segnava quasi le 3, decidemmo perciò di congedarci, ero parecchio stanco.Un riflesso d'oro mi fece girare di scatto. Dall'altra parte del bar, comodamente appoggiato ad un divanetto se ne stava Jimin, circondato da uomini e donne maturi, a cui brillavano gli occhi in maniera oscena e perversa.
Le gambe si mossero da sole, mi stavo facendo spazio tra quel branco di lupi, prendendo Jimin con la forza per un braccio e portandolo via da lì, di nuovo.
Nella lista di cose che sapevo di lui dovevo aggiungere che era un assiduo frequentatore di bar, oltre che un attira carogne, inoltre era uno a cui piaceva creare problemi agli altri.
A me.
In taxi tornammo in hotel, mi sembrava di avere un déjà vu.
Lo scortai con non molta fatica fin dentro camera sua, non sembrava del tutto ubriaco, solo assente.<<Jungkook>>
<<mh?>>
<<mi ricordo tutto.>>
Lo disse con tale fermezza, gli occhi limpidi che guardavano altrove, la camicia leggermente sbottonata, i capelli sparsi per il cuscino, il suo intenso profumo tutt'intorno.
Strinsi la mascella.
Non di nuovo.
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sit next to me - jikook
Фанфик"Scusi, può spostare la borsa? Il mio posto è B22, accanto al suo." • • • "Chi si rivede, lei è quello che mi ha guardato male tutto il tempo per non averle lasciato il posto al finestrino." • • • "Senta, mi dica chi è che la manda. Sono tre giorni...