Fissavo le parole che ormai conoscevo a memoria:
Ben Elienton 45 anni padre
Eleanor Elienton 42 anni madre
Robin Elienton 10 anni figlia
L'intera famiglia è deceduta in un'incidente d'auto
Alzai gli occhi dal foglio e fissai l'acqua del lago di Battersea Park pensierosa.
Erano cazzate, tutte cazzate.
Gli Elienton erano morti con onore e nessuno lo avrebbe mai saputo perché su un foglio di carta in remoto angolo di un archivio dove nessuno avrebbe mai guardato c'era scritto che erano morti in un incidente d'auto.
Comunque questo era solo il foglio che sarebbe stato alla centrale di polizia, al governo inglese avrebbero avuto il resto del fascicolo: Almeno 20 pagine sulla famiglia, sulla loro vita e su ciò che faceva. Non ero riuscita a leggerla ancora tutta.
Quando Mycroft me l'aveva portata ero andata in camera ansiosa di leggere quello che non sapevo, ma mentre ero ancora solo all'inizio mi venne da piangere e le pareti della stanza sembravano fin troppo strette. Ero scesa in fretta dalle scale e mi ero fermata in salotto per prendere capotto e borsa. Lì Sherlock mi aveva visto infilare la cartellina in borsa con le lacrime che ormai scendevano.
- Dove vai?- mi chiese. -Non lo so.-
L'aria fredda mi ha subito schiarito le idee, mi sono asciugata le lacrime e poi sono finita qui appoggiata a un tronco a Battersea Park.
Il sole mi scalda tiepido mentre si accinge a tramontare. Ero rimasta al parco tutto il pomeriggio perché qui regna un così gran senso di pace che sembra che niente di male fosse mai accaduto o potesse mai accadere. Prendo un respiro profondo e con movimenti meccanici mi alzo per tornare a casa. Aprendo la porta sento le ormai familiari note di violino e di questo sono solo grata, se Sherlock ha altro a cui pensare non farà domande. Ma quando entro in salotto lui smette subito e annuncia con voce piatta :
- Ho fatto il the.-
Se speravo che mi avrebbe lasciata in pace mi sbagliavo di grosso, voleva farmi parlare. Forse sperava di potermi cogliere in un momento di debolezza, ma la debolezza l'avevo lasciata a Battersea Park e ora è certo che non gli dirò niente. In silenzio mi offre una tazza di quello che sembra un Earl Grey venuto male, la stringo tra le mani per assorbirne il calore mentre mi vado a sedere sulla poltrona.
-Perché non mi hai detto che conoscevi mio fratello?-
Sospiro, non ho voglia di stare ad ascoltarlo mentre fa congetture, esige risposte solo perché ad un tratto sono diventata interessante.
- Avrebbe fatto qualche differenza?- rispondo.
- No.-
Un silenzio cade su di noi e io mi preparo alla sfilza di domande.
- Sulla cartellina c'è scritto caso Elienton. Chi è Elienton? Che cosa ha fatto?-
- Non ho intenzione di dirtelo-
- Come conosci mio fratello?-
-Mi ha aiutato-
- Quando?-
-Quando ne avevo bisogno-
- Perché avrebbe dovuto aiutarti?-
- Perché era amico dei miei genitori-
-Perché era?-
- I miei genitori sono morti-
- Mi dispia...-
- Oddio risparmiatelo, non te ne potrebbe fregare di meno -
- Perché mio fratello voleva che tu avessi quella cartellina?-
- Non sono affari tuoi- detto questo mi sono alzata e me ne sono andata
STAI LEGGENDO
I'm trusting you
FanfictionEllie Jackson si trasferisce al 221b si Backer Street, ma la sua precedente vita e i segreti da mantenere la metteranno in conflitto con Sherlock, ma essi dovranno collaborare per poter incastrare un nemico comune