Capitolo 4

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Capitolo 4

“Non è niente, Harry.” Sussurrai.

“Tiff, dimmelo.” Mi stava implorando silenziosamente.

“Harry, per favore…” Lui mi abbracciò, e le parole in quel momento furono inutili, bastava il suo tocco per farmi rilassare.

“Chi ti ha toccata? Ho bisogno di saperlo, Tiffany.” Esitai ma proprio in quell’istante lui accarezzò la mia guancia, confortandomi.

“Mio padre.” Il tutto uscì in un sospiro spezzato. Ad un tratto la presa della sua mano divenne più leggera.

“Cosa stai dicendo? Guardami, per favore.” E quando alzai lo sguardo, fui sorpresa nel vedere un raggio di paura attraversare i suoi occhi.

“Mio padre, mio padre, sono 12 anni.” Non riuscivo a formulare una frase completa, avevo paura, ero terrorizzata.

“Tiffany, mi dispiace così tanto.” Mi abbracciò ancora più forte, facendomi perdere nel suo inconfondibile odore.

“Harry…” Iniziai a piangere, mentre terribili flashback di quelle viscide mani occuparono la mia mente.

“Si risolverà tutto, solo, promettimi una cosa.” Lo guardai, facendogli segno di continuare.

“Denuncialo, vai dalla polizia e denuncialo.”

“Io non posso Harry, sono troppo orgogliosa per farlo, e poi, è lui che mi offre un letto su cui dormire.” Mormorai.

“Tiffany, vuoi continuare in questo modo? Manca ancora un anno fino ai tuoi diciotto anni, per favore.” Era mio padre, la persona che avrebbe dovuto  prendersi cura di me per tutti questi anni, la persona che doveva confortarmi e sussurrarmi parole belle prima di andare a dormire. Ma in tutti questi anni, la stessa persona, non c’è mai stata.

“Coraggio, Tiff.”

“Va bene, lo farò.” A quelle parole, lui sorrise.

“Grazie.” Ed ecco che mostrò uno dei suoi sorrisi mozzafiato, incorniciato dalle sue fossette meravigliose.
***

“Tiffany, ti stai addormentando, vogliamo andare a dormire?” La serata passò in fretta ed io, stavo morendo dal sonno.

“Va bene.” Sorrisi.

“Dai, andiamo su.”

“Harry, dormo io sul divano, stai tranquillo.”

“No, posso dormire io sul divano.”

“Harry.” Diventai scherzosamente seria.

“Tiffany.” Lui fece lo stesso.

“Sei insopportabile.” Gli tirai uno schiaffo sulla spalla.

“Mai come te, principessa.”

“Allora, buonanotte.” Abbassai lo sguardo, intimidita.

"Buonanotte." Un silenzio imbarazzante fece eco nel soggiorno.

"Harry..."Fece per andarsene, ma io lo bloccai. Si voltò.

"Grazie. "Sorrisi debolmente.

"Non c'é di che." Mi lasciò un lieve bacio sulla guancia e si girò, facendo ondeggiare i suoi capelli.
***
Un altro schiaffo, un'altra caduta, un altro livido, un altro pianto.
"Papà, lasciami. Aiutatemi!" Urlai, piangendo.
"Sarà la tua fine, Marie." Marie?
"Sono Tiffany, papà. Mamma non c'è più, lasciala stare." La sua mira non ero io, la pistola era puntata verso qualcun altro. Mi girai.
"Mamma, no!" C'era lei, la mia mammina. Non feci in tempo a voltarmi, che un colpo attraversò il suo esile corpo.

Mi svegliai piangendo, la testa mi doleva e la mia mano era a contatto con una superficie calda e ruvida.

"Tiffany, stai tranquilla." La sua voce, lui.

"Harry, per favore. Non voglio dormire da sola." Respiravo difficilmente. Lui mi sfiorò il braccio, sorridendo.

"Dormirò con te."

"Grazie."

"Arriverà il giorno in cui non dirai 'Grazie'?"Rise.

"Forse." Risi anch'io.

"Dormiamo adesso." Si stese accanto a me, facendomi beare della sua schiena muscolosa, ricoperta di inchiostro nero.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Oct 30, 2014 ⏰

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