Nei giorni successivi all'incidente di Ethan, l'ospedale divenne un circo mediatico. Il continuo andirivieni di persone alla ricerca di notizie disturbò non poco la normale routine dei dottori e degli infermieri. Anche se non lavoravo vicino al reparto in cui era stato ricoverato, ascoltavo spezzoni di notizie dai colleghi. Sapevo che la maggior parte di esse veniva ingigantita, modificata o, addirittura inventata quindi, per avere conferma del suo reale stato di salute, ad ogni pausa che avevo, passavo dalle colleghe che lavoravano in terapia intensiva per avere ulteriori notizie.
«... è sopravvissuto alle prime ventiquattro ore, quelle più critiche...»
«... abuso di stupefacenti alcaloidi... cocaina... alto tasso etilico nel sangue...»
«... l'edema ha iniziato a sgonfiarsi, aspetteremo le novità...»
«... ancora in coma...»
«... niente è cambiato da ieri infermiera Graff...»
«... pregheremo per lui...»
«... vai a casa riposare Mia, ho il tuo numero di telefono e te l'ho già detto che per qualsiasi novità mi farò sentire...»
Quando me lo permettevano passavo a trovarlo, rimanevo nella sua stanza solamente pochi minuti, per tenergli compagnia. Non c'era modo di sapere se poteva sentirmi, ma volevo disperatamente credere che stavo portando un piccolo contributo alla sua guarigione. Speravo che potesse sentire la mia presenza, il mio conforto e magari, chissà, ascoltare la mia voce.
«Ti ricordi Ethan come ci siamo conosciuti?»
❤❤❤❤
L'aria attorno a me profumava di Natale, la mia vita non poteva essere più bella. A casa stavamo preparando la cameretta per l'arrivo del mio fratellino, Nicolas, che sarebbe nato nel giro di qualche mese. Avevo quasi diciassette anni, il mondo mi aspettava con le sue porte aperte. Quel pomeriggio stavo andando da Sheila per un party nella piscina riscaldata che aveva in giardino riparata da un gazebo, si festeggiava l'inizio delle due settimane di vacanze invernali. Eravamo appena una ventina di invitati, ovviamente Scheila non ammetteva molte persone ai suoi party, mi sentivo fortunata perché ero la sua migliore amica. Ci eravamo conosciute alla scuola dell'infanzia ed eravamo diventate inseparabili.
Chiusi ancora di più il cappotto e aggiustai il berretto attorno alle orecchie, faceva un freddo micidiale quel giorno. Girai l'angolo della strada, canticchiando la musica che risuonava dagli auricolari, mentre tenevo le mani, avvolte dai guanti di lana, sopra al berretto per proteggermi dal freddo pungente. Una folata di vento gelido arrivò implacabile, facendomi fare un passo all'indietro. Dall'altro lato della strada, qualche metro più avanti, c'era il lido della mia piccola città. In quel periodo dell'anno, il comune riempiva tutta l'area erbosa del campo da calcio con dell'acqua, che congelandosi creava una pista di pattinaggio sul ghiaccio davanti al lago. Nei giorni particolarmente belli, il chiosco veniva aperto e noi ci incontravamo per pattinare e adocchiare i ragazzi. Sorrisi tra me e me, quanti bei ricordi legati a quei pomeriggi e quante serate indimenticabili trascorse sotto alle stelle.
Purtroppo quel pomeriggio la pista era vuota. Passai di fianco ad una macchina scura parcheggiata sul ciglio della strada. Dentro c'era un uomo che guardava qualcosa sul telefono, probabilmente un turista che si era perso, pensai.
I miei occhi si soffermarono sulla pista e, all'improvviso, scorsi una sagoma che passò slittando verso la parte opposta, a una cinquantina di metri rispetto a dove mi trovavo. Di colpo mi fermai, quella persona non stava slittando, volava sui pattini. Aveva in mano un bastone da hockey e rincorreva il puck, il piccolo disco nero usato per segnare i punti. Descrisse un arco perfetto con i pattini raschiando, alzando il ghiaccio e creando una specie di ventaglio mentre spostava il puck da una parte all'altra, con una precisione impressionante. Rimasi a guardarlo, avevo già visto parecchi ragazzi giocare ad hockey, ma non avevo mai visto niente del genere. Era come se fosse un tutt'uno con il bastone. Si muoveva come un fulmine nel cielo: veloce, brillante, con un'energia impossibile da contenere. Scivolava sul ghiaccio e il suo corpo si muoveva in perfetta sincronia, era veramente abile ma era molto di più, era bellissimo. Sicuramente era un ragazzo, si capiva dalla corporatura, ma non sembrava che si stesse allenando, perché indossava dei jeans e una giacca a vento. Feci qualche passo avanti per avere una visuale migliore quando si lanciò in una manovra spettacolare, purtroppo i suoi pattini finirono in una qualche imperfezione presente sulla pista, i suoi piedi si impuntarono e sparirono da sotto di lui in un istante, facendolo cadere a terra. Dalla mia postazione guardai inorridita la sua caduta. Aspettai qualche secondo, ma vedendolo a terra, a metà tra la posizione seduta e quella sdraiata, mi preoccupai e decisi di avvicinarmi per accertarmi che stesse bene. Forse si era fatto male, magari aveva le vertigini, oppure si sentiva confuso. Mi tolsi gli auricolari, sorrisi quando lo sentii imprecare ad alta voce, sicuramente pensava di essere solo. Pensai di tornare sui miei passi, ma non si era ancora alzato, non potevo lasciarlo lì. La piccola infermiera che viveva già dentro di me, dettò gli ordini facendomi camminare nella sua direzione. Mi dava la schiena e continuava a imprecare, provò ad alzarsi, ma poi si lasciò cadere gemendo e spostandosi di lato, si tolse un guanto e si mise la mano sul sedere, come per valutare i danni. Quando la tolse vidi che era coperta di sangue. Accelerai il passo, forse si era veramente fatto male. Non si dava pace e con i pattini calciò, con forza, qualcosa accanto a lui, probabilmente la causa della sua caduta. Vidi volare la punta metallica di un irrigatore. Stava ancora maledicendo il pezzo di metallo piegato qualche metro più in là, quando gli arrivai alle spalle, e lui, vedendo la mia ombra apparire da sopra, si bloccò a metà frase, senza dire un'altra parola.
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Il confine dell'amore - Un Romanzo bestseller New Adult
Romantizm❤️❤️❤️ Book Trailer disponibile all'inizio del primo capitolo. ❤️❤️❤️ 𝐋𝐚 𝐭𝐮𝐚 𝐦𝐢𝐠𝐥𝐢𝐨𝐫𝐞 𝐚𝐦𝐢𝐜𝐚... 𝐐𝐮𝐚𝐧𝐭𝐨 𝐩𝐨𝐭𝐫𝐞𝐬𝐭𝐢 𝐞𝐬𝐬𝐞𝐫𝐭𝐢 𝐬𝐛𝐚𝐠𝐥𝐢𝐚𝐭𝐚? Sinossi: Vi conoscete fin da piccole, siete cresciute insieme, diventan...