Cuore nero

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Austin

Impavido.

L'appellativo sulla bocca di tutti, il quaterback che si beffava di ogni difesa avversaria, il giovane ragazzo che ha estirpato il linfoma osservando la morte con disprezzo.

Austin realizza, ora, che coraggioso è colui che riesce ad affrontare il proprio passato e, nei giorni peggiori, sperare nel futuro.

Azioni, entrambe, che dovrà compiere, non per mostrare il coraggio che più volte l'ha abbandonato, ma per salvare un'anima spezzata.

Trisha, una rosa sbocciata nella sua finta indifferenza. Petali crollati al suolo, grondanti di sangue, quando il passato era riemerso dall'oblio.

Una missione da intraprendere, la verità da dover far riaffiorare dai ricordi, grattare la superficie della rispettabilità di chi, come lui, cela mani insanguinate.

«Cosa vuoi, Rogers?» un suono acuto blocca ogni sua riflessione, riesce a percepire il disprezzo modulato dalle parole soffiate a pochi metri da lui. Schiude gli occhi, le spalle si scostano dal muro di mattoni rossi che circonda la scuola e su cui si era appoggiato, le mani finiscono all'interno delle tasche dei suoi jeans.

Cicatrici cremisi risaltano sul viso pallido, il braccio destro è sorretto da una fasciatura, le labbra sono strette in una linea dritta e inarca un sopracciglio nel palese tentativo d'infastidire colui che l'ha disturbato, chiedendogli di incontrarsi prima dell'inizio delle lezioni.

«Grazie per essere venuto, Edwards.»

Una smorfia si disegna sulla sua bocca, la mano s'insinua tra i capelli, sbuffa e chiosa i motivi che l'hanno spinto ad accettare. «Non sono qui per te!»

«Per chi, allora?» Austin pronuncia cauto, timoroso di udire la sua risposta e maledicendo il giorno in cui i loro mondi sono entrati in collisione.

«I quotidiani di Augusta sono distribuiti pure a Bar Harbor. Vi era una notizia assurda e sebbene nessun nome sia stato fatto, quelle iniziali mi hanno insospettito. In genitori di Cody hanno confermato tutto, mi hanno informato delle sue condizioni e anche... Non riesco ancora a crederci, è tutto così assurdo. Sono qui solo per Trisha!»

«Non pronunciare il suo nome, nessuno di voi è degno di lei e non vi consentirò di farle ancora del male!» Austin scatta scostandosi completamente dal muro, il volto è a pochi centimetri da quello di Luke, la disperazione che gratta le corde vocali dà vita a un urlo smorzato mentre le mani stringono con forza lembi di stoffa della sua camicia inamidata.

Le iridi di Luke brillano d'indignazione mentre cerca di divincolarsi dalla morsa di Austin. «Io non sono responsabile di quello che ha fatto Cody, volevo vendicarmi di te ma non sarei arrivato a questo. Trisha è sempre stata il tuo punto debole, perderla sarebbe stata la giusta punizione, ma lei ha preferito te! Volevo punirla perché me ne ero innamorato, avrei dovuto, invece, approfittare del ricatto per farla tornare con me. Tutto questo, forse, non sarebbe mai successo, è dura reggere i sensi di colpa.»

«Taci, non nominarla! Ti ho fatto venire qua unicamente per sapere cosa è successo questa notte. Qualcuno ha cercato di uccidere sia te sia quel bastardo, voglio scoprire cosa c'è sotto!»

«Continuo a odiarti per quello che hai fatto a Roxane, non può, però, continuare a pagare Trisha. Ora, è lei l'unica priorità.»

Austin annuisce, allentando la stretta sulla camicia, «Non ho ucciso Roxane, quando sono andato via, respirava ancora. Sono stato io ad allertare i soccorsi, ma quando sono arrivati, il suo corpo non era più laddove lo avevo lasciato. La tua fidanzata spacciava droga per conto di Blackhearts, e la assumeva anche. Quando è arrivata al locale, ho ascoltato uno stralcio di una sua conversazione telefonica e ho scoperto che quel maledetto aveva messo gli occhi su Trisha, un'altra faccia pulita da attirare nella sua rete. Appena è andata via, l'ho seguita. Non potevo permetterle di invischiare Trisha! Come hai ricevuto quella foto? Perché non mi hai denunciato invece di ricattarmi con Caroline?»

Luke scuote il capo, il suo volto è privo di emozioni, «Mi è arrivata nella cassetta postale in forma anonima. Caroline non possiede nessuna copia di quella foto, a lei l'ho solo mostrata. Liberati di quell'essere fastidioso e cerchiamo di capire cosa sta succedendo. La mia vendetta può aspettare, conta solo Trisha e lei ha bisogno di te. Vorrei poter essere io la persona capace di guarirla, ma sono consapevole di non esserlo. Queste parole mi costano tanta fatica, credimi, benché non possa evitare di dirti che lei necessita di te.»

Un ticchettio molesto interrompe la conversazione tra i due giovani. «Austin, ti sto cercando da ieri...»

«Al diavolo, Caroline. Hai smesso di tenermi in pugno.»

Austin muove la testa a mo' di saluto verso Luke e oltrepassa l'arpia, intenzionato ad allontanarsi da lei e tornare a casa da Trisha. «Edwards, la informi tu sugli ultimi sviluppi del vostro ricatto? Addio, Caroline.»

Cammina lento, muove passi incerti, la sua mente è colma d'immagini sfocate che tenta d'incastrare tra loro per arrivare alla verità; voci lontane riecheggiano nelle orecchie, vacilla mentre sente nella bocca il sapore del sangue, segno che un'altra crisi sta per sopraggiungere.

Velocizza i passi, bramando di arrivare a destinazione in un batter di ciglia. Una casa deserta accoglie il suo rientro, lui marcia spedito verso camera sua affinché possa riprendersi prima di andare da lei.

Il battente della camera da letto è socchiuso, una fioca luce e deboli bisbigli fuoriescono da esso. Austin si muove cauto, sporge la testa per spiare dalla fessura chi si è introdotto senza permesso e scorge due figure distinte guardare con vivo interesse la cassaforte celata dietro la gigantografia di Trisha, fatta realizzare dal ragazzo poche settimane dopo la sua partenza. «Che cosa fate?»

Spazio autrice

Luke inizia a ragionare mentre Austin vi svela qualche dettaglio sul passato.

È più chiara la situazione?

Diciamo addio a Caroline?

Due figure si introducono in camera di Austin, chi saranno mai?

A presto
Baci
Mariarosaria

Quel che resta di noiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora