Capitolo 3

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Avevo il cuore a mille, ed ero certo che ciò che mi avrebbe detto, avrebbe cambiato tutto. Preso dal momento, gli avevo risposto di sì a tutto, ma non sapevo se davvero ce l’avrei fatta.
«Io penso di essere bisex, Ben. Provo davvero attrazione per i ragazzi, sentimenti, ma quando si tratta di… Arrivare al dunque, ecco… Mi blocco. Io non ci riesco. Ci ho provato tante volte, ma mai una volta che io mi sia riuscito a lasciar andare. Ecco perché in questi due anni ho continuato a tenerti lontano da me. Tu mi piaci, tantissimo, sei un ragazzo unico… Ma non credo che ce la farei…», disse piangendo, mentre le guance erano rosse per l’imbarazzo.
«Fede, scusa se mi permetto, ma chi erano questi ragazzi?».
«Che ne so. Erano tipi a caso conosciuti in discoteca», borbottò.
Ed un sorriso m’illuminò le labbra. Forse avevo capito.
«E tu saresti stato l’attivo o il passivo?».
Lui, se possibile, arrossì ancora di più.
«Benjamin, ma ti sembrano domande da fare?!», urlò con voce stridula.
«Fede, sto cercando di aiutarti. Potresti limitarti a rispondermi?».
«Passivo…», sussurrò, ed io non potei contenermi dallo scoppiare a ridere.
«Benji, sei serio?! Io ti sto dicendo una cosa che mi porto dentro da anni, che mi fa male, che nessuno sa, e tu ridi?!», disse ferito, facendo per alzarsi, ma io lo bloccai e lo baciai a stampo.
«Scusa, piccolo, non volevo ridere, ma è stato più forte di me», gli dissi dolcemente.
«Mi dici almeno che hai da ridere?», disse leggermente più calmo.
«Fede, è normale che tu non sia riuscito a lasciarti andare con quei ragazzi. Era la tua prima volta, un passo importantissimo, e nemmeno li conoscevi».
«Tu… Tu pensi che sia questo il problema?».
«Credo proprio di sì. Quando mi fidanzai la prima volta con un ragazzo, ci misi un anno per andare a letto con lui, quindi non vedo che cosa ci sia di strano che tu con loro non abbia fatto nulla, soprattutto se consideri che erano perfetti sconosciuti».
Un sospiro di sollievo lasciò le sue labbra, e mi abbracciò.
«Grazie, Ben».
«Non ho fatto niente», dissi leggermente stupito, ricambiando però l’abbraccio.
«Invece sì. Sei finalmente riuscito a sbloccare un qualcosa che non mi faceva vivere tranquillamente da ormai cinque anni… Non ci posso credere di essere stato così ingenuo da non pensarci subito».
«Per te era tutto nuovo, Fede. È normale che tu ti sia lasciato bloccare dalle paure senza nemmeno pensarci».
«Sei davvero importante per me, Ben», mormorò poggiandomi la testa sulla spalla.
«Anche tu, Fede».
Rimanemmo abbracciati, in quella posizione, a lungo. Non sapevo se mi avrebbe dato una possibilità, alla fine, ma almeno sapevo la verità, sapevo cosa lo turbava, e sarei riuscito ad aiutarlo. E poi, aveva detto che gli piacevo… Cazzo, solo a ripensarci, sorridevo come un ragazzino ed il cuore andava a mille.
«Ben, posso farti una domanda?», mi sussurrò all’orecchio, e mi accorsi di come avesse il batticuore.
«Dimmi tutto, piccolo».
«Saresti disposto a provarci? Cioè, a darmi una possibilità?», disse, il tono spaventato, puntando i suoi occhi nei miei.
Ma era una paura inutile. Io non desideravo altro che stare con lui, e avrei fatto il possibile per resistere ed aspettarlo, per sbloccare ogni sua paura affinché potesse vivere tranquillamente qualsiasi cosa sarebbe nata fra di noi. «Federico, io sono perso per te da quasi due anni. Ti desidero come non ho mai desiderato nemmeno, e la risposta non potrebbe che essere una soltanto. Sì. Sì, Federico, voglio provarci, starti vicino, ed amarti».
«Ben… Sarà difficile, lo sai?».
«Sì, Federico, lo so».
«E davvero sei disposto a lottare per me?».
«Assolutamente. Per te e con te. Certo, non posso prometterti una storia perfetta, ma posso prometterti che se litigheremo, verrò a cercarti per chiarire, che ti verrò incontro se tu farai lo stesso con me, che non ti obbligherò mai a nulla, che ti rispetterò e che capirò che hai i tuoi tempi. Ti posso promettere che sarò sincero, che non ci saranno altri al di fuori di te, ma sono umano, e che anche se guarderò un altro, penserò che non è bello quanto lo sei tu. Posso prometterti me stesso, Federico, con tutti i miei difetti ed i miei pregi. Ed ora sono io a chiederlo a te. Sei disposto a provarci?».
«Sì, Benjamin. Sono disposto a provarci perché tu, nonostante tutto, mi fai stare bene».
Ed il bacio nel quale lo coinvolsi dopo, fu assolutamente perfetto.
Quella sera segnò un nuovo, meraviglio inizio, con Federico al mio fianco. Ero felice, troppo, e passare la notte abbracciato a lui, nel suo letto, mi fece addormentare col sorriso sulle labbra.

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