«Emma, te lo ripeto per l'ultima volta: o ti sbrighi ad uscire da quel bagno, o giuro che me ne vado senza di te!», esclamai.
Avevo perso in conto degli avvertimenti che già le avevo rivolto. Ma senza risultati. Continuava a rimanere in bagno, ed io proprio non riuscivo a capire che diamine stesse facendo. Ormai anche i messaggi di Federico erano diventati innumerevoli, e continuare ad ignorarli non servì a nulla, visto che mi chiamò. Pronto a sentirlo urlare, risposi.
«Benjamin, mi spieghi che cazzo di fine avete fatto? Sono qui con Caiden da ormai mezz'ora, ed è anche diventato abbastanza imbarazzante!», strillò.
«Fede, amore mio, calmati. Io sono pronto da una vita, ma non dipende da me se mia sorella è chiusa in bagno da più di un'ora», cercai di calmarlo.
«Allora vieni senza di lei. Insomma, ha vent'anni, saprà farsi un quarto d'ora a piedi da sola», sbottò.
«Piccolo, hai ragione, e posso assicurarti che è la stessa cosa che le ripetuto anch'io chissà quante volte».
«Hai cinque minuti di tempo per essere qui, o giuro che me ne torno a casa», fu il suo ultimo avvertimento.
Ma, prima che potessi rispondere, mia sorella uscì dal bagno e mi strappò il cellulare di mano.
«Per amor del cielo, ti vuoi calmare? Sembri una donna con le mestruazioni!», esclamò Emma.
Rimasi a bocca aperta nel guardare mia sorella. Avvolta in un maglioncino celeste a collo alto, una gonna a pantaloncino bianca, e stivali alti camosciati color cielo, i capelli castani sfumati di biondo tirati in un lato e che le ricadevano sulla schiena in morbidi boccoli. Era meravigliosa, e mi chiesi per chi si fosse preparata così bene.
«Sì, sì, principessa, ho capito. Cinque minuti e siamo lì», tagliò corto prima di metter giù.
«Sei sicuro che il tuo ragazzo davvero non abbia il ciclo? L'ho sentito davvero troppo nervoso», mi chiese.
Scoppiai a ridere e ipotizzai ironico: «Forse lo era perché è da più di mezz'ora che ci sta aspettando?».
Lei sbuffò, ed io le domandai divertito: «Mi spieghi per chi ti sei preparata così bene? Vedi che Alessio non esce più con noi».
«Lo so benissimo. Dopo ciò che ti ha fatto, anche se fosse tornato qui, l'avrei rimandato a Toronto a calci in culo».
«Allora? Per chi è?», insistetti.
«Dev'essere per forza per qualcuno?», chiese furba.
«Non sei il tipo che si prepara così bene per nulla».
«Chissà. Ora andiamo, o davvero la tua ragazza ci fa fuori quanto arriviamo lì», notò divertita.
Mi arresi, e dopo altri cinque minuti, eravamo in piazza Duomo.
«Ce l'avete fatta!», sbottò Fede.
Provai a parlare, ma Cai mi fece cenno di stare zitto. In compenso, ci pensò Emma a farlo scattare.
«Ascolta, principessa, tu hai già trovato il tuo principe azzurro. Io no, sono giovane, ho vent'anni e tutto il diritto di far colpo su qualche ragazzo per potermi fidanzare», lo informò con nonchalance.
«Principessa ci chiamo qualcun altro! Non di certo me! E poi, se sapevi di voler fare colpo su qualcuno, perché non hai iniziato a prepararti prima?», ringhiò.
«Perché le persone importanti si fanno attendere», rispose ovvia.
Ormai io e Caiden eravamo piegati in due per le risate, mentre lo sgomento sul viso del mio ragazzo era evidente.
«Su, amore, non darle ascolto», cercai di distrarlo poggiandogli le mani sui fianchi ed attirandolo a me da dietro.
«Mi ha dato della principessa!», esclamò.
«Tesoro, non posso poi darle torto», notai malizioso.
Lui arrossì, e borbottò: «Va bene, allora stasera col cazzo che ti lascio fare l'attivo».
Gli morsi il lobo e sussurrai: «Potrebbe essere interessante».
Un gemito acuto lasciò le sue labbra screpolate, labbra che catturai un secondo dopo.
«Emma, non ti sembra che la temperatura si sia alzata all'improvviso? Ed io che pensavo di essere a febbraio con 4°C», scherzò Caiden.
«A breve mi sa che si mettono a scopare qui in piazza», la buttò lì lei.
«Siete i soliti esagerati», borbottò Fede dopo essersi staccati da me.
«Zitto, principessa. Ed ora andiamo. Ho voglia di bere».
«Ma stasera non avevamo deciso di cenare dal Borghetto?», chiese confuso Fede.
«Io pensavo che andassimo al Reverse», ribadì mia sorella.
«Non possiamo sempre andare lì, dai! E poi io ho già prenotato al ristorante».
«Ma io non voglio andarci», borbottò Emma.
«La smettete di fare i bambini? Andiamo a cena dal Borghetto e poi dopo andiamo a bere qualcosa al Reverse. Contenti?», proposi.
I due mi guardarono scettici per un attimo, ma poi annuirono.
«Verrà anche Jess?», mi domandò mia sorella.
«Sì, ma ci raggiungerà più tardi. A questo punto, penso direttamente al Reverse», la informai.
Annuì.
«Va bene».
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Fiksi Penggemar«Ben... Sarà difficile, lo sai?». «Sì, Federico, lo so». «E davvero sei disposto a lottare per me?». «Assolutamente. Per te e con te». L'amore è difficile, strano, non si può spiegare. Ha mille sfumature che vanno a tingere la storia che vivrai. E l...