Dopo aver parlato con Marika volli andare a letto, mi sentivo spossata.
Come se ogni mia energia mi avesse abbandonato.
Marika mi guardò con la fronte corrugata.
"Vieni con me" sospirai ma la seguii comunque.
Solo dopo un po' di strada mi resi conto che mi stava accompagnando nella sua stanza.
Esitai all'entrata. Non sapevo cosa avesse fatto per aggiudicarsi la cella delle persone importanti ma conoscendola potrebbe aver fatto qualsiasi cosa.
Tipo fare credere alle guardie che qualcuno voleva ucciderla nel sonno.
Mi guardai in torno, aveva uno scaffale dove teneva le mie lozioni, una scrivania, un mobile con un televisore, il bagno, il letto pieno di cuscini e persino un divano.
Qualsiasi cosa avesse fatto per finire lì l'aveva fatta bene.
Mi arresi allo sguardo arrabbiato di Marika.
"Puoi riposare qui, ma ti voglio vedere a cena, chiaro?"
Annuii guardandomi in giro.
Marika se me andò senza dire nulla e io mi stessi su divano.
Mi misi a guardare il soffitto per un po' poi mi si chiusero gli occhi.
Sognai.
Non mi aspettavo nulla di diverso, dopo tutto ciò che era appena successo.
Ero in un bosco, di quelli che non avevo mai visto.
Intorno a me vedevo solo i profili scuri in un gruppo di oscurità più profonda.
Provai a muovermi ma ovunque andassi urtavo un albero.
Ogni volta che colpivo un pianta una parola usciva da essa.
Tutti insulti.
Tutti con la voce di Meredith.
Stufa di quelle parole mi accasciai verso il basso sperando di non colpire un altro albero.
Non accadde.
Chiusi gli occhi convinta che stesse finendo.
Però quando li aprii ero in cima ad una torre di terra.
Sotto di me si apriva il panorama cittadino che vedevo ogni giorno.
Mi guardai un po' intorno e solo dopo un po' mi accorsi di essere davanti alla finestra.
Quella finestra.
Guardai dentro.
Vidi me, la me di alcuni anni prima, la me arrabbiata che litigava con suo marito.
La Lay che, continuando a litigare animatamente, spinse suo marito.
La Lay che vide il corpo di suo marito senza vita, parecchi metri sotto di lei.
Sentii le mie urla.
Poi la torre si abbassò fino a farmi vedere la scena che seguì.
La polizia, io aggrappata al cadavere di Mike.
Meredith.
Era bellissima, questo pensiero mi fece tanto male.
Al punto che mi svegliai urlando.
Marika era lì.
Sospirai. Le avrei dovuto spiegare tutto ma non ne avevo le energie.
Fortunatamente capì e si limitò a chiedermi perché non ero a cena.La sala era il solito caos.
Una rissa, un litigio.
Le guardie che provavano a mitigare il tutto.
Marika mi accompagnò al mio posto, stringevo tra le mani il mio pasto cercando lei con lo sguardo.
Non la vidi, per fortuna pensai.
Al mio posto io e Marika cenammo tranquille, le chiesi un po' di cose.
Come andavano tutti i suoi giri che aveva ormai da anni in quel posto.
Stavamo parlando quando arrivò Sasha.
Era un'altra delle protette di Marika con la quale però avevo i minimi rapporti.
Salutò come se niente fosse e si intromesse nella conversazione.
Entrò lei ed uscii io.
Iniziarono a parlare Marika e Sasha senza accorgersi che mi ero tirata indietro e non avevo più detto una parola.
Dopo vari minuti, quando ormai nel mio piatto non c'era più nulla Sasha si voltò verso di me.
"Ti va di fare un giro?"
La guardai sorpresa. Eravamo in prigione e questa mi chiedeva di andare a fare un giro?
"Come scusa?"
Gurdai Marika aspettando che dicesse qualcosa.
Non solo non disse nulla ma guardò Sasha con approvazione.
"Beh potremmo fare due passi, ti va?"
Guardai di nuovo Marika che mi fece segno di accettare l'offerta.
Nella mia mente fiorí un vario catalogo di insulti.
Sasha si alzò e aspettò che mi alzassi anche io prima di incamminarsi verso l'uscita.
Prima di seguirla dissi a Marika
"Dopo mi spieghi cosa ti è saltato in mente."
Seguii la ragazza per un po', in silenzio.
Sì girò bloccandomi la strada.
"Ci conosciamo da due anni e non ci siamo mai parlate, perché?"
Non ci pensai a lungo
"Hai la tua vita qui, che centro io" ne approfittai per chiederle anche "Cosa ti ha detto Marika per convincerti a farmi questa proposta?"
Sasha si morse il labbro.
"Mi ha detto che avevi bisogno di pensare ad altro e anche io ne ho bisogno."
Così facemmo sfumare la conversazione fino a farla rinvenire parlando d'altro.
Camminammo attraversando in lungo e in largo la prigione, ad ogni guardia che incontravamo incontravamo Sasha faceva vedere un foglio e loro ci lasciavano stare.
Non mi volle dire cosa ci fosse sul biglietto ma immaginai che ci fosse dietro Marika.
Raggiungemmo la biblioteca proprio mentre parlavamo dei nostri lavori in prigione.
Proprio in quel momento due persone sgattaiolarono fuori dalla biblioteca.
Nella penombra non le riconobbi subito ma loro riconobbero me.
Meredith e Rachel.
Sasha fece una cosa stupida. Forse la più stupida da quando era lì.
Mi prese la mano per farmi superare le due e dopo poco mi bloccò al muro per baciarmi.
Ricambiai sentendomi sporca dentro.
Al posto di Sasha io vedevo lei, speravo con tutta me stessa che fosse lei.
Ma era tutto diverso.
Il modo, il profumo, il gusto, tutto mi faceva capire che quelle erano le labbra spagliate.
Non mi staccai finché non sentii i passi delle due che se ne andavano.
Sasha mi lasciò andare.
"Scusa" sussurrò "Rachel è la mia ex e diciamo che non l'ho ancora superata."
Deglutii "Hai fatto bene, proseguiamo il giro?"
Sasha si illuminò stupita e mi porse il braccio per continuare il giro.
Andammo nelle nostre celle che quasi era l'alba.
Entrambe avevamo il cuore un po' più leggero.
Anche se appena chiusi gli occhi vidi il viso di Meredith che, con il suo splendido sorriso, mi scaldò il cuore ancora di più.
Sussurrai delle scuse e mi addormentai.
STAI LEGGENDO
Dopo la colpa
RandomUn crimine. Un colpevole. Due persone che non ricordavo di essersi già conosciute.