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Julie aveva paura. Era sola, e stava per morire.
Il giorno fatidico durante la sua corsa mattutina, una signora si fermò al passaggio di Julie.
"Tu!" la donna gridò a Julie come arrivò di corsa lungo il marciapiede.
"Prego?" ansimò Julie slittando sino a fermarsi, prendendo il respiro. Si chiese che cosa la donna malridotta volesse.

"Tu!" ripetè la donna, indicando col suo lungo dito ossuto il suo viso.

Facendo un passo indietro decise di allontanarsi da quella folle donna. Si voltò per correre, ma venne fermata dalla sua voce stridula.

"Aspetta!" disse la donna con voce meno folle ma più preoccupata "Oggi morirai!"

Julie quasi inciampò sui propri piedi quando sentì la donna dire queste parole. Dubitando di ciò che aveva appena sentito, chiese: "Cosa?"

"Mi hai sentito" rispose la donna. "I tuoi amici ti uccideranno!"
Dopo aver detto questo, la donna tornò di corsa a casa sua prima che Julie potesse reagire.

Julie era piuttosto scossa da quello che le era appena accaduto. Lei era superstiziosa, e sapeva che c'era una festa alla quale aveva intenzione di partecipare quella notte. Avendo paura di perdere la vita, si voltò e corse subito a casa.
Una volta lì, si chiuse all'interno. Chiuse tutte le finestre e si isolò dal mondo esterno staccando il computer ed i telefoni. Staccò anche la televisione, poichè conosceva qualcuno che lavorava per l'emittente locale.

Dopo qualche tempo, iniziò lentamente a perdere la testa a causa del suo costante stato di panico. Cominciò a sistemare tutto ciò che le fu regalato dai suoi amici nel garage, in pile ordinate.

Una volta aver portato fuori casa tutto ciò che le era stato donato dai suoi amici, andò in giro ancora una volta. Questa volta, al posto dei regali degli amici, cercò le loro foto. Le imballò e le portò al garage dove le avrebbe messe in cima a tutti gli oggetti spaventosi.

Purtroppo per lei, in preda al panico, non si preoccupò di impilarle meglio. Quando mise l'ultimo oggetto, la pila intera crollò. Tuttavia, riuscì ad uscire fuori dallo tsunami di doni.

Non era, tuttavia, riuscita ad uscire fuori dagli album di foto. Quando la colpirono, fu spinta all'indietro e colpì il finestrino della sua auto.

L'ultima cosa che attraversò la sua testa prima del vetro, fu chiedersi se sarebbe stata meglio da sola.

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