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Sento un rumore continuo e terribilmente fastidioso che non smette di risuonare all'interno della stanza.
È la sveglia.
La odio, ma è l'unica cosa abbastanza efficace che mi permette di svegliarmi in orario la mattina, altrimenti farei   tardi a scuola tutti i giorni, e sinceramente non è una delle mie più grandi aspirazioni.
Insomma, sappiamo che sono una dormigliona di prima categoria, e se potessi passerei tutti i giorni della mia vita a stare nel letto a mangiare, leggere libri ed ascoltare musica.
Sono monotona?
Beh si , forse lo sono, ma queste sono le mie più grandi passioni, perciò per me sono cose normali da fare per il resto della mia inutile e miserabile vita.
Okay, sto diventando tragica ora...
Non riuscendo più a sopportare l'irritante rumore che continua a persistere nella stanza, mi giro nel letto  e andando alla cieca afferro il mio cellulare , appoggiato da qualche parte sul comodino, per poi disattivare la sveglia.
Dischiudo leggermente gli occhi, per poter vedere l'orario che segna lo schermo del mio cellulare, e regolarmi di conseguenza su quando alzarmi dal mio bellissimo e comodissimo letto, che non vorrei lasciare così presto di mattina.
7:50.
Chiudo di nuovo gli occhi, tenendo il telefono in mano, lasciando il braccio ciondolante fuori dal letto.
7:50.
Fortuna che oggi è domenica, e posso ancora continuare a riposare.
Ieri, sono ritornata tardissimo a casa , a causa del party...mi sono messa subito a dormire, ma le ore di sonno che ho fatto sono state comunque troppo poche per i miei gusti.
Ma fortunatamente, come ho già detto oggi è domenica.
Domenica...?
Apro di nuovo gli occhi e accendo la schermata del mio cellulare.
Guardo la data e scopro con grande dispiacere che è Lunedì.
Mh...
Sono le 7:50 del lunedì ed io ancora non sono pronta per andare a scuola.
Mi tolgo velocemente le coperte di dosso, alzandomi di scatto dal letto, dirigendomi di corsa verso l'armadio, per scegliere i vestiti da indossare.
Prendo le prime cose che mi capitano in mano, vale a dire un leggings nero, una t-shirt a tinta unita grigia e le mie Vans nere.
Prendo tutto in mano, e mi dirigo a passo veloce fuori dalla mia stanza, diretta verso il bagno, ma mi scontro con Jason e mi cadono tutti i vestiti dalle mani.
Sto imprecando mentalmente.
«Hey Chels, stai attenta!»mi dice un Jason in accappatoio e con i capelli umidi , appena uscito dalla doccia.
«Jase, non ho tempo da perdere, levati!» dico mentre raccolgo frettolosamente i vestiti da terra , continuando a camminare.
«Perché tanta fretta?»mi urla dal corridoio, mentre io chiudo con il piede la porta del bagno.
«Devo andare a scuola e sono in ritardo! Ho solo dieci minuti per prepararmi e non ce la posso fare! Piuttosto preparati che mi devi accompagnare, grazie!»urlo, mentre inizio a prepararmi.
«Chels, sei un disastro!»
«Non parlarmi Jase...sono piuttosto innervosita momentaneamente!!!»
Lo sento sbuffare, mentre alcuni passi annunciano che si sta dirigendo in camera sua.
Mi viene voglia di urlare per quanto sono disperata.
Dopo essermi vestita, cerco di rimediare il meglio che posso alla mia faccia da zombie, solcata da due occhiaie abbastanza evidenziate per la stanchezza, mettendo molto correttore e diverse passate di mascara, sporcandomi ogni tanto sulle palpebre (come se non bastasse!) per la velocità con cui lo sto facendo.
Per i capelli non ho tempo di fare niente, neanche di passare la piastra per poterli sistemare un po', perciò decido di legarli in un'alta coda.
«Chels , io sono pronto!»
«Arrivo Jase , un attimo!!!»gli urlo contro, mentre cerco di sistemare la coda, che non ne vuole sapere di venire bene.
«Okay, ma stai calma! Aggressiva già di prima mattina...forse sei nel tuo periodo!?»
Chiudo gli occhi e respiro profondamente.
Non c'è cosa che mi faccia più arrabbiare di quando i ragazzi cercano di trovare una  risposta ad ogni volta che siamo irritate e arrabbiate, dicendo che "siamo nel nostro periodo."
Stringo la mia coda con le mani e dopo essermi resa conto che, dopo vari tentativi finalmente è venuta bene, esco di corsa dal bagno, e mi dirigo in camera per poter infilare vari libri che mi sarebbero serviti per le lezioni di oggi.
Dopo aver fatto, afferro il mio cellulare e scendo di corsa le scale, per poi andare verso la porta d'ingresso, dove mi aspetta, appoggiato con una spalla a quest'ultima Jase.
«Alleluia...»dice per poi aprire la porta ed uscire di casa.
Perché non gli rispondo?
Stamattina sono particolarmente irritabile e "aggressiva", come ha detto lui , e potrei dirgli tante brutte cose...ma non che non lo stia già maledicendo mentalmente...
Esco anch'io, per poi salire in macchina, che viene messa in moto da mio fratello, e partiamo.
Jase sta guidando velocissimo, per permettermi di arrivare in tempo a scuola, ma così potrebbe rischiare di fare un incidente o peggio ancora di investire qualcuno.
«Jase, rallenta un po'.» lo avverto io, leggermente preoccupata.
«Si, hai ragione.» mi risponde e sento che la macchina inizia a rallentare.
Ma sta rallentando sempre di più e sembra quasi come se stessimo andando a rallenting.
«Jase, okay che ti ho detto di andare più piano, ma così stai esagerando!»gli urlo contro , girandomi verso di lui per guardarlo.
«Io non sto facendo niente, sto spingendo come prima il pedale, ma la macchina non va più veloce!»dice mentre abbassa la testa per vedere se c'è qualcosa che non va, per poi guardare sul display dietro al volante.
La macchina si ferma del tutto.
«Jase , che sta succedendo?!»urlo io isterica.
«Merda, è finita la benzina!»dice dando una botta al volante, e parte il suono del clacson che fa anche spaventare una povera anziana che stava camminando sul marciapiede e che la vedo borbottare qualcosa tra sé e sé.
Probabilmente ce le sta dicendo di tutti i colori.
«Mi stai prendendo in giro?!»
«No Chels, è finita la benzina!» dice indicando una piccola immagine dietro il volante che segna che la benzina è terminata del tutto.
Mi scappa una specie di urlo misto tra rabbia e disperazione, mentre apro lo sportello e scendo dalla macchina.
«Dove vai?»sento la voce interrogativa di mio fratello.
«A scuola!!!»
«E ci vai a piedi?! Manca ancora un po' di strada, non faresti in tempo!»
Neanche gli rispondo , che gli chiudo lo sportello in faccia, e inizio a correre sul marciapiede, dando per sbaglio anche una spallata alla vecchia signora di prima.
Penso che mi odierà per sempre.
«Mi scusi tantissimo, non volevo!»mi giro verso di lei, mentre continuo a correre.
«Questi giovani d'oggi! Non hanno un minimo di rispetto-...» la sento confabulare , piena di risentimento, mentre la mia corsa sfrenata continua.
Inizio ad intravedere da lontano il grande cartello con su scritto "BRENTWOOD HIGH SCHOOL" e accelero , facendo andare ancora più veloci le mie gambe.
Vi consiglio di non correre così veloce di prima mattina, o potreste avere un trauma.
Sorpasso il cartello della scuola, entrando nel cortile , per poi sorpassare la porta d'ingresso e sempre correndo , dirigermi verso l'aula di inglese.
Non c'è nessuno per i corridoi, in quanto le lezioni sono iniziate già da un quarto d'ora e io sono in super ritardo.
Appena mi trovo davanti alla porta dell'aula, mi fermo e spalanco la porta, entrando.
«Buongiorno...scusi...per....il ritardo.»dico con il fiato mozzato, mentre lo sguardo della professoressa e quello di tutti i miei compagni di classe, sono puntati su di me.
Sento anche qualche risatina soffocata, ma è tutto comprensibile...probabilmente sono oscena, dopo la corsa che ho fatto e la mia entrata è stata degna di un premio Oscar, quindi...
«Signorina Carter...siamo soltanto alla seconda settimana dall'inizio della scuola e lei arriva già in ritardo? Mi faccia il piacere di sedersi, grazie.» parla la professoressa, ma io non le dò neanche troppo ascolto, preoccupata per l'eccessiva pulsazione del mio cuore che credo potrebbe esplodere da un momento all'altro.
«Si...mi scusi...non accadrà più.»
Chiudo la porta alle mie spalle, e mi dirigo al fondo della classe, dove si trova l'unico banco libero, tra il mio migliore amico Luke e...Ah, ti pareva!
Irwin.
Mentre passo, vedo quest'ultimo che trattiene a stento una risata, così mi giro e lo incenerisco con lo sguardo, mentre prendo posto sulla sedia.
«Chels, perché hai fatto così tardi?» mi sussurra Luke, dal suo banco, nella fila accanto alla mia.
«Dopo ti spiego...»sussurro io di rimando .
Sinceramente non ci tengo a prendermi un'altra sgridata dalla professoressa , stavolta perché "parlo troppo in classe".
Tiro fuori il libro di inglese, insieme al mio quaderno per gli appunti e anche il libro di "Orgoglio e pregiudizio" che ci aveva obbligato a comprare la professoressa, ma che io già avevo, posto tra la mia numerosa collezione di libri, sugli scaffali della mia camera.
La professoressa continua la lezione, iniziando a parlarci della vita di Jane Austen, e all'incirca di farci un riassunto abbastanza completo del libro, ma non pieno di dettagli, che possano svelare alcune parti importanti,per chi deve ancora leggerlo.
La lezione sembra procedere tranquilla e senza particolari battibecchi tra me ed Irwin.
Oggi sinceramente neanche sono in vena di mettermi a discutere con lui.
«Bene ragazzi, per compito voglio che facciate un' argomentazione scritta del libro "Orgoglio e pregiudizio." , inserendo ovviamente la vicenda come ve l'ho spiegata io e concentrandovi in particolar modo sui vostri giudizi personali...sarà un lavoro a coppie.»annuncia la professoressa, mentre raccoglie tutti i suoi libri sparsi in giro per la cattedra.
«Possiamo farle noi le coppie?»chiede Luke.
«Mi dispiace, ma no Hemmings, sarò io a formare i gruppi...iniziando da ora...»
La professoressa inizia ad elencare tutti i nomi dei componenti della classe e ad abbinarli
con un rispettivo compagno.
«Hemmings e...Clifford.»
Appena la professoressa pronuncia il suo cognome, vedo il ragazzo dai capelli biondi che si volta verso di me e mi lancia uno sguardo misto tra il felice e lo spaventato.
Gli sorrido contenta, cercando di incoraggiarlo , anche se per un momento speravo che Luke sarebbe capitato con me, ma sono lo stesso felicissima per lui.
La professoressa continua a pronunciare i nomi di tutti i componenti della classe ed il mio sembra non arrivare mai.
«Vediamo chi manca...oh si...Carter con...vediamo, vediamo...Irwin.»
«Che cosa?!»urliamo in contemporanea io e il ragazzo seduto di fianco a me.
Ci voltiamo l'uno verso l'altra guardandoci increduli, per poi rivolgere lo stesso sguardo di stupore alla professoressa.
«Mi avete capito bene ragazzi, farete la ricerca insieme...e spero anche che facciate un buon lavoro...mi aspetto molto da entrambi.» ci guarda da dietro i suoi occhiali squadrati, e appena finisce la frase suona la campanella.
Tutti si alzano di fretta e furia, uscendo dall'aula, mentre io rimango seduta al mio posto, ancora con la bocca semiaperta a fissare incredula la porfessoressa, che se la ride tranquillamente.
«Oh, avanti ragazzi, non è una tragedia...sarà anche un modo in più per capire un modo di pensare differente rispetto al proprio...non credete?»si riferisce probabilmente alle volte precedenti in cui abbiamo sempre dato spettacolo con le nostre accese discussioni su vari argomenti letterari.
«Prof, la ritengo una cosa inutile...sa benissimo che io e questa qui-mi addita  il riccio, ma neanche spreco tempo a rimproverarlo per come mi ha menzionata- non riusciremo mai ad andare d'accordo su una cosa e alla fine probabilmente non riusciremo a concludere niente!»
«Beh...sarà meglio per voi, signor Irwin, che riusciate a fare qualcosa, se non volete ritrovarvi una bella F come primo voto dell'anno scolastico...vi ricordo anche che quest' anno avrete gli esami...Arrivederci ragazzi.»dice sfoggiando un sorriso finto, per poi prendere i libri in mano ed uscire dall'aula seguita dal rumore dei suoi tacchi sul pavimento.
Rimango ancora a fissare senza parole lo spazio vuoto dietro alla cattedra, come se fossi ipnotizzata.
Sento il ragazzo di fianco a me sbuffare.
Sbatto le palpebre e mi volto verso di lui, che mi sta guardando.
Ci fissiamo per un momento.
I ricordi della sera precedente scorrono veloci nella mia mente, ma poi decido di scacciarli via e prendere l'iniziativa nel parlare, così mi schiarisco la gola.
«Bene...dovremo fare questo progetto insieme...chiariamo subito che voglio ottenere degli ottimi risultati da questa relazione che faremo-»
«Vale lo stesso per me, Carter.» mi interrompe bruscamente, e noto che aveva ragione ieri, nel dire che probabilmente era gentile solo per via dell'alcol.
«Voglio mettere da parte tutti i nostri...rancori, se così vogliamo definirli e-»ma mi interrompo nel vedere il ragazzo che ride.
«Perché stai ridendo?»domando fredda e piuttosto infastidita.
«Tu credi davvero che noi riusciremo a mettere da parte i nostri "rancori"-imita due virgolette con le dita-e per una volta non discutere come facciamo sempre?»dice guardandomi come se gli avessi appena detto che gli asini volano.
Mi alzo dalla mia sedia e inizio a raccogliere tutti i libri, mettendoli nello zaino, dando le spalle al ragazzo, mentre parlo.
«Si, se per una volta ci mettiamo di sano impegno, e cerchiamo di trovare delle soluzioni che possano andare bene per entrambi le nostre  opinioni...basta semplicemente mettere da parte il tuo infinito orgoglio e-»mi giro mettendomi  lo zaino in spalla, ma mi trovo faccia a faccia con il riccio, e ciò mi costringe a rivolgere il mio sguardo a lui.
«E mettere da parte i tuoi continui pregiudizi ,prima di conoscere definitivamente la mia opinione...Carter.»
«Si Irwin, anche quelli.»ribatto, non staccando neanche per un singolo attimo il mio sguardo dal suo.
Uno sguardo di sfida, di determinazione , da parte di entrambi per vedere se ce la faremo a mettere da parte i nostri difetti e mettere in primo piano il nostro "lavoro".
«Bene...ci vediamo oggi pomeriggio in biblioteca alle 16:00»
«Okay...a dopo.»rispondo guardandolo sempre dritto negli occhi.
Si inizia ad allontanare lentamente da me, sempre mantenendo il suo  sguardo incatenato al mio, finché non si gira per poi uscire dall'aula.
Finalmente smetto di fissarlo, e posso sbuffare e iniziare a deprimermi liberamente.
È ovvio che ha ragione lui e che non riusciremo a far andare tutto liscio, ma tanto vale provarci...e in fin dei conti non abbiamo molte opzioni, da quello che ci ha fatto capire la professoressa.
Non so cosa succederà oggi pomeriggio e non voglio neanche saperlo sinceramente...So soltanto che la giornata è iniziata male e probabilmente finirà in peggio.

-Eli🥀🖤

Heyyyy gente!!!

Come va?
Niente, volevo semplicemente dire che mi sono divertita troppo a scrivere questo capitolo.
Come avete letto, i nostri due protagonisti dovranno mettersi a confronto in questa nuova esperienza, che a quanto pare nessuno dei due sostiene andrà a buon fine....

VORREI FAR PRESENTE, che non sono sicura di quando sarà l'aggiornamento del prossimo capitolo...ultimamente sono molto impegnata e non ho tantissimo tempo a disposizione per dedicarmi alla scrittura, ma cercherò comunque di essere sempre il più puntuale possibile con gli aggiornamenti.

By the way....vi adoro

Lots of love!

-Eli

Pride and Prejudice// Ashton Irwin [IN PAUSA]Where stories live. Discover now