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Educazione fisica.
Avete presente questa materia così noiosa e odiosa?
Insomma, bisogna fare movimento fisico, si suda e si cerca, per quanto è possibile, di sopravvivere e non morire stremati dalla fatica.
Odio con tutta me stessa le cose legate al movimento fisico, sono davvero impedita e facilmente stancabile.
La trovo davvero una materia stupida, non è produttiva e non ti insegna nulla di utile, l'unica cosa che puoi imparare a memoria sono le urla assordanti del professore Walker, nonché couch della squadra di rugby della scuola, che non smette neanche per un secondo di parlare e di poggiare le sue labbra su quel dannato fischietto che non abbandona mai.
È uno di quei classici professori di educazione fisica che sostengono che la loro materia sia vitale e molto più importante di tutte le altre. Pretende un lavoro buono e pulito e se non fai come dice lui, ti metti in cattiva luce nei suoi confronti.
"O con lui o contro di lui.", questa è la sua filosofia.
Diciamo che odia la maggior parte della classe e la maggior parte della classe ricambia il sentimento.
Gli unici con cui ha un buon rapporto e tratta come se fossero figli, sono i giocatori della squadra di rugby.
Ma c'era da aspettarselo, no?
La reputo una persona piuttosto superficiale e fortemente ignorante.
«Forza ammasso di femminucce, vedete di accelerare il passo e correre più veloci! Voglio una corsa veloce e pulita, non siete qui per sembrare un ammasso di galline in un pollaio!» dice, concludendo la frase con un fischio sonoro e prolungato, che mi fa strizzare gli occhi.
«Non poteva iniziare meglio la giornata oggi, eh? Educazione fisica alla prima ora è da suicidio...Fino a poco fa me ne stavo tanto tranquillo a letto, a sognare Michael e guarda come quel bellissimo sogno si è trasformato in un incubo...» mi si affianca Luke, che sicuramente al momento se la sta cavando meglio di me.
Annuisco semplicemente con la testa, incapace di parlare.
Credo che se anche solo ci provassi, cadrei a terra, svenuta per mancanza di ossigeno.
Luke gira la testa, alla ricerca di Michael e scorge il ragazzo dai capelli rossi, con una canotta a maniche larghe che lascia intravedere i fianchi e pantaloncini che arrivano sopra al ginocchio.
«Okay, forse non è del tutto un incubo. C'è quel meraviglioso angelo laggiù, che sta di nuovo trasformando tutto questo in un sogno. Ma per renderlo ancora più bello credo che dovrebbe sfilarsi quella canotta e poi-»
«Luke! Non voglio la descrizione dei tuoi film mentali tutt'altro che casti su Michael, grazie!» lo rimbecco io, con voce affannata, mentre la voce irritante del prof si fa sentire ancora.
«Carter, Hemmings! Correte e state zitti invece di sprecare fiato a chiacchierare! Se vi ribecco a farlo, filate a fare cinquanta flessioni!»
Ruoto gli occhi al cielo, mentre continuo a correre e io e il biondo ci ammutoliamo subito, non tenendoci particolarmente a morire per colpa delle flessioni.
Un altro suono del fischietto si fa sentire e poi il professore che ci dice di fermarci e allinearci tutti in un riga ben allineata, in modo tale da poterci dividere in coppie per poter fare degli esercizi. Il mio compagno risulta essere Luke, così ci mettiamo in un angolo della palestra, a debita distanza con gli altri nostri compagni per poter iniziare a fare degli esercizi a partire da quelli per gli addominali.
Luke di distende a terra, rannicchiando le ginocchia e mettendo le mani dietro la testa, iniziando a fare gli esercizi, mentre io gli tengo fermi i piedi per facilitargli il lavoro.
"Non potevo capitare con Michael?! No, la sfortuna è sempre dalla mia parte. Cioè, non che tu non sia ben accetta Chels, capiscimi.»
«Oh, taci Luke e vedi di non causarmi più malumore di quanto io già ne abbia ora. E vedi di non far si che la mia rabbia verso di te aumenti ancora di più! Sappi che sono al limite.» gli dico con tono di rimprovero.
Il ragazzo mi guarda con aria confusa, fermandosi dal fare l'esercizio.
«Ma...Scusami, cosa avrei fatto di male per farti arrabbiare così tanto, tesoro?"
A questa sua domanda mi compare un'espressione spontanea di puro shock sul volto.
«Mi stai prendendo in giro?» domando turbata al ragazzo.
«Ehm...In realtà no, sto solo cercando di capire perché tu sia così furiosa con me.» dice con fare ovvio, abbassandosi di nuovo per continuare l'esercizio.
Non so che espressione io abbia al momento e forse è anche meglio che io non lo sappia.
«Ehm...Fammici pensare...Oh, si, semplicemente non fai altro che gestire a tuo piacimento le decisioni della mia vita!» ribatto, alzando leggermente il tono della mia voce.
«Che cosa? Ma no, non faccio niente del genere io! Sei libera di fare ciò che vuoi. Sempre.»
«Luke...Scherzi, spero?!»
«Shhh, non alzare troppo la voce, altrimenti il prof. ci uccide a entrambi! E no, non sto affatto scherzando, sono più che sincero.» dice, scrollando le spalle con nonchalance.
«Oh bene. Quindi per te costringermi ad andare alla festa di Irwin, non è prendere delle decisioni al posto mio, oppure obbligarmi ad uscire con te e il tuo "angelo"-dico mimando delle virgolette con le dita, in aria- non è prendere decisioni al posto mio e di conseguenza non lo è nemmeno, no taci, lasciami parlare- lo ammutolisco, quando prova ad aprire bocca per poter parlare- stavo dicendo, non lo è nemmeno costringermi ad accettare un passaggio da parte di Irwin per tornare a casa!» concludo, incrociando le braccia al petto, mentre squadro il ragazzo davanti a me.
«Uh, a proposito, come è andato il viaggio in macchina con Irwin? Vi siete divertiti? Ehhh, piccoli bricconcelli.» mi dice, dandomi una leggere gomitata, rivolgendomi uno strano occhiolino, ricevendo uno schiaffo sul braccio da parte mia.
«Hey! Ma che cosa ho detto di male?!» si lagna lui, massaggiandosi il braccio con la mano, facendomi alzare gli occhi al cielo.
«Non è questo il punto, Luke! Ti rende conto che mi tratti come se io fossi un burattino?!»
«I-io..Non è vero!» risponde, incorniciando anche lui le braccia al petto mettendo su un'espressione imbronciata.
«Luke, non stai facendo altro che negare l'evidenza e mentire a te stesso in questo modo.» non faccio in tempo a dire che subito si sente il fischietto del prof. Walker risuonare per la palestra.
«Cambio!»grida lui e così io e Luke ci invertiamo di posto e inizio a fare gli esercizi che prima stava facendo lui.
«Non hai nulla da dire in tua discolpa?» domando al ragazzo che sembra abbastanza scettico riguardo tutta questa situazione.
O probabilmente sta appena metabolizzando che ho ragione e che dovrebbe smetterla di impicciarsi nei miei affari. Nonostante sia il mio migliore amico a volte il suo atteggiamento lo considero davvero come una sottospecie di violazione della privacy. Ma quale privacy? Se si ha Luke Robert Hemmings intorno, la tua privacy diventerà la cosa meno importante della tua vita.
«Onestamente? No. Per il semplice fatto che credo di aver portato miglioramenti nella tua vita. Dalla solita monotonia l'ho portata ad essere una vita piena di avventure e colpi di scena inaspettati.» mi dice, ammiccandomi e io lo fulmino per l'ennesima volta con lo sguardo.
«Cosa vuol dire quello sguardo? Mi inquieta fortemente Chels.» dice abbastanza turbato, facendomi ruotare gli occhi al cielo.
«Vuol dire che sono a tanto così dall'urlarti contro tutto quello che mi sta passando per la testa e fidati che non sono cose carine.» dico, facendogli un gesto con la mano, indicando quanto al limite sia la mia pazienza.
Il fischietto del professor Walker si fa sentire di nuovo, ma stavolta non è riferito a tutta la classe per il cambio dell'esercizio, ma a me e Luke.
«Carter, Hemmings! Vi avevo già detto di stare in silenzio, ma a quanto pare i miei avvertimenti non servono a nulla! Hemmings, vai a fare coppia con la signorina Scott e tu Carter con Irwin. Vediamo se così riuscite a stare in silenzio! Siete ingestibili! Alla vostra età ancora vi si deve trattare come bambini!»
«Uh, ma si dia il caso che qui qualcuno lo è.» bisbiglio a bassa voce, guardando Luke e dopo che ha capito che il mio commento è riferito a lui, mi rivolge uno sguardo indignato, mentre io abbasso la testa, cercando di reprimere con tutte le mie forze una risata.
Intanto noto che si sono posizionati dei piedi davanti ai miei, perciò faccio salire lo sguardo verso la persona che si trova davanti a me e senza grande stupore noto che è Irwin in pantaloncini corti e con una canotta nera abbastanza aderente e i capelli lasciati liberi dalla solita bandana, che ricadono sulla fronte leggermente imperlata di sudore.
Fisso il mio sguardo nel suo, mentre noto che un sorrisetto si forma sul suo volto.
«Possibile che non esista nemmeno una cosa che non siamo obbligati a fare insieme?» domanda sarcastico, facendomi sorridere.
«A quanto pare no. Forza, vieni e continuiamo a fare l'esercizio, prima che Walker ci sgridi di nuovo.» dico e mi siedo nuovamente a terra, continuando a fare l'esercizio di prima.
Ashton mi si posiziona davanti, sedendosi a sua volta.
«Prima che ti rimproveri di nuovo, Carter. Non ero io quello che prima stava facendo casino.» ridacchia lui, poggiando le sue mani sui miei piedi, in modo tale da aiutarmi.
«Io non stavo facendo casino. Stavo semplicemente parlando, niente di più. Chi non lo fa durante l'ora di educazione fisica?» ribatto, ritrovandomi davanti a lui, per poi abbassarmi di nuovo, toccare terra con la schiena e rialzarmi in posizione eretta, ripetendo l'esercizio.
«Beh, tu non stavi semplicemente parlando, stavi piuttosto urlando.»
«Urlare io? Pff, non è vero!» mi difendo. Non stavo urlando, stavo semplicemente "discutendo" con Luke.
«Ah no, giusto, più che urlare direi che stavi starnazzando come una gallina.» ridacchia lui, guardandomi, mordendosi il labbro inferiore, sempre con quel suo dannato sorrisetto sul volto.
«Cosa...? Io non stavo starnazzando come una gallina! E vedi di togliere le tua mani dai miei piedi, Irwin!» dico, guardandolo male, facendolo ghignare ancora di più.
«Come vuoi, Carter.» risponde, alzando le mani in aria, incrociando poi le braccia al petto.
Scuoto la testa e continuo a fare ciò che stavo facendo anche se risulta essere più difficile ora che non ho qualcuno che mi aiuti a stare ferma con le gambe, mentre mi alleno.
«Sicura di non volere alcun aiuto da parte mia?» domanda Ashton, soffocando qualche risatina.
«Mai stata così tanto sicura in vita mia. E poi cosa ti fa ridere?" domando, sedendomi di nuovo appena sento il fischietto del professor Walker che annuncia finalmente, a parere mio, la fine della lezione.
«Il fatto che tu sia così dannatamente testarda.» risponde alla mia domanda, prima di alzarsi per poter raggiungere i suoi amici.
Rimango seduta a fissare la sua figura di spalle, pensando a quello che ha detto e a qualche cosa da dire per ribattere, ma non mi viene nulla in mente, in quanto sono consapevole del fatto che non ha tutti i torti...
Mi metto in piedi anche io, passandomi le mani sui vestiti, giusto per pulirli un po'.
Alzo il viso e stavolta il mio sguardo incontra quello di Chanel che mi sta fissando dall'altra parte della palestra con sguardo ostile.
La fisso a mia volta, non capendo il perché di quello sguardo minaccioso; insomma io e Chanel non abbiamo mai parlato in vita nostra, se non soltanto lei per dirmi di scansarmi nei corridoi della scuola, mentre passava insieme e alle sue "amiche" e non abbiamo mai avuto discussioni o cose varie, che invece per lei sono all'ordine del giorno con gli altri ragazzi della scuola.
«Hey Chels, che lezione hai ora?» mi chiede Luke, facendomi distogliere lo sguardo dalla ragazza dai capelli biondo platino.
«Ehm...Biologia.» rispondo, voltandomi verso di lui.
«Oh perfetto, anche io. Se vuoi possiamo andare insieme in classe...» proporne, guardandomi speranzoso, in quanto ancora sono abbastanza alterata per la discussione di prima e lui ne è consapevole e di certo la mia espressione impassibile non lo aiuta a capire cosa sta frullando nella mia testa.
«Va bene- dico alla fine e vedo il ragazzo di fronte a me assumere un'espressione sorpresa sul volto- ma sappi che ancora ce l'ho con te.» gli ricordo, puntandogli un dito al petto, per poi incrociare le braccia.
«Certo, certo, lo so. Ora andiamo o faremo tardi a lezione.» risponde Luke, rivolgendomi un sorrisetto, che io ricambio.
«Prima vado a cambiarmi nello spogliatoio. Aspettami fuori, appena ho fatto ti raggiungo.»
Lui annuisce, così io mi dirigo nello spogliatoio delle ragazze, mi avvicino al mio armadietto dove prendo i vestiti da cambiare con quelli che indosso.
Infilo un paio di jeans chiari e sopra metto una t-shirt corta bianca. Sciolgo i capelli dalla coda di cavallo che avevo fatto e li faccio ricadere sulle spalle, aggiustandoli un po'.
Una volta che ho fatto, chiudo l'armadietto e mi volto, pronta ad uscire dallo spogliatoio, ma inaspettatamente davanti a me trovo Chanel, che mi fa sobbalzare dallo spavento.
«Hey Chanel. Che ci fai qui?» domando in preda all'ansia, mentre passo una mano tra i miei capelli.
Se ne sono andati tutti dalla palestra e sinceramente non mi aspettavo di trovare propio lei qui.
«Oh, scusa se ti ho spaventata Chelsey, non era nelle mie intenzioni.» dice, facendo una risata alquanto finta, cosa che mi dà parecchio fastidio.
«Beh, che cosa vuoi?»domando fredda, guardandola confusa, non capendo il motivo per cui mi sta parlando.
«Quanta fretta! Okay, andrò dritta al punto Chelsey. Semplicemente...Vedi di girare alla larga da Ashton se non vuoi che ti captino cose brutte, Carter.»
La sua espressione si trasforma da un sorriso tirato ad un'espressione abbastanza accattivante, mentre si avvicina a me e io di conseguenza indietreggio leggermente.
«Non so di cosa tu stia parlando.» rispondo confusa e sincera. Non so davvero cosa vuole intendere con quella frase.
Ridacchia sempre falsamente, per poi puntare nuovamente lo sguardo nel mio.
«Oh, io invece penso che tu sappia perfettamente ciò di cui sto parlando, Carter.»
Si allontana da me, sempre tenendo il suo sguardo fisso nel mio.
Non so come rispondere e sono rare le volte in cui non so che cosa dire, ma questa cosa mia sta lasciando davvero confusa.
Chanel si gira e fa per andarsene e quando si trova sull'uscio della porta si gira e:«Oh e...Spero che tu ti sia divertita a stare per tutto il tempo della festa a casa di Ashton nel suo bagno . Non dovrebbe essere stato così male, no?» dice, guardandomi malefica, per poi uscire dallo spogliatoio.
Spalanco gli occhi e dischiudo leggermente la bocca dallo stupore.
Lei. Era stata lei quella sera a rinchiudermi nel bagno di Irwin. Ma certo, come ho fatto a non capirlo prima? Si era messa d'accordo con quelle galline delle sue amiche. Madison mi aveva rovesciato addosso la bibita, in modo tale che io potessi andare in bagno, dove Chanel mi stava aspettando per chiudermici dentro.
È pazza! Questa ragazza è pazza! Anzi, anche le sue amiche lo sono. Lo sono tutte e tre!
Afferro di fretta e furia il mio zaino, uscendo dallo spogliatoio per poi avvicinarmi alla porta della palestra e uscire anche da questa, trovando Luke, appoggiato con una spalla al muro, intento a guardare il suo cellulare.
Appena sente la porta chiudersi alza lo sguardo, incontrando il mio e la sua espressione cambia nel vedere il mio volto probabilmente piuttosto scioccato.
«Hey Chels. Va tutto bene?» domanda avvicinandosi a me.
«È stata lei! È stata Chanel!» dico afferrando le sue braccia e scuotendolo leggermente.
«Woah, aspetta. Ma di che cosa stai parlando, tesoro?» domanda confuso, appoggiando le sue mani sulle mie spalle, probabilmente per tranquillizzarmi.
«È stata-» non faccio in tempo a continuare la frase che la campanella suona, annunciando l'inizio delle lezioni.
«Merda. Ci conviene sbrigarci se non vogliamo beccarci una strillata dal professore.» dice Luke e io annuisco, ancora sotto shock per la confessione di Chanel, infatti lui sembra notarlo.
«Hey, mi dirai tutto dopo, okay? Vedi di riprenderti, sembra che tu abbia visto un fantasma!» cerca di tirarmi su il morale e io in risposta, per tranquillizzarlo, faccio un sorrisetto, mentre iniziamo letteralmente a correre verso la classe di biologia.
In cuor mio già so che oggi non presterò attenzione a nessuna lezione e che mi concentrerò per tutto il tempo nella marea di pensieri che si stanno aggiungendo uno dopo l'altro nella mia mente.

-Eli xx

Heyyy!!!
SI, SONO VIVA!
Scusatemi per la lunga assenza nell'ultimo mese, ma sono stata impegnatissima con la scuola e non ho mai avuto il tempo di dedicarmi alla scrittura di questa storia.
Ma ora che sono iniziate le vacanze estive, spero di riuscire a scrivere e pubblicare i capitoli con costanza e magari anche di finire questa fan-fiction per la fine dell'estate.
Beh, che dire?
Chelsey finalmente ha fatto il suo discorsetto a quel poverino di Luke, che forse ha capito di star esagerando con lei e inizia a sentire i primi sensi di colpa...O forse no. Non lo so nemmeno io, lol.
Ashton invece sembra diverso, quasi più gentile...Ma continuerà ad essere così a lungo?
E poi si è scoperto che a rinchiudere Chelsey nel bagno della casa di Ashton durante il party è stata Chanel.
Che grande...*censured* :)
Non ho più nulla da dirvi, semplicemente grazie per la pazienza che avete, davvero.
CI VEDIAMO AL PROSSIMO CAPITOLO!
Baci e ciliegie a tutti.
✨🍒

Pride and Prejudice// Ashton Irwin [IN PAUSA]Where stories live. Discover now