Roda de Samba

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Ci sono non meno di cinque ore e mezzo di viaggio dalla contea di Haywood fino alla costa atlantica; ma credetemi se vi dico che mi sembrarono molte di più, e non solo a me. Nessuno di noi sapeva davvero cosa si aspettasse, né cosa avrebbe trovato. 
Nella mia Shoebox nera, che avevo comprato subito dopo la guerra, c'eravamo solo io e Harry (Dean aveva preferito portarselo Paul, per paura di un incidente), ma né io né lui avemmo il coraggio di spiccicare parola per tutto il tempo; più tardi, il mio amico ed ex principale mi avrebbe confermato che nemmeno nella sua macchina si era sentita volare una mosca. 

Arrivammo al porto di Wilmington verso le undici. Alla fine si era deciso di passare la giornata sul posto, avremmo mangiato lì e fatto una passeggiata, prima di tornare a Waynesville; non sapevamo a che ora sarebbe arrivato il piroscafo. Fermai il motore, guardai Harry di fianco a me; lui indossò il cappello e mi batté una mano sulla spalla. Mi ricordai che, in quell'autunno del 1932, era stato lui a portare il nostro ragazzone al braccio E. Oltre naturalmente a Percy Wetmore, ma oramai per noi era come se non fosse mai esistito.

Scendemmo dall'auto e raggiungemmo Paul, Janice e Dean che ci aspettavano all'entrata del porto. La prima cosa che facemmo fu di chiedere al personale di polizia, e ottenemmo la risposta che, sì, il piroscafo dal Brasile era già arrivato, quella mattina stessa, i passeggeri erano scesi, i passaporti erano stati controllati. 

Risultava anche Rosa Howell, ma nessuno sapeva dove fosse.

- Come sarebbe a dire? - feci già con la pelle d'oca che mi si drizzava sulle braccia. - E se le fosse successo qualcosa? Controllare i passeggeri è compito vostro o no?

- Signore, si calmi, - rispose l'agente lisciandosi i baffetti color caffè con un'indifferenza che mi fece attorcigliare le budella fino allo stomaco. - Compito nostro è controllare i passaporti ed evitare che qui dentro vengano commessi reati. Non possiamo certo attaccarci alle costole di tutti i passeggeri.

- Ovvio, - intervenne Paul con il suo solito tempismo prima che mi fiondassi su quell'idiota e lo afferrassi per il collo. - Non si preoccupi, la cercheremo noi.

Solo che, nella grande sala d'aspetto del porto, di lei non c'era traccia, nessuno aveva visto una ragazza che potesse essere mia nipote. Possibile che fosse uscita e se ne fosse andata a zonzo per una città che nemmeno conosceva? Mi ero già risolto di tornare da quella testa di non dico cosa di poliziotto e costringerlo almeno a fare qualche indagine più accurata, quando una signora di mezza età alta e ossuta con l'aria da maestra da collegio mi si parò davanti e si attaccò alla sua manica.

- Agente, faccia qualcosa, - gracchiò. - E' un'ora che quella negra sta andando avanti con questo baccano, la testa mi sta scoppiando! La faccia smettere!

E, in effetti, dalla banchina del porto, veniva un'accozzaglia di suoni decisamente insolita: battito di mani, voci che cantavano in coro, nemmeno fossimo a una festa di paese. Con il cuore in gola, ci accodammo all'agente e alla signora, che gli andava dietro con fare impettito, pregustando la ramanzina in arrivo. 

Fuori, proprio di fronte al mare grigio e schiumoso di febbraio, si era formato un cerchio di ragazzi e ragazze, neri per la maggior parte, che battevano le mani a tempo della canzone in Portoghese di cui ripetevano anche il ritornello, forse senza nemmeno capire cosa volesse dire:

Olha a flor da laranjeira
Alo Bahia
Uma flor que tanto cheira
Alo Bahia
Todo mundo já conhece
Alo Bahia
O cheirinho da laranjeira
Alo Bahia

[Guarda i fiori d'arancio
Alo Bahia
Un fiore che tanto profuma
Alo Bahia
Tutto il mondo conosce
Alo Bahia
Il profumo dell'arancio
Alo Bahia]

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