Quidditch

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-Ieri sei tornato tardi, com'è andata la punizione?- chiese Pansy, sbadigliando sonoramente, stavamo salendo per la colazione, l'orario di quel giorno non era esattamente entusiasmante
-Oh, bene- risposi distrattamente, la mia mente era concentrata sulle selezioni per la squadra di Quidditch che si sarebbero tenute nel pomeriggio -Abbiamo solo avuto una specie di colloquio, sia il preside che i miei saranno informati-
-Pensi che ti puniranno? I miei si infurierebbero- rabbrividì Nott, ci pensai un momento, intanto arrivammo nella sala grande, già parecchio affollata e piena di schiamazzi
-Non credo, sicuramente saranno angosciati per paura che mi possa succedere qualcosa, al massimo un po' delusi- attraversando il tavolo di Serpeverde ricevetti diverse acclamazioni da parte di chi si sarebbe presentato alle selezioni
-Che fortuna- commentò Zabini, mentre spingeva da parte un ragazzino del primo anno, che voleva un autografo sulla sua pluffa personalizzata -Accidenti, sei proprio famoso- imprecò, infastidito
-Dev'essere per quella partita contro Grifondoro che abbiamo vinto lo scorso anno- alzai le spalle
-E quella contro Corvonero. E anche le altre due contro Tassorosso- specificò Pansy -Andiamo, metti da parte la modestia, sei il miglior giocatore che Serpeverde abbia mai avuto da almeno un secolo- le sue lusinghe mi infastidivano alquanto, mi metteva sempre su un piedistallo
-Non dire sciocchezze, non sono così bravo- visto che stava per ribattere, mi affrettai a prendere posto accanto a Draco, che era salito a colazione molto prima di noi -Hey Malfoy- mi fissò, un po' ansioso, era molto pallido ed aveva le guance leggermente incavate
-Buongiorno- rispose debolmente, poi si alzò velocemente e lasciò la sala, diretto chissà dove, con una fretta che non poteva che rendermi sospettoso.
Passai tutte le lezioni del giorno guardando un punto fisso nella stanza e molleggiando nervosamente la gamba, la McGrannitt ad un certo punto si scocciò a tal punto dal rumore dell mio pennino che picchiettava sul tavolo, che sbraitò parecchio, facendo sobbalzare tutti e traumatizzando alcuni Tassorosso che si trovavano ai primi banchi.
Finalmente anche le lezioni pomeridiane terminarono, mi alzai così velocemente che Piton non aveva nemmeno finito di assegnare 30 centimetri di pergamena sugli Inferi, che ero già sfrecciato fuori dall'aula, diretto alla sala comune per mettermi l'uniforme. Dieci minuti dopo ero già al campo di Quidditch, armato della mia Nimbus 2001, con indosso la sfavillante uniforme verde ed argento e circondato da una dozzina di ragazzini, armati di vecchie scope rovinate, la maggior parte del primo e secondo anno; ci vollero altri cinque minuti perché arrivassero tutti, parecchi miei compagni erano intenzionati ad entrare in squadra, c'erano anche dei ragazzi del settimo anno, terribilmente alti
-D'accordo- attirai l'attenzione di tutti -Faremo così: vi dividerete in tre squadre da sei giocatori e giocherete un piccolo torneo. I primi a segnare tre goal vincono- i più piccoli cominciarono già ad aggregarsi, mentre un grosso ragazzo bruno alzò un braccio per fare una domanda
-Perché sei giocatori? In una squadra ce ne sono sette-
-Non faccio selezioni per altri cercatori, la squadra ne ha già uno- si sollevarono diversi borbottii -Se non vi va bene potete anche andarvene, per tutti gli altri, cominciamo-
La prima squadra era formata solo da ragazzi del primo anno, gli avversari pure, ma avevano un cacciatore del quarto anno, che non ebbe nessuna difficoltà a segnare tutti e tre i goal di fila
-va bene, dovremmo equilibrare un po' i gruppi- commentai -voi tre del primo anno spostatevi nella terza squadra, tu del settimo e voi due del quinto anno, prendete il loro posto- scoprii che il ragazzo del settimo anno era un ottimo battitore, mentre uno del quinto sarebbe stato perfetto come cacciatore.
Alla fine del mini torneo avevo messo insieme una buona squadra: due battitori del settimo e quarto anno, due cacciatori tra cui Urquhart, un vecchio compagno di squadra e un ragazzo del quinto anno che aveva dimostrato destrezza nello schivare i bolidi, infine un mio coetaneo come portiere, un ragazzo di nome Avery, non lo conoscevo, ma ero certo che ci saremmo trovati bene. Avevo freddamente scartato Nott, che si era presentato imperterrito, anche Zabini aveva tentato di accaparrarsi il posto di cacciatore, ma Urquhart era nettamente più bravo.
Mentre il sole calava velocemente e tutti gli studenti tornavano al castello, io mi fermai a mettere via le palle, solo quando l'orologio della torre di astronomia segnò le sei, mi accorsi di essere terribilmente in ritardo. Corsi a capofitto verso la scuola, attraversai l'atrio urtando alcuni ragazzi di Corvonero e mi tuffai giù per le scale, saltando tre grandini alla volta, arrivai davanti all'ufficio di Piton e bussai forte, con il cuore in gola e il fiato mozzato per la corsa; entrai, reggendo ancora la scopa in mano e con la divisa da Quidditch un po' di traverso, il viso rosso per l'aria gelida. Piton mi squadrò per un tempo che sembrò infinito, poi mi fece segno di entrare, chiusi la porta e camminai verso la scrivania, facendo una smorfia per il dolore che avevo alla milza e mi sedetti pesantemente, appoggiando la scopa da una parte
-Sei in ritardo- constatò infastidito. L'ufficio era tappezzato di strani oggetti immersi in liquidi fosforescenti, i luccichii che provocavano si riflettevano negli occhi dell'insegnante
-Mi dispiace, ho avuto le selezioni della squadra- non avevo ancora ripreso del tutto il fiato
-Dovrò tenerne conto- disse gelidamente -Ed assicurati che non accada più- annuii disperatamente e mi allentai le cinghie sul petto, per respirare meglio
-Ho mandato un gufo alla tua famiglia e quest'oggi ho avuto una lunga conversazione con il preside, riguardante te- alzai lo sguardo, incuriosito -Lui mi ha dato il permesso di metterti al corrente di una faccenda altamente segreta- scandì l'ultima parola -quindi spero tu sia consapevole che se oserai farne parola ad anima viva o morta, sarà un piacere provare su di te le tre maledizioni senza perdono-
-Non ti fidi di me? Non ti tradirei mai- assicurai, quasi offeso
-Non ne dubito, ma è meglio essere prudenti-
-Allora, di cosa si tratta?- chiesi, impaziente
-A causa del tuo ritardo, mi vedo costretto a rimandare questo discorso- mi indignai, era evidente che godeva della mia sofferenza -Invece, sarebbe più utile entrare nel vivo della punizione di oggi- agitò la bacchetta e una decina di cilindri di vetro veleggiarono a mezz'aria fino ad appoggiarsi accanto a me, notai con disgusto che assomigliavano alle vasche piene di liquido che stavano attaccate alle pareti -Non andrai via finche non risplenderanno tutti- erano di certo più sporchi dei gabinetti del secondo piano -Niente magia- aggiunse, poi tornò a fare le sue cose, mentre io afferravo la spugnetta e la immergevo con riluttanza in uno dei grossi cilindri.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Mar 10, 2020 ⏰

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