Capitolo 2

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Quasi rimpiangeva di aver dato una fine troppo veloce al bacio con Abel, eppure il modo in cui lo aveva fatto a lui non sembrava aver dato fastidio, sorprendendola, invece aveva iniziato a ridere genuinamente: probabilmente stava pensando che solamente a lei sarebbe venuto come primo istinto quello di prenderlo in giro in un momento del genere piuttosto che saltargli addosso per il continuo. 

Di questo però ne era contenta, non avrebbe mandato giù l'essere ceduta completamente al fascino di un bel ragazzo di qualche anno più grande. Non lo avrebbe mai permesso così velocemente, quantomeno. 

Si rigirò ancora una volta sul letto comodo e si sistemò le coperte fino al naso , rievocando ancora una volta la scena avvenuta qualche ora prima, era stato anche gentile, per quanto gentile possa essere uno come Abel, a riaccompagnarla a casa a piedi, nonostante casa sua distasse un bel po' di piedi rispetto alla propria dal punto in cui si trovava.

Sorrise involontariamente e fissò lo sguardo sulla piccola abat jour posta sul comodino, solitamente bastava quella per farla addormentare, mandava una luce fioca alla camera che le dava il giusto conforto prima di dormire, eppure in quel momento aveva bisogno di svariare.

Doveva ammetterlo, si sentiva stupida ad aver timore del buio all'età di diciassette anni, ma era stato sempre così, fin dalla prima notte passata in una camera tutta sua e non più divisa con Dorian, il più piccolo dei suoi fratelli maggiori.

Sospirò ancora, stavolta mettendosi seduta sul letto, non era la nottata giusta per dormire, quella.

Tirò fuori le gambe da sotto le coperte e camminò scalza fino al piano di sotto, fino ad entrare in cucina, nel quale trovò giù una chioma biondissima che conosceva nei minimi particolari, seduto su uno degli sgabelli alti, quello che era stato denominato suo un paio d'annetti addietro. 

Corrugò la fronte mentre avanzava verso di lui e prese posto al suo fianco, notando solo in quel momento dove avesse il naso il fratello. 

«Studi a quest'ora della notte?»

Un'espressione divertita si posò su di lei. «E tu invece? Non studi mai?»

Jillian sbuffò. 

«Oh, avanti, lo sai che studio anch'io.» Incrociò le braccia, fingendo l'offesa. «E comunque a me non serve studiare tanto quanto te.» Pronunciò fiera. Certo, le sue parole valevano solo per lettere, ma tanto era uguale.

Lui rise. 

«Perchè non dormi?»

Jill guardò ancora una volta il libro di Dorian e segnando la pagina con un segnalibro lo richiuse accuratamente. 

«Te lo dico solo se vieni a letto anche tu.» Lei scrollò le spalle prendendo la mano del fratello, prima di scendere dallo sgabello e tirarlo in direzione delle scale.

Non appena salite le scale, entrò in camera del fratello e chiuse la porta alle loro spalle, saltando sul letto grande. Prese posto proprio al centro e battè la mano accanto a lei, facendogli segno di raggiungerla.

«Allora, che mi devi raccontare?»

«Niente, mi fai le coccole adesso? Non prendo sonno.» Sorrise innocentemente e allargò le braccia, invogliandolo a stringerla in un abbraccio.

Di riflesso, il biondo la circondò con le lunghe braccia, tirandola contro il proprio petto. Intrufolò una mano fra i capelli lunghi e scuri della sorella e la tirò con lui sul letto. Il viso della piccola trovò rifugio nel caldo petto di Dorian e solo qualche secondo dopo sollevò lo sguardo per guardarlo.

 «Si tratta di quel tipo? L'amico di Ben, vero?» Fece un mezzo sorriso, ricordando di averlo visto accompagnarla fino al portone di casa.

Rimase interdetta un attimo, prima di spiccicare un mugolìo soltanto. Possibile lo avesse visto insieme a lei? Eppure non aveva detto parola non appena era entrata, facendole credere di essere passata inosservata.

«Ci hai visti?» Si lamentò sonoramente mentre lui iniziava a riderne, prendendola in giro.

«Vi avrebbero visti tutti se fossero rientrati a casa per quell'ora» Lo disse in tono gravoso, corrucciando le sopracciglia in modo tale da sembrare contrariato alla cosa. 

«Mi prendi in giro, Dorian?» Sollevò un sopracciglio cercando di capire se fosse serio o meno.

Annuì.

«Sei proprio uno stronzo.» Scosse la testa.

«Lo sa che sei la mia sorellina, vero?» Era un dato di fatto, quello, non le stava mica dicendo cose nuove, ma annuì comunque, facendolo continuare. Aveva assunto un tono più serioso e sapeva di star per avere una conversazione che l'avrebbe messa a disagio. «E non mi piace vedere ragazzi attorno a te, specie se è un Redfield.» Si fermò un attimo per poterla osservare. «No, facciamo che non voglio proprio vederne di ragazzi attorno a te, senza eccezioni.» 

Ed eccola lì la gelosia che contraddistingueva da sempre gli uomini della famiglia Bloomwood.

«Fratellino.. ho diciassette anni, non tredici.» glielo fece presente.

«E sei ancora una bambina in tutti i sensi. E lui è troppo grande, non va bene per le bambine Bloomwood.» Le stampò un bacio sulla fronte che prolungò qualche momento. 

«Non sono una bambina.» protestò.

«Dormi ancora con la lucina accesa perchè hai paura del buio.» le palesò la verità con un sorriso vittorioso, sottolineando quanto ancora, in realtà lei fosse piccola.

La più piccola roteò gli occhi, prima di puntarli in quelli vitrei del fratello e scrollò le spalle.

«Solo quando non dormo con te.» 

Scoppiarono entrambi in una fragorosa risata, prima che lui tirasse le coperte da sotto i loro corpi per poter coprire entrambi. Non si spostò dall'abbraccio in cui erano mentre lo faceva, sporgendosi poi verso la lampada della camera, che spense, segno di chi era pronto a dormire. 

Passarono alcuni minuti di silenzio, senza che nessuno dei due fiatasse e a Jill sembrò quasi che si fosse addormentato. Si sistemò meglio fra le braccia del fratello e si strinse a lui, sfregando poi il naso contro il suo petto caldo. Sbadigliò pigramente e gli stampò un bacio appena sotto la mascella.

«Buonanotte, fratellino...» sussurrò impercettibilmente con la paura di svegliarlo e chiuse gli occhi, cullata dalla presenza del maggiore, tanto che riuscì a crollare senza pensarci troppo.

Dorian non dormiva, e solo dopo aver sentito il respiro pesante della sorella volse lo sguardo a guardarla dormire nel buio della camera, stretta a lui. Sorrise impercettibilmente e iniziò a giocare distrattamente col piccolo anellino intorno al suo labbro inferiore.

«Buonanotte, sorellina.» un sorriso appena accennato si formò sul viso del biondo. «E prima che qualcuno si avvicini a te ne passerà di tempo..» pensò mentre chiudeva gli occhi, anch'egli abbandonandosi finalmente al sonno.


Ed eccomi qua, al secondo capitolo della mia prima esperienza qui su questa piattaforma! Mi farebbe piacere sapere cosa ne pensaste di questo esperiemento che spero riesca come immagino!

In tal caso, siete liberi di commentare e votare come più crediate opportuno, e se potete, passate la storia ai vostri  amici!

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