La festa

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(Buon creepypasta-day carissimi!)

Interrotti dalla musica proveniente dal giardino, creepypasta e aspiranti abbandonarono qualunque cosa stessero facendo per raggiungere velocemente il retro della villa. Nonostante la maggior parte dei soldi che rubavano dalle case delle loro vittime venivano poi spesi in cibo o prodotti per la medicazione, riuscirono a decorare al meglio delle loro possibilità il vasto giardino, poco importava se molte cose erano state rubate solo il giorno prima da un locale.
Diversi tavoli si presentavano uniti in due file, coperti da lunghe tovaglie per nascondere la differenza di materiale o colore tra un piano e l'altro. A separarli era quello che poteva esser definito a tutti gli effetti un buffet, composto da: carne, verdure, dolcetti, caramelle e organi che la maggior parte degli ospiti cercavano d'ignorare.
Vicino ai tavoli, sulla sinistra rispetto l'uscita, li aspettava una semplice pista da ballo composta da due casse collegate ad un computer e un paio di lucine colorate, giusto per fare effetto. Volettero lasciare spazio anche al relax e, perché no, anche al romanticismo, motivo per cui dalla parte opposta alla pista numerosa coperte e morbidi cuscini erano stesi a terra, circondati da candeline profumate. Uno ad uno, dopo esser passati per il buffet, si sistemarono ai tavoli e da lì a poco ricominciarono
le chiacchiere: "
"Jeff stai nella tua parte di tavolo!" "Sei sicura non sia viva quella cosa?" "Se ha cucinato anche L.J. moriremo tutti avvelenati!"
Anche i pettegolezzi presero parte alla festa, sussurrati sotto voce da un killer all'altro:
"Però starebbero bene insieme" "Aspetta, ma non era lesbica?" "Scommetto che domani mattina lì vedremo uscire dalla stessa stanza" "Oi, hai visto come si guardano?Questi si saltano addosso sta sera"
Anche un paio di demoni si intrufolarono dopo cena e nonostante i rapporti rimasero ostili nessuna creepypasta aveva voglia di rovinarsi la festa dovendo pulire del sangue. Questo però non impediva ad Armony di rivolgere occhiatacce alla creatura fin troppo vicina a Jeff o a Yami di prendere a calci il demone che da un po' le ronzava intorno.
"Signori!"Sad Cupid si alzò in piedi, cercando di farsi vedere anche dalla tavolata opposta "Propongo un brindisi!" Era tempo di iniziare i festeggiamenti, e dei drink erano l'ideale. Furono Electro e Evil Blood ad aprire le danze, appena la playlist appositamente creata passò ad una canzone più movimentata, bastò uno sguardo e un sorriso scambiato tra i due che già si ritrovarono in pista, seguiti poco dopo dalla maggior parte degli altri killer.
A guardare le creepy sfidarsi in sfide di ballo era Mask, seduta sui morbidi cuscini cercando di non stropicciare il vestito scelto con tanta cura. Alzò lo sguardo dalla fiamma danzante della candela davanti a lei quando un paio di scarpe eleganti si unirono allo scenario. Con le mani in tasca e un sorriso affettuoso in viso,Masquerade era fermo davanti la ragazza. "Non pensavi davvero di ignorarmi per tutta la sera giusto?" Le chiese, divertito. Le si sedette affianco, rivolgendo lo sguardo alle luci bluastre provenienti dalla pista.
"...ti ho offeso in qualche modo?" Chiese quando non ricevette alcuna reazione alla prima domanda. Non era mai stato così insicuro su qualcosa, era generalmente molto attento su ciò che diceva o sulle sue azioni e l'ipotesi che avesse detto qualcosa di sbagliato era qualcosa di altamente improbabile, ma quella piccola percentuale di dubbio che aveva lo convinse a parlare
"Sono..." Mask si fermò, spostando lo sguardo sul ragazzo
"Sono estranea a tutte queste attenzioni..." Era un demone, non avrebbe dovuto provare la sensazione di volerla abbracciare, ma nonostante questo la provò. Eccome se la provò. Voleva davvero stringerla a se per farle passare quell'adorabile piccolo broncio, ma forse sarebbe stato un'atto troppo spericolato. Almeno per ora. Si limitò ad avvicinarsi, avvolgendole un braccio intorno le spalle così che potesse appoggiarsi a lui. Cosa che in effetti fece.
Vicino al buffet, Sad Cupid lì guardava, orgogliosa. Era bello vedere che non tutte le coppie, o probabili future coppie, avevano bisogno di lei per essere unite.
"Sad lo stai facendo di nuovo" Fù imbarazzata al richiamo dell'amica. "Scusa Crazy ma sono così carini insieme!" Anche a lei capitava spesso di notare particolari che altri ignoravano: sguardi, sorrisini o sussurri, e qui due sembravano troppo vicini per non essere chiaramente interessato l'uno all'altra. Crazy si guardò intorno, incrociando lo "sguardo" con Eyeless Jack, anche lui fermo a parlare dalla parte opposta della pista. Non sapeva perché ma nonostante non avesse occhi era certa che la stesse guardando. Aspetta, stava davvero guardando solo lei tra tutta quella gente? Sembrava propio di sì. Spostò d'istinto lo sguardo, come tutti gli altri del resto, quando iniziarono le grida. La pista si era svuotata, lasciando al centro solo due ragazzi:
"Cosa hai detto?!"
"Mi hai sentito, giocattolaio" Electro, con aria di sfida era fermo davanti
Jason che lo guardava infuriato.
Un coro sconvolto si alzò dalla folla quando l'aspirante venne colpito da un pugno al viso. Il resto dei killer si trovò sempre più ipnotizzato dalla scena quando Electro lo assalì, facendo cadere entrambi a terra.
La folla si spostava ogni volta che i due ruzzolavano da una parte all'altra. Laughing Jack corse a fermare Electro, vedendolo afferrare i suoi pugnali, allontanandolo a fatica da Jason, ancora a terra. Il pagliaccio portò con sé l'aspirante dentro casa, seguito a ruota da Jane.
Sfruttando l'attenzione rivolta sul giocattolaio, Silvia riuscì finalmente a sgattaiolare via dalla festa, così da tornare in camera a disegnare lontano da quella folla di gente. Arrivata nella stanza fu piacevolmente sorpresa quando notò che a porta chiusa la musica della festa si sentiva molto meno e comuqnue in maniera più attutita. Si diresse verso la scrivania per prendere il block notes ma qualcos'altro attirò la sua attenzione. Aveva una mensola vicino al letto, dove aveva deciso di tenere i pupazzetti che ogni tanto si divertiva a cucire, ma uno si distingueva particolarmente, era lei, era lei versione bambolina di stoffa. E non era di certo stata lei a farla. Si guardò intorno, cercando qualcos'altro fuori posto. Nulla.
Si avvicinò alla bambolina facendo caso solo ora al bigliettino che sembrava tenere in mano:
"Un piccolo regalino.
P"

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⏰ Ultimo aggiornamento: Oct 13, 2019 ⏰

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