Un compleanno molto speciale

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Marzo 1968

Era un bel pomeriggio di fine inverno, l'aria era fredda ma sopportabile e il sole pallido, nascosto da qualche nuvola candida, preannunciava l'imminente arrivo della primavera. Sembrava insomma un ordinario pomeriggio di fine inverno, tiepido e tranquillo, tuttavia c'era una giovane strega che non lo reputava affatto in tal modo. Bellatrix Black proprio quel giorno avrebbe compiuto diciassette anni, raggiungendo finalmente la maggiore età, evento che la faceva fremere di gioia. Tanto aveva desiderato quel momento, forse lo aveva atteso per tutta la vita, credendo ingenuamente che maggiore età e libertà coincidessero. Ovviamente si era disillusa diversi anni prima e quando arrivò l'atteso giorno non le parve poi molto più speciale di tutti gli altri compleanni. Era nel suo dormitorio e si preparava tranquillamente, quando le sorelle minori irruppero nella stanza sbattendo la porta con foga "Bella, devi proprio andarci anche oggi!?" Sì lagnò Narcissa, irritando la sorella maggiore. Bellatrix le rivolse un freddo sguardo d'accusa, scandalizzata, ritenendo le parole della sorella più piccola assolutamente inaccettabili e assurde "Ma è ovvio che devo andarci!" Rispose a tono, voltandole le spalle con stizza "È proprio perché è oggi che devo andarci, non lo capisci!?" Terminò la frase in tono vagamente melodrammatico che costrinse Narcissa a trattenere un sorriso.

Andromeda, l'altra sorella, guardò Bella con un sorrisino, avrebbe preferito passare la giornata con la sorella per poterla festeggiare nel migliore dei modi ma evidentemente, se Bellatrix desiderava altro, forse era meglio assecondarla prima che la situazione degenerasse "Vai pure dal tuo adorato maestro" la incoraggiò allora, premurosa, ma non per questo meno divertita. Bella sorrise di rimando, trionfante, poi si sistemò il mantello e uscì dalla stanza di gran carriera, emozionata come se dovesse incontrare il Ministro in persona. In cuor suo sapeva che la richiesta delle sorelle di restare con loro era fatta a fin di bene, ma non poteva stare senza il suo adorato Maestro proprio quel giorno, era lui che avrebbe reso speciale il compleanno. Era da più di due mesi e mezzo che avevano iniziato una relazione clandestina e quello che Bella sperava di ottenere quel giorno era un piacevole e godereccio pomeriggio con l'uomo di cui era innamorata.

Quando comparve nel giardino ricoperto di rugiada di Riddle era perciò colma di speranze e aspettative, vestita di tutto punto e sfoggiava sfacciatamente un sorriso sensuale sulle labbra tinte di rosso "Maestro!" Cinguettò tutta contenta, girandosi da una parte all'altra per cercarlo. Tom Riddle uscì distrattamente dal retro della casa, tenendo un grande tomo sotto al braccio "Ciao Bella" la salutò senza particolare enfasi, mettendosi a sedere sullo sgabello. Nonostante un iniziale delusione, Bella decise di non scoraggiarsi. Si tolse il mantello, mostrando un abito dalla profonda scollatura e si avvicinò al suo sgabello, senza sedersi, e fissò Riddle con un sorriso allegro e sensuale. "Cosa aspetti a sederti, Bellatrix?" Domando lui, sfogliando distrattamente il grosso libro, senza neanche degnarla di un misero sguardo.

Bella sbatté le palpebre e si avvicinò di un passo a lui, sempre rimanendo in piedi "Allora?" La incalzò nuovamente lui, guardandola finalmente negli occhi. Bellatrix gli rivolse un caldo sguardo malizioso e si sporse in avanti con il busto, per essergli più vicina "Nulla Maestro" disse in tono vago, ma era palese che stesse mentendo "Solo che oggi..." si interruppe per studiare il voltò di lui, la fissava con le sopracciglia inarcate "Non ho tanta voglia di fare una lezione classica" terminò lei, lasciando che sguardi e gesti dicessero più delle parole. Tom Riddle la scrutava con un'espressione beffarda sul bel volto, poi rise brevemente "Quindi da adesso sono gli allievi a decidere cosa fare durante una lezione, questa devo ammettere che mi è nuova". Bella si perse per un attimo ad ammirare quello sguardo pungente, prima di continuare con voce gentile ma decisa "Solo perché oggi è una giornata speciale". Tom incrociò le braccia, spazientito e per nulla d'accordo con quelle parole "E quindi pensi che compiere diciassette anni ti autorizzi a decidere cosa fare?" Domandò, la voce fredda ancora beffarda "No!" Tentò subito di giustificarsi Bella "Cioè, avevo delle speranze per la giornata..." continuò a voce bassa.

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