Capitolo 10, Min-hee

15 2 0
                                    

«Spiegami ancora una volta perché non siamo in camera nostra» , sbottai mentre Gabby mi trascina verso casa di Jin, dove la festa era cominciata da un po'.

Due settimane prima era stato beccato con le mani nel sacco a mensa, ma a quanto pare Gabby non aveva un briciolo di amor proprio.

Sbirciai attraverso le finestre, dietro le quali potevo vedere le sagome sfocate degli studenti della nostra scuola muoversi come una massa indistinta e mi sembrava di sentire già il vocio confuso e sopraffatto dalla musica.
Insomma, la solita festa da diciottenni.

Ma perché nessuno organizzava mai feste a tema lettura?

Avrei dovuto pensarci io, invece di passare la serata in mezzo a quella roba .

«Te l'ho detto. Mi ha scritto l'altra sera scusandosi. Probabilmente ho frainteso», Sì, probabilmente aveva frainteso la lingua di Jin nella bocca della sua ex migliore amica.

«Tra l'altro, c'è anche Ryan», aggiunse poi.
«Avevo capito che odiasse Jin»
«Lo odia infatti. Ma gli piace Tony. E situazioni come questa sono le uniche in cui può stare insieme a lui.»

Entrammo, e un odore fortissimo di salvia bruciata mi si appiccicò subito addosso, sebbene fossi abbastanza certa che non fosse salvia quella che stava bruciando.

«Min-hee» , esclamò Yuta, venendomi incontro sorridente e scandendo il mio nome come aveva fatto in classe.

«Non sapevo andassi alle feste!». I suoi occhi indugiarono sul mio seno, ma stavolta per poco.

«Non ci vado infatti» , ribatterei guardandolo.
Ogni cosa lì mi faceva sentire a disagio: il rumore, l'alcol, la musica sorprendentemente brutta .
Ash si sarebbe vergognata di quella situazione.

Yuta rise e mi poggia una mano sulla schiena, guidandomi per le stanze della casa.

«Vieni Mettiti comoda».
Gabby lo guardava sospettosa e Yuta le rispose con uno sguardo interrogativo. Odorava un po' troppo di quella salvia bruciata, a dire il vero.

«Ho capito chi sei , tu sei la sorella di Ryan, giusto?»
«Gabby», lo corressi «un nome ce l'ha»
« giusto Gabby», sorrise Yuta.

|
|

La stanza in cui ero cominciava a farsi sempre più affollata. Odiavo quella puzza, odiavo muovermi tra la gente, odiavo tutto in quel posto.

Le feste, nei romanzi, sembrano sempre più divertenti e questo era solo uno dei tanti motivi per cui i libri erano una delle mie cose preferite.
Cominciava a farmi male la testa a causa dell' odore forte di erba e vomito mischiati insieme e dopo l'ennesimo giro a vuoto per la casa decisi di uscire nel portico sul retro e prendere una boccata d'aria fresca.
Dei gradini conducevano a un ampio giardino, afferrai la ringhiera fredda e mi sedetti sotto la luce fioca che sfarfalla ormai quasi consumata, poteva bastare.
Tirai fuori un libro dalla borsa.

Adesso sì che era perfetto

Sarei rimasta lì finché Gabby non avesse finito di farsi spezzare il cuore, per quella sera.
Aprii il libro e toccai delicatamente le pagine, percependo la consistenza ruvida della carta sotto i polpastrelli, poi lo sollevai davanti al viso e inspirai profondamente, respirando quel profumo di quelle parole scritte su carta.

Non c'era niente di più romantico della sensazione di un libro tra le mani, Taehyung escluso, No! niente Taehyung, per quella sera.

Se non pensavo a Tae però... finivo per pensare ad Ashlyn e forse era anche peggio.

Le parole sulla pagina cominciarono a sdoppiarsi e una goccia d'acqua bagnò il segnalibro.

oh che sorpresa stavo piangendo, di nuovo.

《Non posso credere di essere qui...》, mormorai un po' a me e un po' ad Ash, mi fermai, aspettando una risposta che non poteva arrivare.
«La mamma ancora non mi ha chiamato... volevo chiamarla io... ma non l'ho fatto. E scusami per l'altro giorno me la sono presa con te con la tua morte. Come se fosse colpa tua».
Risi al pensiero che qualcuno potesse sentirmi, ma quello sfogo mi aveva fatto sentire leggermente meglio.

Una ragazza aprì la porta e barcollò sul portico lo sguardo appannato e le braccia leggermente protese in avanti avrei potuto scambiarla facilmente per uno zombie, si chiamava Tiffany Snow, seguivamo insieme il corso di storia e a scuola sembrava molto più carina.
Lì alla festa, il mascara sciolto e gli occhi spenti.. non le rendevano giustizia.
Fece un profondo respiro e spalancò le braccia cercando di mantenere l'equilibrio, poi ridacchiò compiaciuta della sua abilità e ancora inconsapevole della mia presenza.
Dopo un istante di attonito stupore corse verso il lato sinistro del portico e vomitò.

All'improvviso, i cespugli del giardino si mossero.
C'era qualcuno, arrossì e mi immersi nel libro, ma quando vidi Rayan sgattaiolare fuori dalla siepe, allacciandosi la cintura dei pantaloni, diventai paonazza.
«Chicago!», Esclamò aveva gli occhi iniettati di sangue e anche lui adorava decisamente di salvia bruciata.
«Cosa ci fai qui?», mi chiese.
«Gabby..»

«Jin è uno stronzo.»

«Però ha sempre dell'ottima erba» , mi poggia la testa sulla spalla.
«lì in mezzo ai cespugli c'è ancora qualcuno» , sussurrò
«lo immaginavo» .

«Posso dirti un segreto?», Prosegui Rayan, tirando fuori il suo pacchetto di sigarette finto e "accendendone" una
« ho l'impressione di potermelo permettere con te, visto che non conosci nessuno a scuola. Sono al sicuro»
«Vai»
Lo sguardo era fermo sui cespugli e una lacrima discese lungo il viso.
«Non sono così felice come fingo di essere»
«E perché fingi, allora?» , chiesi

«Perché fingere di essere felici è quasi come esserlo davvero» , mormorò con gli occhi fissi sulle mie scarpe.
«Finché non ti ricordi che stai solo facendo finta. Allora diventi molto triste».
«Indossare una maschera ogni giorno è la cosa più difficile e faticosa che ci sia. E anche la più rischiosa, perché dopo un po' ti accorgi che la maschera è diventata parte di te» .
«Ryan... tu non sei solo» . Gli strinsi la spalla con affetto
«E quando ci sono io, Non devi indossare la maschera» .

«Stessa cosa per te» , mi sussurro vicino all'orecchio prima di schioccare un bacio sulla guancia.

Dopo poco ci raggiunse anche Gabby, si sedette accanto a me sui gradini del portico e poggiò come il fratello la testa sulla mia spalla.
« Lo odio» , fu tutto quello che disse.

Ero al posto giusto nel momento giusto, in fin dei conti.
Mi sentivo persa, ma lo erano anche loro due, dopo tutto.

Non avevo mappe per ritrovare la strada, ma almeno non stavo camminando da sola.

☾Kim Taehyung✫Everything i need• ]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora