Capitolo 12, Min-hee

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Ero piuttosto soddisfatta di me. Nonostante i ragazzi a scuola continuassero a prendermi di mira, li ignoravo, così come ignoravo i pettegolezzi.
Ogni tanto sorridevo a Taehyung per fargli capire che non ce l'avevo con lui e che dovevamo star tranquilli perché tutto si sarebbe aggiustato. Per distrarmi, avevo deciso che fosse cosa buona e giusta richiedere la tessera della biblioteca e ogni pomeriggio, dopo la scuola, mi rintanavo lì dentro che il sole era alto e tornavo a casa con la luna.

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Dopo la scuola mi rifugiai subito in biblioteca e rimasi fino a tardi. Scovai un tavolo, in un angolo in fondo ad una sala, che rimaneva sempre libero e lo elessi il mio Paradiso personale.
Non sempre leggevo però. La maggior parte del tempo ero intenta a scrivere tutte le ragioni, punto per punto, per le quali tra me e Taehyung avrebbe potuto funzionare.

Non appena fosse finita la scuola, il nostro rapporto sarebbe potuto evolvere in qualcosa di più, e alla fine dell'anno scolastico mancavano circa 120 giorni.
124, per l'esattezza.
Non che li contassi, intendiamoci.

Insomma, principalmente scrivevo quelle fantasie che speravo un giorno di realizzare e mi gingillavo con i miei sogni a occhi aperti.

Presi in prestito qualche libro nuovo e mi avviai verso casa.
Le luci delle strade illuminavano il cemento, e il cielo stava per assopirsi. Quel giorno indossavo solo un vestito leggero e l'aria fredda della sera mi prese alla sprovvista: l'autunno caldo di Daegu stava lentamente lasciando il posto all'inverno.
Passavo accanto al cimitero per poter tornare a casa, quando mi fermai a guardare oltre al cancello. La prima cosa che notai fu la sua macchina parcheggiata nell'area di sosta. Poi lo vidi e i battiti del mio cuore andarono in tilt. Se ne stava in piedi da solo, davanti a due tombe. Indossava dei pantaloncini una semplice maglietta nera e scarpe da corsa.
Correva?
Avrei voluto saperlo.
Avrei voluto sapere tutto di lui.

Taehyung si inginocchiò davanti alle lapidi; muoveva le labbra, ma non riuscivo a sentire le sue parole, poi rise ma senza far rumore: la risata più triste e sofferente che avessi mai visto.
Cercai di capire se fosse in compagnia di qualcuno, ma non sembrava così.

Cosa dovrei fare?

Non riuscivo a decidere e comunciai a sfregare nervosamente le mani sul dorsi del libro.

Dovrei tornare a casa e far finta di non averlo visto.
Ma io l'ho visto, e nessuno dovrebbe stare in un cimitero tutto solo. Soprattutto Tae.

In pochi istanti mi trovai accanto a lui. Non avrei saputo dire come io fossi arrivata lì, avevo l'impressione che i miei piedi mi avessero fatto strada da soli, portandomi da lui.
«Ehi...», lo chiamai piano.
«Min-hee», esclamò sorpreso. Avevo quasi dimenticato quanto amassi il modo in cui mi guardava.
«Mi dispiace disturbarti, ti ho visto qua tutto solo e ho pensato..»

Cosa? A cosa avevo pensato?

«.. Niente» sussurrai.

«Non ero mai stato qui in compagnia prima d'ora, è una senzazione strana... ».
«Fai finta che io non sia qui, allora»
Mi osservò per secondo, poi mi rivolse un piccolo sorriso. «Ho detto strana, non brutta».
Mi guardai intorno, notando l'oscurità che stava per avvolgerci. Forse era il momento giusto per andare via, ma le mie gambe non avevano nessuna intenzione di fare dietrofront.
«Perché ti chiamano tettona?», chiese Taehyung, sedendosi sull'erba. Lo presi come un invito a rimanere. Mi sedetti accanto a lui, ridendo. «Me lo stai chiedendo davvero?»
«No», fece scivolare una mano tra i fili d'erba intorno a noi e ne strappò una manciata.
«Hai un corpo bellissimo, non è certo un segreto. Allora, perché si concentrano solo su questo dettaglio, tralasciando il resto? Non notano i tuoi occhi meravigliosi, per esempio o la tua incredibile intelligenza. Mi fanno incazzare quando ti trattano male Min! O quando attaccano foto stupide al tuo armadietto. O quando ti sorridono e ti fanno complimenti. O..., Min... Odio poterti vedere solo da lontano, e vedere che gli altri possono starti vicino.»

Ero rimasta senza parole, chinai lo sguardo e giocherellai con l'orlo del vestito.
«Scusami Min-hee. Non dovrei condividere con te la merda che ho nel cervello».
«Taehyung... è da un po' che sto ragionando sulla nostra amicizia... E cercando su internet ho trovato che tra noi potrebbe funzionare... Il fatto di essere amici intendo»
«Min, io non voglio essere un semplice amico per te. Non ho mai pensato di diventare tuo amico, da quella volta alla stazione.
E poi al bar, e infine quando ti vidi nei corridoi della scuola dove insegno, ho capito che non posso essere un semplice amico, Min-hee, credo che dovremmo almeno provarci, provare a stare insieme, sì sarà difficile, ma almeno saremo insieme».

«saresti piaciuto molto ad Ash...» sogghignai.

Il suo volto si addolci, mi prese le mani tra le sue, mi chiedo se lui sappia cosa significhi per me tutto quasto, quanto mi sia mancato il suo contatto.
«E tu, saresti piaciuta tantissimo a mia madre»
«Posso confidarti un segreto? Però non prendermi per matta», gli sussurrai.
«Certo», disse.
«Mi piace tenerti per mano... Mi piace tanto, mi fa sentire... Importante»
«Tu sei importante» Tae incominciò ad accarezzare il polso con movimenti circolari e il mio cervello si spense. Sentii la sua mano salire lungo la gamba, poi mi sollevò e mi adagiò sul sui grembo e io allacciai le gambe intorno a lui, adesso i nostri corpi erano perfettamente incastrati: sembravano creati l'uno per l'altro. La sua faccia era così vicina alla mia che non potevo dire se le nostre labbra si stessero toccando oppure no.

«Per me sei incredibilmente importante, Min-hee»

Mi rannicchiai contro il suo petto e delicatamente gli baciami il collo. Lui poggiò il mento sulla mia testa e con un movinemto deciso ma agile mi avvicinò ancora di più a sé.

«Parlami di loro», chiesi a lui.
«Mia madre era un insegnante di musica. Papà, un professore di letteratura»
«Tu sei un mix di entrambi»
«Io sono un mix di entrambi»
«So cosa è accaduto a tuo padre... E tua madre?»
«È stata uccisa», rispose con voce piatta.

«Mi dispiace così tanto» dissi, sfiorandogli i capelli.
Lui mi guarda negli occhi tristi e scosse le spalle. Posai le mie labbra sulle sue per un bacio fugace.
«Sei bellissimo», gli sussurai, ripetendo quello che mi aveva scritto lui in un messaggio, molte settimane prima.
«E non intendo esterioremente.. . La tua intelligenza è bellissima, il modo in cui proteggi, le tue debolezze.
Tutto questo è bellissimo.»
La sua mano scivolò dietro la mia schiena e mi tira ancora più vicino, poi il suo sapore invase le mie labbra, e il calore del suo corpo riscaldò ogni centimetro del mio.

«Non voglio essere tuo amico», ansimò.

«Voglio essere tuo, voglio che tu sia mia, e odio che ci sia negato. Perché siamo fatti l'uno per l'altra, e lo sai anche tu.»

«Mi sembra di conoscerti meglio di chiunque altro anche se abbiamo passato pochissimo tempo insieme.
Come te lo spieghi Tae ? Come è possibile che io continuo ad essere innamorata di te ?»
Lo sguardo di stupore nei suoi occhi era incantevole.
Si riconosceva in quelle parole, perché anche lui si era posto quelle stesse domande.

«Non lo so. Forse perché quando due cuori cominciano da ardere, niente e nessuno può cessare quel fuoco.»

Lo guardai negli occhi «Deve rimanere un segreto... Il nostro segreto al 100%, solo nostro».
All'improvviso preme le sue labbra contro le mie e intorno a me tutto scomparve, l'universo si era fermato: mi trasportò ancora una volta nel suo mondo, in cui non c'è traccia di tristezza ma solo di amore e conforto.
Le mie mani scesero al bordo della sua maglietta e la tolsero scoprendo il fisico perfetto e irresistibile.
«Min», gemette.
Poi ci baciamo ancora, Tae spostò la sua attenzione sul mio collo, concentrandosi su un punto ben preciso lasciando segni violacei. Corse con le dita alle mie spalline, le abbassò e con una mano afferrò i miei seni, continuando a baciarmi ovunque.

Amavo il modo in cui mi toccava, sembrava avesse una mappa mentale di tutti i miei punti deboli.

«Non dovremmo farlo...», mormorò, ma non era chiaro se lo stesse dicendo a sé stesso o a me.

Zittii quelle parole con un baciò, prima che potesse convincerci a fermarci. Non ero mai stata così sicura di qualcosa nalla mia vita come in quel momento. Lì nel buio del cimitero stretta a qualcuno che soffriva tanto quanto me, mi sentivo al sicuro.

Kim Taehyung era la mia casa.

☾Kim Taehyung✫Everything i need• ]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora