sedici

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E se fosse tutto frutti della sua immaginazione? Magari era solamente dolore fisico, magari quel maledetto virus che lei stessa non aveva ancora iniziato a curare.

Non poteva aspettare un bambino, lei e Fabio erano stati attenti, sempre attenti. Com'è possibile che sia successo?

-ehi, tutto okay?- chiese Martina sedendosi accanto alla ragazza in sovrappensiero -sì, certo, perché?- chiese -beh, perché ultimamente mi sembri strana...- disse la ragazza guardando gli occhi stanchi della mora, lei alzò le spalle. Non sapeva che cosa volesse dire, ma sapeva che in parte aveva ragione. Lei stessa si vedeva strana

-ti va di dirmi che hai?- chiese con tono convincente -non lo so neanche io, ultimamente ho delle strane nausee, ma non so nemmeno io il motivo.- rispose -non ho avuto alcun tipo di problema fino ad ora- disse affranta la ragazza, portando una mano sul ventre dolorante -il ciclo?- chiese la ragazza con un piccolo accenno di curiosità e felicità nei suoi occhi. Ha sempre sperato che la sua migliore amica potesse realizzare il suo sogno -quello?- disse fermandosi un attimo a pensare -eh...forse non mi viene da quasi due mesi- disse -ma sarà il cambiamento del clima, magari è quello.- disse sperando che fosse una spiegazione accettabile.

Martina la guardò con un sorriso malizioso, mentre Ginevra era disorientata -facciamo così- disse prima di saltare a conclusioni affrettate -perché non ne parli con Fabio?- chiese -perché lui stesso ha detto che è troppo preso- disse ripensando a quelle parole, che dette così, le facevano più male di prima.
-non è vero! Dicono così, ma alla fine sono felici- disse la mora posando una mano sulla spalla della ragazza -che ne sai?- disse -non mi pare fosse mai successo a te e a Diego- disse Ginevra sentendosi presa in giro -no, vero, ma almeno provaci, vuoi che chiamo io?- chiese prendendo dalla sua tasca il cellulare.

Ginevra sospirò.
Tentare non farà male, giusto?

Martina compose il primo numero di una brava ginecologa della zona, che aveva trovato fortunatamente su internet. Ginevra moriva d'ansia, sperava solo di poterci andare al più presto, e di poter finalmente togliere questo problema.

-ho una buona notizia- disse la mora appena fini la chiamata -andiamo questo pomeriggio alle quattro. Non potarti il signorino, non vorrai rovinargli la sorpresa- rise la mora mentre posava il cellulare sul tavolo -anche perché questa mattina è partito per Roma, non tornerà prima di questo fine settimana...-disse  -non credo di potercela fare- continuò dopo sospirando Ginevra -ehi, ehi hai me. Io sono qua- sorrise la ragazza confortando interiormente la ragazza.

Era fortunata ad avere lei al suo fianco.

[...]
La targhetta appena lucidata brillava sotto la luce elettrica del piccolo lampadario posto sopra di essa, la porta era nuova senza alcuna ammaccatura e il palazzo sembrava anch'esso nuovo.

La ragazza sentiva che non doveva entrare, che ci faceva la? Alla fine stava bene no?

-non lo so Marti...- sussurrò per non disturbare i vicini -avanti, siamo qua, non puoi fare nient'altro- disse la mora indicando la porta di fronte a loro -vero...- disse la ragazza rassegnata.

Posò una mano sul pomello della porta per poi girare leggermente finché la porta non si aprì.

La stanza era vuota, all'interno di essa stava solo una dottoressa, dai capelli tinti di biondo e gli occhiali posati sulla punta del naso, e controllava qualche documento sul computer -oh salve- disse sorridendo quando notò la presenza delle due ragazze, si alzò e sistemandosi il camice bianco allungò la mano verso le due -ditemi, chi devo visitare?- chiese sorridendo -me- rispose imbarazzata la mora -ottimo, siediti pure...ti faccio qualche domanda e poi possiamo passare ad un ecografia- disse sedendosi nuovamente sulla sedia di plastica, e con lei anche le due ragazze si sedettero di fronte a lei.

Ginevra iniziò a torturare le mani, in preda all'ansia, mentre rispondeva alle domande che la donna le rivolgeva, con pazienza e gentilezza.

-perfetto, questa era l'ultima, possiamo procedere- disse alzandosi e avvicinandosi ad un lettino bianco, sistemò la certa su esso e Ginevra si stese.

-scopriti pure- disse mentre afferrava un piccolo sgabello e tirando a sé un ennesima macchina, Ginevra scopri lentamente il suo ventre.
-sentirai un po' di freddo- rise leggermente la ragazza mentre prendeva il gel da spalmare.

Una volta fatto questo processo, posò un macchinario sulla pancia della ragazza, e dal computer iniziarono a vedere l'interno -ecco qua, vedi?- chiese guardando la ragazza -sì...- disse intimidita

Quel piccolo puntino era il frutto del loro amore?

-adesso accendiamo l'audio eh- disse prima di premere un tasto, che lasciò sentire per tutta la stanza un piccolo battito, velocizzato.

Ginevra non resse quel rumore, le lacrime abbandonarono i suoi occhi.
Era incinta dell'uomo che amava più di sé stessa, ed ora non aveva idea di come dirglielo.

Come l'avrebbe presa non lo sapeva, ma sapeva che era la cosa più bella che le fosse accaduta.

Untitled|| MarracashDove le storie prendono vita. Scoprilo ora