Capitolo 2

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È strano come a volte,non ci si renda conto della nozione del tempo.Ci sono attimi che sembrano capaci di congelare il tempo o al contrario,giorni che sembrano passare in un battito di ciglia.

Mi buttai sin dall'inizio dei corsi a capofitto nello studio,e i giorni diventarono ben presto settimane,e le settimane mesi.Le foglie verdi e vive sui rami ricadevano ormai secche danzando sul terreno e l'aria si fece più pungente.

Era sempre la stessa storia.

Dovevo combattere una battaglia invisibile e silenziosa contro me stesso,dovevo essere il migliore.Il perfetto studente che vive solo per lo studio.Anche se ero stanco,non dovevo deludere mio padre.

Il mio rapporto con lui è sempre stato complicato.

Ovviamente,le sue ferme convinzioni omofobe mi ferivano,ma ciò che mi aveva ferito di più nel tempo era la sua assenza e la sua ipocrisia.

Ha sempre messo al primo posto la sua carriera,trascurando me e mia madre.Ha perso i miei compleanni,le mie recite,i colloqui a scuola,non mi ha mai dato un abbraccio o detto 'andrà tutto bene' quando ero triste.Ma non si è mai perso i suoi comizi e le sue campagne elettorali.La sua immagine da buon padre di famiglia era impeccabile agli occhi della gente,ma quale padre si perderebbe la nascita del suo secondo figlio?Quale marito lascerebbe la moglie da sola a esalare i suoi ultimi respiri?

Non versò una lacrima nemmeno al suo funerale.

Lo detestai per questo,ma odiavo me stesso ancora di più per non aver mai avuto il coraggio di affrontarlo.

Il nostro rapporto crescendo,non è di certo migliorato.Da quando sono andato a vivere da solo,consiste in una telefonata a settimana,sempre al solito orario,sempre al solito giorno.La parte che odio di più?È il fatto che nonostante sappia sia la sua segretaria a chiamare per lui,io sono felice.

Una parte di me spera ancora stupidamente di ricevere quella pacca sulla spalla,e di sentirgli dire 'sono fiero di te'.

...

La settimana volse finalmente al termine.
Mentre mi preparavo a sistemare i miei libri in borsa,Luna si sedette sul mio banco con un insolito sorriso sulle labbra.

"Sunny~!Hai da fare oggi?"

"Cosa vorresti fare?"

"Le ragazze mi hanno proposto di andare a andare a fare un giro al centro commerciale,e visto che siamo in macchina insieme mi chiedevo se volessi venire con noi.Dai dai dai~" disse la mia amica eccitata.

"Settimana prossima abbiamo un esame."

"Quindi?"

"Devo studiare."

Luna mi guardò accigliata

"Ti prego!Non puoi rimanere sempre col naso sui libri.Devi concederti qualche ora di svago o ti andrà in fumo il cervello!Da quando sono iniziate le lezioni non siamo mai usciti insieme.E poi le ragazze morirebbero se venissi con noi!"

"Le ragazze?" La guardai perplesso

"Oh,tesoro.Sei troppo preso dai tuoi libri per notare che mezza scuola ti sbava dietro."

Sentii le guance avvampare per l'imbarazzo.Lanciai un'occhiataccia a Luna,che senza sentire ragioni mi aveva già afferrato per il braccio e trascinato verso il suo gruppo di amiche che emetteva gridolini imbarazzanti.
Era impossibile cercare di resistere all'entusiasmo di Luna,travolgente come un uragano.

Dopo mille sospiri e contrattazioni,riuscimmo a trovare un accordo.Mi avrebbe accompagnato a casa a prendere la mia auto e io l'avrei raggiunta per un breve giro.

Le continue attenzioni e i tentativi di flirt delle sue compagne mi mettevano a disagio,fortunatamente Luna si accorse del mio malessere e mi lasciò andare trascinandole dentro i negozi dell'enorme centro commerciale.

Quel giorno l'aria era abbastanza mite e il sole luminoso per essere pieno Novembre.Decisi allora di approfittarne e concedermi un attimo di riposo prima di tornare a casa a studiare.Dopo aver preso un caffè e aver girato a zonzo nell'enorme centro,mi soffermai davanti alla vetrina di una catena di librerie,decisi allora di entrare e comperare un regalo per il 12esimo compleanno di mio fratello,che sarebbe arrivato la settimana dopo.Un libro sulle stelle.

Mio fratello adora guardare le stelle con il suo telescopio.È stato l'ultimo regalo che ha ricevuto da nostra madre.

Lei gli diceva sempre che sarebbe diventata la stella più luminosa nel cielo e che avrebbe sempre vegliato su di noi guardandoci dall'alto.

Prese così l'abitudine, prima di andare a letto,di mettersi alla ricerca della stella più luminosa nel cielo per dare la buonanotte alla mamma.

Mi si spezzava il cuore ogni volta nel vedere quel bimbo di a malapena 5 anni arrampicarsi sullo sgabello per guardare felice le stelle,ero invidioso della sua innocenza e ingenuità,ma allo stesso tempo quella vista mi rincuorava e mi dava forza.Il mio fratellino aveva solo me su cui fare affidamento,sentivo di dover proteggere quell'innocenza ad ogni costo,fino al momento in cui non fosse diventato abbastanza grande da capire.

Allontanai i tristi ricordi dalla mente e accesi il motore della macchina pronto ad uscire dal parcheggio.Poco dopo la suoneria del mio cellulare iniziò a risuonare per tutto l'abitacolo.

Guardai con un sorriso il nome sullo schermo del telefono e dopo aver infilato gli auricolari accettai la chiamata.

"Ciao papà.Indovina?Ho appena preso il regalo per Eric,sono sicuro gli piacerà."

Dissi tutto d'un fiato eccitato.
Ma il mio sorrisò svanì quando sentii la risposta imbarazzata della persona dall'altra parte della cornetta.

[Ehm..Buon pomeriggio Helios,sono Elena.Purtroppo il Dottore non può parlare al momento,si trova in riunione. Ma voleva comunque farle sapere che sarà carico di impegni per tutto il mese,quindi..]

"Ah..Va bene,grazie mille per avermi avvisato.Buona giornata."

Chiusi la chiamata senza aspettare la risposta della segretaria di mio padre.Strinsi i pugni sul volante e sentii i miei occhi bruciare per la rabbia.

Un'altra delle sue solite promesse infrante.

Perché?Perchè è così egoista?Come troverò il coraggio di dire al mio fratellino che nemmeno questo è l'anno giusto?Quanti anni ancora dovrà perdere della nostra vita,prima di rendersi conto di quanto tempo ha sprecato dietro a quelle inutili campagne?

Le lacrime iniziarono a riversarsi sulle mie guance e ad offuscare la mia vista.

Mi fermai al semaforo rosso di un incrocio e cercai di asciugarle al meglio che potevo con le maniche della giacca aspettando che scattasse il verde.

Dopo aver fatto un respiro profondo e aver azionato la freccia,girai all'incrocio entrando nella vita principale,non notando la moto di grossa cilindrata che si avvicinava a folle velocità verso di me.

Lost in the SunDove le storie prendono vita. Scoprilo ora