Ormai era di consuetudine da parte di Ryuuji andare a trovare Hiroto; erano diventati quasi amici. Perché quasi? Bé, è semplice, avevano un rapporto alquanto strano, direi.
C'erano momenti, anche se rari, nei quali qualcosa andava storto, molto storto; tanto da litigare e non parlarsi per settimane. Di solito questo accadeva quando Hiroto iniziava a fare domande riguardo alla famiglia di Ryuuji; e quest'ultimo andava nel panico; o quando il verde nominava Yagami Reina e il rosso lo aggrediva. Tuttavia pian piano avevano iniziato a comprendere di quali argomenti parlare e di quali no, o per meglio dire, Midorikawa aveva imparato, Hiroto, testa calda quale era continuava a tirar fuori la sua famiglia.
" Midooo "
Ryuuji si girò, seccato dal continuo urlare del compagno
" Che vuoi? "
Hiroto lo guardò stranito " Sei ancora arrabbiato? "
Il verde continuò la sua camminata per i corridoi dell'ala sud, ignorando palesemente le parole dell'amico. Quell'idiota l'aveva fatto di nuovo; nonostante tutte le volte che gli aveva detto di smettere l'aveva fatto. Continuava a chiedergli della sua famiglia, continuava a parlargli della sua, ignorando quanto Midorikawa ci stesse male.
Hiroto sapeva di essere stupido, ormai l'aveva accettato, era un tale scemo; ma era più forte di lui, voleva sapere di Ryuuji quante più cose poteva.
" Midorikawa Ryuuji " Il verde si fermò; non lo aveva mai chiamato col suo nome intero " Ti ordino di fermarti " Non aveva mai fatto neanche quello; dargli un ordine contro il suo volere; di solito si preoccupava sempre della sua opinione.
L'interpellato si fermò di scatto, voltandosi lentamente verso il principe.
Lo sguardo di Hiroto trasudava di scuse e di vergogna verso se stesso; ma nella mente di un bambino di dieci anni non appariva nessun'altra cosa da fare.
Si avvicinò lentamente a Ryuuji; erano l'uno di fronte all'altro.
Il principe lo abbracciò stretto, disperato mormorando " scusa " contro la pelle del verde.
Inizialmente Midorikawa era sul punto di cacciarlo, ma poi senti il tessuto del suo abito umido e comprese che il ragazzo era veramente dispiaciuto. Sempre lentamente contraccambiò il contatto.
Entrambi non volevano staccarsi, non c'era bisogno di altre parole, si erano già perdonati a vicenda.
" Hiroto, tranquillo, se vuoi possiamo parlarne dopo, okay? " Il rosso annuì contro la sua spalla, ma non accennò a staccarsi.
Ryuuji iniziava a sentirsi un po' a disagio, non che quel contatto non gli piacesse, intendiamoci, ma più che altro perché non era abituato al fatto che i loro corpi fossero così vicini, era strano.
" Mido, mi accompagni in camera? "
Si staccarono lentamente e si diressero verso la stanza del principe.
Varcata la soglia si sedettero entrambi sul letto.
" Ryuuji, puoi parlarmene? "
Il verde sospirò ed annuì, lentamente" Allora, cosa vuoi sentire in particolare? "
" Tutto quello che tu hai da dirmi, per esempio, se ti mancano, o com'erano? "" Mio padre era un tipo alquanto strano, ossessionato dalla gloria e dal voler ottenere tutto. Per lui dovevo raggiungere la perfezione, dovevo essere il soldato perfetto. Ed ora guardami, abbandonato da tutto e tutti, senza dote o altre cose a dover pregare di non finire reclamato da nessun nobile. " fece una pausa, come a voler soppesare la reazione di Hiroto, ma lui non rispondeva, o meglio, aveva sempre la stessa espressione curiosa di prima.
Midorikawa girò il volto verso il muro e continuò " Mia madre era del tutto sottomessa, non aveva libertà di parola, e non si azzardava neanche ad ottenerla. Dipendeva esclusivamente da mio padre. Era una donna bella, molto bella, e anche priva di iniziativa. Insomma, l'esemplare perfetto. Credo che l'unica decisione che abbia mai preso sia di lasciarmi vivere al posto suo "
Si fermò, per un periodo alquanto lungo, e Hiroto capì che non aveva intenzione di continuare. Ryuuji si alzò dal letto e si diresse verso la porta, voleva uscire e stare un po' da solo.
Hiroto non voleva lasciarlo andare, ma si costrinse a farlo, aveva accelerato i tempi e lo aveva costretto a parlare, si ripudiava da solo.
Midorikawa sperava in cuor suo di essere fermato, e non poté trattenere una lacrima quando si ritrovò fuori da quella stanza.
Si diresse in camera sua, affacciandosi alla finestra, sedendosi sul balcone ad osservare la luna.
Gli mancavano i suoi genitori, moltissimo, nonostante fossero delle pessime persone, erano comunque la sua famiglia, e comunque li amava.
Quand'era piccolo suo padre gli disse di non piegarsi mai, di non arrendersi e ormai quello era diventato il suo mantra. Non se li ricordava molto bene, ma le poche persone del palazzo che conosceva gli avevano parlato di loro, e lentamente era riuscito a raffigurarli nella sua testa, e si appigliava a quelle figure ogni volta.
Alzò il volto verso il cielo, e gli sembrava quasi che gli sorridesse, che loro gli sorridessero, le lacrime uscirono dai suoi occhi scuri, ma Ryuuji non provò a trattenerle consapevole che ne aveva bisogno, non poteva tenersi tutto dentro.
Il tempo passa e pian piano i due ragazzi iniziano a cresce, da ogni punto di vista, arrivano i primi amori e le prime delusioni, le prime pressioni dal trono e i primi pianti.
Ma, entrambi continuavano a stare assieme, continuavano a volersi bene e continuavano a non lasciarsi.
Ryuuji era riuscito ad aprirsi completamente e Hiroto era riuscito a mettere da parte l'orgoglio, e lasciare all'altro il suo spazio.
Tuttavia ben presto tutto fu rovinato, da un piccolo ed insignificante gesto compiuto da Ryuuji.
Forse si era lasciato andare un po' troppo.
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Castel of love || Hiromido AU
FanfictionAU Hiroto Kiyama è il principe del regno centrale; la sua famiglia detiene il potere assoluto verso i suoi sudditi e sopratutto verso gli altri regni, mi spiego meglio: ci sono cinque regni, quattro dei quali circondano il regno Centrale; i popoli...