Capitolo2

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Capitolo 2

Quando apro gli occhi la luce mi acceca, le tapparelle della camera d'ospedale sono alzate e un medico mi fissa dall'alto, sorridendo,

Med:"Buongirno Miss Martini"

Jen:"Buongiorno.. Posso sapere che conseguenze avrò?" dico ansiosa, stropicciandomi gli occhi.

Med:"A si è svegliata bella arzilla è" dice sorridendo e sedendosi sul mio letto. "Signorina, la faccenda è complicata, L'auto l'ha presa in piena, mentre camminava, le costole, il ginocchio, i punti sul sopracciglio e sul labbro, i lividi sono niente, il problema è il bacino"

Jen:"Oddio resterò paralizzata??" chiedo allarmatissima.

Med:"No no questo no signorina non si preoccupi, il fatto è che spostandosi i suoi organi hanno subito un violento scossone, hanno fatto una specie di tira e molla quindi.. Potrebbe non avere... non avere figli, signorina.." dice quasi sussurrando.

Jen:"A.. Ok.." dico restando interdetta. Io, io che amo i bimbi, io che nel mio passato con i bimbi ho avuto tanti problemi.. Adesso potrei non averne più.. E mi sento il cuore che si spezza.

Med:"Però non è certo" dice cercando di sorridermi."Non deve prenderla cosi"

Jen:"Io.. Sto bene" dico cercando di trattenermi, non voglio scoppiare in lacrime davanti a lui ne nessun'altro, io tengo per me i miei dolori.

Med:"Signorina,io devo dirle anche che uno due ragazzi che l'hanno investita è qui.. Vorrebbe parlarle" dice fissando la porta.

Jen:"Non esiste" dico alzando la voce. "Non voglio vederli, non voglio parlarci, non voglio neanche respirare la loro stessa aria."

Med:"Signorina ma è stato un semplice incidente, purtroppo lei attraversava di corsa e loro erano troppo veloci.."

Jen:"Ho detto no!" gli urlo fissandolo e interrompendolo. Ma subito mi porto la mano alla pancia, una fitta tremenda appena sotto il seno.

Med:"Signorina non si agiti, per favore, veramente, non deve potrebbe farle ancora più male.. Se non vuole non vuole.. Ci mancherebbe non la costringeremo" dice andando verso la porta.

Jen:"La ringrazio." dico cercando di calmare i mie bollenti spiriti, in fin dei colpi, non è stato lui ad investirmi.

La testa sembra esser passata un pò, ma il dolore al ginocchio, al labbro o al petto no, ma voglio fumare, ho bisogno di fumare, cosi pian piano, anzi pianissimo, riesco a sedermi sulla sedia a rotelle, anche se con le lacrime a gli occhi per il dolore. Lentamente mi avvio alla porta, ci faccio a botte un pò ma poi riesco a passare. 

Ermes:"Jen.. Jennn!" dice vendomi incontro. "Come sei salita sulla sedia a rotelle??!" dice arrabbiato.

Jen:"Con le gambe, o almeno, con la gamba buona che quel figlio di puttana mi ha lasciato!"

Ermes:"Non puoi ok? non puoi farlo sola assolutamente rischi di inclinare anche le altre costole!"

Jen:"Scusa.. Ma ho bisogno di fumare"

Ermes:"Non dovresti ma ok, vieni con me, ti accompagno giù" dice mettendodi dietro e spingendo la sedia a rotelle. 

Saliamoin ascensore insieme ad un ragazzo e poi arriviamo al portone, li finalmente posso accendere una benedetta sigaretta e anche Ermes se ne accende una.

Ermes:"Allora tu qui non hai proprio nessuno che adesso possa aiutarti?"

Jen:"No nessuno, te l ho detto io sono figlia unica e i miei non vivono in Italia, anzi separati e uno ad levante e uno a ponente."

Ermes:"Sarà un problema Jen.. Davvero, non puoi assolutamente restare sola in casa, per nessun motivo ti servirà che ti metterà e toglierà sulla sedia a rotelle, ti servirà chi farà le cose in casa,chi ti aiuterà a lavarti.. Da sola non potrai far letteralmente nulla"

Jen:"Lo so ma dovrò sbrigarmi a guarire perchè nessuno posso chiamare"

Ermes:"Cavolo io non so neanche chi potrei mandare, le infermiere non si muoverebbero e comunque è piena estate è il 18 luglio!" 

Jen:"Lo so.. Ma non preoccuparti, da sola pian piano farò tutto"

Ermes:"Poi ci penseremo.."

Jen:"Cazzo da una parte" dico esternando un mio pensiero "Vorrei sapere chi cavolo mi ha ridotta cosi, vorrei ucciderlo, dall'altro no.. Ho paura che potrei ucciderlo davvero con le mie mani."

Ermes:"Lo so Jen.." dice a voce molto alta. "Ma non è stato fatto a posta capisci? è stato un'incidente."

Jen:"Si per carità ma io quando guido ho 300 occhi sopratutto a quell'ora, ci sono i bambini che girano e se ce ne fosse stato uno al posto mio? l'avrebbero ucciso quei due mentegatti!!!"

Ermes:"Vero, ma non è accaduto, sei viva su.."

Jen:"Si ma viva come? Tu lo sai Ermes.." dico a voce più bassa, il ragazzo che era con noi in ascendore si è avvicinato e si fuma una sigaretta. Un barbone probabilmente, jeans strappati, felpona con il cappuccio tirato su nonostante il caldo asfissiante e occhiali da sole.

Ermes:"Lo so ma vedrai andrà bene.."

Jen:"Speriamo" dico toccandomi la testa.

Ermes:"Hai male?"

Jen:"Sinceramente non capisco dove comincia e dove finisce il dolore. Sono tutta un blocco"

Ermes:"Dai passerà con gli antidolorifici!" dice sorridendo. "Almeno sei in stanza da sola"

Jen:"Già.. Io odio al solitudine, nessuno con cui parlare, avessi avuto almeno un mega peluche, mi sarei sentita meno abbandonata"

Ermes:"Su su ha i 25 anni non ti serve" dice sorridendo. "Ti riporto su!" 

Forse la stanchezza, forse il dolore fatto ta che mi addormento prima di uscire dall'ascensore, cosi Ermes e qualche altroinfermiere mi infilano a letto senza vegliarmi. Dopo un bel pò di ore, quando mi sveglio, su una sedia di fronte a me c'è un mega pupazzo, un peluche a forma di cane, stupendo. A fatica avvicino la sedia, attaccato all'orecchio c'è un biglietto.

"Perdonaci, davvero non volevamo farti del male Jen.. Non sappiamo neanche come sia successo, eravamo in ritardo a lavoro e non ti abbiamo vista spuntare sulle strisce ma alle spese e tutto il resto penseremo ovviamente noi, questo è un pensierino per farti sentire meno sola.. Quando vorrai verremo a trovarti, per ora non forziamo la tua scelta, ma per qualsiasi cosa, Ermes ci avvertirà. Un bacio. F & A."

FEDEZ- Dai Cazzo Federico!Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora