Giorno 7

42 2 0
                                    

Eccoci arrivati alla fine di questo lungo ed intenso viaggio, sono le 10 del mattino, abbiamo l'aereo alle 16 di pomeriggio.

Prepariamo le ultime cose in valigia, ci laviamo, ci vestiamo e contattiamo il ragazzo della casa per ridargli le chiavi.

Usciamo da quella casa, con le finestre che si alzavano, al'interno rivestita di mattoni e di legno, con delle grandi finestre che portavano alla terrazza.

Quella palazzina marrone, con i mattoncini, affianco al ponte di Brooklyn, con vista Manatthan. Andiamo a mangiare qualcosa e poi andiamo direttamente in aeroporto, arrivati in aeroporto aspettiamo che ci chiamino per salire sul'aereo.

Passate due ore saliamo sul'aereo, dopo circa mezzora partiamo e salutiamo New York.

Durante il volo ad un certo punto sento una voce nella mia testa che dice "svegliati amore, ti prego svegliati!" lì per lì pensavo che fosse il film di quello dietro.

Dopo qualche minuto sento la stessa frase, la stessa voce, e pensai "sono pazzo."

Dopo qualche minuto di nuovo, però questa volta più forte, ad un certo punto, dal nulla, mi ritrovai in una stanza di ospedale, con Alessia in lacrime che mi dice "c'è l'hai fatta a tornare a casa dopo una settimana." Ero uscito dal coma, dopo un incidente in auto che mi era quasi costata la vita, fortunatamente non ho ferite permanenti, ritornerò come prima, e andrò a New York con Alessia.

UNA SETTIMANA PAZZA A NEW YORKDove le storie prendono vita. Scoprilo ora