Capitolo 4

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Bip! Bip! Bip!
Un pacco di farina bianco e blu, del latte a lunga conservazione, uova a pasta gialla, una stecca di cioccolato fondente al 75%, tre pacchi di biscotti e due di caramelle.
"Sicuramente dovrà fare un dolce per i nipotini" pensò distratta, mentre passava un altro articolo sotto il lettore.
La signora Carloni la stava fissando con due affilati occhi azzurri glaciali e come ogni sacrosanto giorno esaminava il prezzo di ogni singolo articolo nel piccolo schermo dietro la cassa, pronta a far notare l'errore qualora il prezzo del prodotto passasse più alto rispetto a quello esposto nella stanzia, così da evitare di pagare anche un solo centesimo in più del dovuto.
"Che memoria di ferro per avere 80 anni, io si e no che mi ricordo quando é il mio compleanno" sorrise tra se e se.
"Emm" la gracchiante voce della donna la riportò alla realtà.
"Scusi, sono 16 euro e 78 centesimi".
E così, come sempre, l'anziana aprì la borsa, cercando il portafogli e puntualmente si mise a contare le monete, partendo naturalmente dagli spicciolini.
"Così, per lavarseli di torno" diceva lei.
Che poi Elena si era ormai convinta che molto probabilmente la signora ricavava semplicemente piacere dal farla aspettare poiché era pressoché impossibile accumulare una simile quantità di monetine da uno e due centesimi in una sola giornata, considerando poi che ogni mattina la suddetta si presentava al supermercato e pagava la spesa con un'enorme manciata di queste accuratamente contate al momento una dopo l'altra.
"Arrivederci e buona giornata!"
Niente. Nessuna risposta, la signora si era gia avviata all'uscita col suo carrellino fucsia a pois rossi senza nemmeno un cenno.
Bip! Bip! Bip!
Un pacco di patatine giallo fluorescente, una lattina di Coca-Cola, tre goleador alla frutta e un orsetto di peluche con un cuore e dei cioccolatini.
"Il piccolo Cristian, ha la fidanzatina eh?" Sogghignò la sua vocina interiore.
Così alzò curiosa lo sguardo, trovando la faccia imbarazzata di un ragazzino acneico ormai adolescente ma che lei non poteva far a meno di vedere ancora piccolo e paffuto.
Valutò se metterlo ulteriormente in imbarazzo chiedendogli di più sull'ipotetico fidanzamento oppure lasciarlo andare rimanendo con la curiosità.
Optò per la seconda, nonché per la più ragionevole delle opzioni, ben consapevole che in un paesino come Morcia, non sarebbe tardata ad arrivarle alle orecchie una simile notizia; era raro che accadesse qualcosa di minimamente interessante e così persino notizie irrilevanti come quella facevano gossip. Erano all'incirca 700 abitanti e si conoscevano quasi tutti, ognuno era il nipote, il figlio, il nipote del figlio di qualcuno, e comunque, in qualsiasi caso, qualcosa su di te sapevano, di quello potevi esserne certo.
Erano solamente le cinque del pomeriggio e il negozio era semideserto. Elena ne approfittò così per tirare fuori la nuova copia di Shadowhunters che le era da poco arrivata a casa grazie ad Amazon.
Aprì dove c'era il segnalibro, inspirando e godendosi quell'odore di inchiostro tipico di un libro nuovo. Era ad un punto cruciale della storia e smaniava dalla curiosità di sapere se l'autrice era stata davvero tanto audace da far morire il protagonista maschile o se, come immaginava, avesse trovato un escamotage per farlo tornare in vita. Come consueto si guardò attorno per assicurarsi che il negozio fosse effettivamente vuoto, si mise i grandi occhiali da lettura con la montatura in metallo che le aveva regalato la madre, si legò i capelli e appoggiò comodamente i piedi sulla cassa.
"Ahh finalmente!"
Da quando era diventato per lei pressoché impossibile sfuggire alla routine, il suo amore per la lettura era cresciuto esponenzialmente; già accanita lettrice da bambina, ora divorava libri senza nemmeno accorgersene, spaziando dai grandi classici che sapeva ormai a memoria come cime tempestose o orgiglio e pregiudizio, al fantasy che aveva da poco rivalutato.
Non erano più solamente libri , ma rifugi in cui scappare, un mare in cui immergersi fin sopra la testa continuando però a respirare. Viveva ogni storia come se fosse reale, come se ne facesse lei stessa parte. Ogni personaggio prendeva nitidamente vita nella sua immaginazione e ogni posto le diventava pian piano sempre più familiare come se vi ci fosse stata di persona; così quando un libro terminava per qualche giorno le rimaneva un vuoto, quasi le avessero portato via un minuscolo ma pur sempre essenziale pezzo di se.

Sono sempre io. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora