Chapter one - Strong

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C'È IL VIDEO CHE HO EDITATO, SAREBBE IL TRAILER LIBRO DI MONDI OPPOSTI!

Questa storia non concide con i fatti reali dei personaggi, questa è una storia completamente inventata e di mia fantasia, questo è il primo volume di Mondi Opposti, ringrazio coloro che apprezzano la mia scrittura.

Buona lettura a tutti quanti,  sedetevi comodi e rilassati, e godetevi ogni minima lettera profonda di questo romanzo.

Un abbraccio dalla scrittrice

"Mamma, le altre bambine non vogliono giocare con me" dissi stringendo forte il mio peluche "Sono stupide tesoro, vieni qui andiamo a giocare noi due" disse prendendomi in braccio "mamma posami giù, sono grande ormai" dissi accarezzandogli l'orecchio

"Per la mamma sei ancora la sua cucciola" disse portandomi un bacio sulle guance

"Mamma, ma papà verrà? Starà lavorando troppo e così poi sarà stanco per poter giocare con me" dissi arrabbiandomi "Tesoro papà arriverà, e poi per giocare hai me!" Dice facendomi il solletico, improvvisamente tutta la rabbia e la tristezza che avevo sparì in un nano secondo.

Ci sdraiamo nel prato e lei mi indicò il cielo "Mamma ti ama tanto cosi" sorrise "perché?" Dissi non capendo "Perché il cielo è infinito"mi lasciò con una risposta che all'ora io non capìvo.

Ma che adesso pagherei per risentirlo un'altra volta

"Jack devi vedere tua figlia, chiede sempre di te e io gli dico che sei sempre a lavoro, la bambina ci sta male"disse mia madre nel cuore della notte, mentre io ero scesa a cercarla "Non mi frega niente, io sto male non posso badare ad una mocciosetta, la chiamerò quando avrò tempo" disse Jack arrabbiandosi "Porca puttana!Sei proprio una persona di merda, ti rendi conto che Nohemy ne soffrirà tutta la vita?" Disse riagganciando, quella povera donna di soli 28 anni, si accasciò a terra, in prenda alla disperazione.
D'altronde, a quell'uomo non gli importavamo.

Da lì smisi di cercare papà, e poi crebbi troppo in fretta.

____________INIZIO____________

Oggi ho diciannove anni e sono al funerale di mia madre, una cosa straziante
Casa mia era ricoperta da estranei che piangevano, ma in tutto questo tempo io e lei eravamo sole, sole ma felici insieme.

"Come stai?" Disse una signora di mezz'età con un fazzoletto tra le mani "Sto bene" sorrisi a malapena "Ti chiedi chi io fossi, e perché non sono stata mai presente, Sono Rose" disse  accasciandosi sulla sedia "Tua madre era una bambina, ed io ero sempre con lei, a causa del lavoro dei tuoi nonni lei si intrufolava a casa mia, quando era incinta e i suoi la buttarono fuori lei era con me.

Non gli ho mai fatto mancare niente, malgrado io ero solo una signora di 39 anni e avevo appena perso mio figlio.

Ahimè, quella ragazza era uno spirito libero e dopo di chè ve ne andaste lontano io ne soffrì molto, tua madre scappò con Jack, tuo padre.

Ma da allora le cose cambiarono e non la vidi più, non avevo nemmeno più il suo numero di cellulare" rise la donna asciugandosi una lacrima "Non mi ha mai raccontato di te"gli sorrisi sedendomi vicino a lei "Ci sono tante cose da raccontare figliola, tua madre ti ha amata sin da quando eri ancora un pezzo di sangue" disse toccando il mio ventre "Se ti và, vieni a stare con me, qui non ti farà bene" disse la signora prendendo ĺa mia mano "Lo promisi a tua madre che qualora fosse successo qualcosa, io ci sarei stata." Continuò.

"Qui ci sono tutte le nostre cose e tutti i vecchi ricordi, la ringrazio." Dissi sorridendole

"Sò che probabilmente i ricordi sono l'unica cosa che ti rimane, ma osa di più, così rischi di intrappolarti in questi ricordi che pian piano diventeranno un abisso vattene giovane ragazza, vivi."disse offrendomi la sua mano.

Alla fine accettai.

Presi delle cose a cui ero affezionata e tutti i miei vestiti, "Mi dispiace signorina young per il vostro lutto, metta una firma per disdire il contratto e poi sarà libera di andare." Disse il padrone della mia vecchia casa.

Firmai e salì in macchina, con me avevo soltanto dei pochi bagagli, e un indirizzo. Per il Texas.

"Oh tesoro, sono felice che tu ci abbia ripensato" disse Rose abbracciandomi.

"Grazie a te dell'ospitalità." Gli sorrisi.

"Vedi quel grande palazzo là?" Disse la vecchia signora indicando un palazzo azzurro "Lì ci stanno i tuoi nonni, tu amavi parecchio tuo nonno e ti veniva sempre a trovare" disse sorridendomi "Lì viveva tua madre" continuò.

"E stanno ancora lì?" Mi affacciai "No, adesso la casa è chiusa da un pò" mi sorrise.

il mattino dopo andai per tutto il texas a lasciare i miei curriculum, tutti un "La richiameremo" o un "Aspetta e vedrà" oppure "Non sei idionea"

Poi vidi un cartellone con un cercasi pensonali urgentemente "Bingo!"dissi tra me e me sussultando di gioia.

"Salve, sò che cercate dei personali" dissi al ragazzo "Si, ok, sai fare la cameriera?" Disse affrettato "Si, ecco questo è il mio corricul.." non mi diede neanche il tempo di finire la frase che mi porse gli indumenti da indossare.

"Sei l'unica nostra speranza!" Disse "Ah io sono Trevor" mi porge la mano.

Entrò un ragazzo ben vestito, con l'aria da arrogante, e con uno sguardo parecchio pauroso, aveva gli zigomi scavati e delle fossette al loro interno "Ti sto chiedendo un caffè da mezz'ora" disse scavando nel mio subconscio.

"Scusi, che desidera?" Dissi riprendendomi "Desidero tante cose ma per il momento preferisco una tazza di caffè" disse sorridendomi.

"Oh, okay" dissi incamminandomi e preparagli il caffè.

"Non ti ho mai visto da queste parti" disse il ragazzo cercando delle mie attenzioni "Non puoi sempre conoscere tutti" risi porgendogli in caffè "Conosco più o meno tutti" disse sorseggiando il suo caffè "Ma tu non hai vissuto qua, e hai l'aria da ragazzina" disse guardandomi "Tu hai l'aria da stronzo, ma è solo apparenza" dissi ridendomela di gusto "Il cliente ha sempre ragione su tutto" rise anche lui "Herman, amico!" Arrivò un'altro ragazzo con una ragazza dalla chioma rossa che abbracciò Herman, il suo sguardo verso di me cambiò, non mi guardava neppure più se non raramente.

Che strano quel ragazzo.

"Vuoi altro?" Dissi sbuffando "Tu chi saresti?" disse il suo amico avvicinandosi "Lei è Nessuno, non la conosco neppure" disse alzandosi "Come? Herman mi mandi dei fiori ogni giorni con messaggini smielati, e abbracci il mio cuscino per non sentire la mia mancanza" dissi facendo il labbruccio

"Tavolo 23, patatine e coca" disse Trevor porgendomi i vassoi

"Ciao ciao" li salutai e portai quello che mi avevano ordinato.

Il locale era strapieno, e finì solo a mezza notte.

"Sei stata d'aiuto d'altronde te la cavi benissimo, oggi sei stata il nostro angelo custode" disse ringraziandomi "Vuoi un passaggio?" Mi chiese sorridendo "No, però una cosa da chiedertela ce l'ho" dissi avvicinandomi al finestrino "Una sigaretta" gli sorrisi.

Dopo che Trevor andò via, mi accensi una sigaretta "Non dovresti fumare, ti fà male" disse aspirando la sua Marlboro rossa "Tu non dormi mai?" Dissi affrettando il passo "Perché l'hai fatto?" Disse bloccandomi al muro "Sei uno stronzo, non dovresti comportarti così con le donne" dissi guardandolo in faccia "Come mi sarei comportato?" Disse inarcando un sopracciglio "Prima mi parli e poi fai finta di non conoscermi "Dissi liberandomi dalla sua presa.

"Perché cosa siamo noi?" Rise amaramente "appunto, sconosciuti, allora perché stai qua?" Dissi

Lui si avvicinò a me e mi bloccò di nuovo "Possiamo essere qualcosa di più" disse sorridendo

Quello sguardo mi faceva ancora più paura.

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