Capitolo 8

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Sono confusa e triste, ma mio padre mette fine ai miei dubbi e mi abbraccia come solo lui sa fare, mi abbraccia come non venivo abbracciata da quattro anni ormai.

Quell'abbraccio è per me una sconfitta, perchè dimostra che senza di lui non so stare, che sono debole e infatti è proprio così, in tutti questi anni non c'è stato giorno in cui non ho pensato a lui.
Siamo ancora abbracciati, quando lui dice:"Agnese, lo so che in questi anni non sono stato presente, ed in parte è colpa mia... ma ti chiedo di darmi il tempo per farti capire che a te ci tengo e che non permetterei mai che ti capitasse qualcosa di male. Per iniziare, vuoi venire a vivere da me?" Lo guardo, non riesco a credere alle mie orecchie, mi sta chiedendo di andare a vivere con lui? Rispondo:"Certo che accetto. E sì, ti darò una seconda possibilità, ma solo una." Lui:"Ti prometto che non la sprecherò, ma perchè tua madre ti ha cacciato di casa?" Sono molto imbarazzata dalla domanda, le opzioni sono due, o dire la verità e iniziare un rapporto di fiducia oppure mentire, decido la prima opzione ma le parole mi escono dalla bocca da sole dico:" Emh... Possiamo parlarne dopo? Mi sento un po' a disagio."
Lui risponde:"Okay, ma dopo ne riparliamo. Intanto vuoi venire a vedere con me l'allenamento?" Gli sorrido felice poi esclamo:"Certo che sì!!!" Voglio ringraziare Paulo per quello che ha fatto: mi ha fatto fare pace con mio padre.
Lo vedo girato di spalle mi avvicino l'abbraccio. Lui si gira sorpreso e dice:" Allora, com'è andata?" Io:" Tutto bene adesso rimango a vederti per l'allenamento come avevamo deciso." Lui sorride e mi stampa un bacio sulla fronte. Mio padre passa e lo guarda male, lui si mette a ridere, Dio quanto è bella la sua risata.
Quindi ti piace?
Zitta stupida vocina intetiore.
Ma se io sono te, stupida.
"Come dici?"
Ho pensato ad alta voce, di nuovo, che scema che sono:"No, niente non ti preoccupare".
Mio padre dice:"Dybala, se ci onorasse della sua presenza inizieremmo l'allenamento" Lui annuisce e mio padre aggiunge:"Agnese, vieni anche tu, ti siederai in panchina, okay?" Annuisco e mi affretto a seguire mio padre. Appena raggiungiamo il campo tutti gli occhi sono puntati su di me e quindi mio padre dice:"Okay, smettete di fissarla, lei è mia figlia, Agnese" Un ragazzo biondo, tatuato su entrambe le braccia dice in tono scherzoso:"Per quanto tempo volevi tenercela nascosta? Comunque io sono Federico." Adesso che lo guardo meglio lo riconosco, lui è Bernardeschi. Gli allungo la mano, ma lui sembra non notarla e mi abbraccia. Cerco Paulo con lo sguardo e noto che ha i pugni chiusi e guarda verso il basso, come se fosse arrabbiato, ma arrabbiato per cosa? Con me? Oppure... boh non so, con mio padre per averlo guardato male? Va beh, questo non è il momento per pensarci. Dopo Federico tutti gli altri giocatori si avvicinano e si presentano. In effetti per me sarà difficile chiamarli per nome dopo averli chiamati per anni solo per cognome durante le partite. Sorrido a tutti e poi mio padre dice ironico:"Bene, adesso vorrei iniziare l'allenamento se non vi dispiace."

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Ciaooo, vi vorrei fare una domanda: la storia vi sta piacendo?
Al prossimo aggiornamento. ❤

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⏰ Ultimo aggiornamento: Nov 20, 2019 ⏰

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10, The Perfect Number ||Paulo Dybala||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora