18. Armadio

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Questa sera c'è la festa annuale di raccolta fondi organizzata da pediatria.

I pediatri sono persone assurde. Li incontri per i corridoi dell'ospedale e sono sempre tutti sorridenti, qualcuno indossa pensino il naso rosso da clown e gli specializzandi si sono specializzati nella realizzazione di animaletti con i palloncini.

Anche i dermatologi sono strani, e pure i cardiologi. E tutti ci guardano dall'alto in basso.

Non c'è una specializzazione che questi soggetti considerino meno utile di Medicina Legale.

Da parte mia gli augurerei, a scelta:

1) Di avere un parente protagonista di un efferato omicidio
2) Di farsi male seriamente sul lavoro e avere bisogno un consulto di Medicina Legale per l'assicurazione
3) Di... di qualsiasi altra cosa che richieda l'intervento di un Medico legale, ecco.

Sono soli tre mesi che sono specializzanda e già mi sento in dovere di difendere a spada tratta la categoria.

Però non avrei proprio voglia di andare a quella festa, anche perché aprendo l'armadio non trovo niente di carino o sufficientemente adeguato a quel tipo di festa. Lo so che mia madre direbbe «Hai una valanga di abiti, possibile che non sappia cosa metterti?».

Ha ragione ma sono tutte cose da ragazzina. Ho ventisei anni e sto per andare a un party pieno di medici, magari ci scappa l'incontro della mia vita con il Principe in camice bianco e io ci vado vestita da terza liceo? No, non è proprio possibile.

Quindi acchiappo la borsa ed esco, sperando che lo stipendio di questo mese sia già arrivato a rimpinguare il mio magrissimo conto corrente.

Giro per la città per tutto il pomeriggio e, mentre rientro sconsolata verso casa senza avere trovato nulla di convincente, vedo un abito rosa shocking in una vetrina poco distante dalla mia abitazione.

Entro piena di speranza e scopro che hanno la mia taglia!

Lo provo e mi piace tantissimo, è quello che si dice un abito perfetto. E mi sta benissimo con il mio incarnato e il colore dei miei capelli.

Ho trovato l'abito per questa sera.

Mi sento bellissima, con i capelli raccolti in uno chignon alto e due boccoli che mi contornano il viso, metto solo un po' di mascara e un filo di lucidalabbra e sono pronta. Non ho nemmeno bisogno del fondotinta, i sopralluoghi all'aria aperta mi hanno colorito leggermente la carnagione, e sembro il ritratto della salute.

Entro nell'aula magna trasformata in sala da ballo cercando con gli occhi i miei amici.

Lara è accanto al bar ma non vedo altri volti conosciuti, tranne la Wally, dalla quale questa sera preferirei stare lontana, porta sfiga.

Mentre sto girovagando per la sala bevendo champagne e cercando qualche faccia nota -sì io agli eventi normalmente girovago con un bicchiere in mano, per ostentare indifferenza- vedo ballare Ambra e CC.

"Che sfacciata, guarda come gli si dimena addosso"[1] penso, e intanto mi avvicino per salutare.

La musica termina e la strana coppia mi vede. Ambra agita la manina come farebbe la regina Elisabetta, stesso stile affettato. Mentre Conforti mi osserva dalla testa ai piedi e sorridendo mi saluta a modo suo «Carino l'abito da evidenziatore umano.»

Ma vaffanculo Dottor Conforti.

Fingo di inciampare, questa volta giuro che ho fatto finta, e gli atterro tra le braccia versandogli lo champagne sulla giacca... e sulla patta dei pantaloni.

Ops!

Spazio Autrice

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Spazio Autrice

In TV arrivava Arthur  a salvarla da quei due ma ho preferito farle gestire la situazione da sola.

Direi brillantemente no?

[1] questo evento è antecedente al prompt 10, ma queste storie non sono tutte in ordine cronologico

Io ho un topo contaparole e voi?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora