Capitolo 5

201 7 2
                                        

Per Benny, tutto questo non ci sarebbe senza di lei. Grazie, di tutto.


Una lunga serie di baci lo svegliarono dal sonno profondo in cui era caduto, e non seppe dire se quel risveglio lo infastidì perché voleva dormire un po' di più, oppure se gli piacque così tanto da volerlo fare diventare un'abitudine.
«Mffph» bofonchiò con voce impastata, ancora mezzo addormentato. «Cosa vuoi da me?»
«Voglio che ti alzi, e fai colazione con me» gli lasciò un bacio al centro della schiena, e si sedette a gambe incrociate sul letto. «Dobbiamo stare sul set verso le 11:00, e sono le 9, abbiamo tempo di fare colazione e la doccia» continuò a parlare Noel, ma poco dopo si accorse che lo stava facendo da solo sentendo un lieve russare proveniente dal moro steso placidamente a pancia in giù sul letto. Sentì bussare alla porta e scese dal letto, andando ad aprire con un sorriso smagliante, non pensando alle conseguenze di quella piccola, innocente, azione.
«Signor Benson, la sua—» si interruppe, riconoscendo Noel al posto di Camden. «Oh, signor Campbell, ho sbagliato stanza?» domandò il giovane che manteneva il carrello della colazione.
«No, è la stanza giusta» fece un occhiolino, e dopo aver preso il carrello, gli chiuse la porta in faccia e tornò dall'altro, che ancora dormiva beatamente. Sbuffò, infastidito dalle inesistenti attenzioni ricevute, e cominciò a scuoterlo per farlo svegliare, una volta per tutte. Alla fine, riuscì nella sua impresa, cosa che innervosì molto l'attore, il quale non perse tempo nel farglielo sapere.
«Che modi bruschi, cazzo» borbottò girandosi di pancia in su e guardando il giovane che dava un morso ad un croissant, con una tazza fumante di the in mano.
«Ho cercato di svegliarti dolcemente, ma non c'è stato verso. Alla fine, ho dovuto usare le maniere forti» sorrise birichino. Squittì e per poco non fece cadere tutta la bevanda bollente sul proprio corpo, quando l'altro lo tirò per una gamba, facendolo finire sotto di sé.
«Dimmi una cosa importante: dove hai preso questa colazione?» domandò prendendo la tazza e posandola sul carrello, occupandosi poi di lasciare baci languidi sul collo niveo dell'altro.
Noel sospirò. «Ci hanno portato il servizio in camera, e così—» si bloccò quando all'improvviso Camden si alzò dal suo corpo, e lo guardò con un cipiglio non proprio raccomandabile. «Che c'è?» domandò poggiandosi sui gomiti, e guardandolo dal basso.
«Hai aperto tu? Dalla mia camera?»
Noel ci accigliò per quelle domande così strane. «Ho chiamato a nome tuo, ma solo perché era la tua camera... se vuoi ti do i soldi visto che la consumeremo insieme» propose, credendo che fosse quello il problema.
Camden sbuffò. «Cosa vuoi che me ne faccia con i soldi? Come hai potuto aprire tu la porta della mia stanza?» disse, passandosi una mano tra i capelli.
«Cam... non capisco, cosa— qual è il problema?»
«Davvero non lo capisci? Hai aperto tu, alla mia porta!» sbuffò incrociando le braccia al petto. «Mezzo nudo» aggiunse facendo sgranare gli occhi al più piccolo. 
«Cam— non ci avevo pensato, non avrei aperto in caso contrario» rispose cominciando a sentirsi in colpa, perché non aveva pensato a cosa sarebbe potuto succedere.
«Tu stavi dormendo... quindi—»
«Quindi adesso è colpa mia» esclamò incredulo.
«No!» esclamò. Non aveva immaginato che sarebbe finita così, aveva in mente di fare colazione con lui e magari fare una doccia insieme prima di separarsi per l'intera giornata.
«Cam, non è successo niente. Il ragazzo non dirà nulla, sono molto riservati, e anche se dovesse parlare diremmo che stavamo riprovando alcune scene e che ci siamo addormentati» spiegò con logica, tranquillizzando un po' il più grande. Quando lo vide un po' più rilassato, si alzò dal letto e lo raggiunse trovandosi davanti a lui.
«E come spieghiamo il fatto che sei mezzo nudo?» chiese non del tutto convinto di quella situazione. Aveva un brutto presentimento, come se quella situazione avrebbe portato a qualcosa di terribile, e lui non lo voleva permettere, non ora che finalmente si stava lasciando andare.
«Ne ho approfittato per fare una doccia. Cam, abbiamo un alibi perfetto» disse facendogli delle carezze sulle braccia nude, non più incrociate ma rilassate ai lati del suo corpo.
«Non voglio che si sappia di noi— cioè, di questa cosa tra me e te, per ora» sospirò portando le mani ai suoi fianchi. Noel lo capì, al momento nemmeno lui voleva che tutto il mondo sapesse di loro, gli piaceva che Camden fosse solo lui, temporaneamente, e che alla fine avesse ceduto ai sentimenti che provava.
«Va bene» gli lasciò un bacio sulla guancia, poi lo tirò verso il carrello.
«Facciamo colazione, altrimenti facciamo tardi» Camden non obiettò e in poco tempo consumarono tutto ciò che avevano a loro disposizione.
Alle undici in punto si trovarono sul set, arrivarono separati, per scelta di entrambi, in modo da non creare scompiglio e far credere ancora che in realtà non sono in buoni rapporti. Riuscirono a girare varie scene, e per qualche ora non poterono incrociarsi poiché entrambi giravano scene differenti. Verso l'ora di pranzo, ci fu qualcosa che gli fece scattare un campanello di allarme. Harry, il regista, gli chiese di mangiare insieme a lui, cosa che da quando aveva iniziato, non gli aveva mai chiesto; soprattutto perché il regista preferiva stare sempre per fatti propri, circondato solo dai suoi assistenti. Si trovarono uno di fronte all'altro, seduti sulle sedie del regista, a mangiare un misero panino.
«Allora, come ti stai trovando?» iniziò partendo da lontano, come per sondare il terreno.
Camden sembrò pensarci bene, prima di rispondere. «Bene. Il mio personaggio mi piace molto, e anche la trama del film è ben fatta» rispose un po' confuso, non capendo il perché di quel piccolo incontro.
Harry annuì, bevendo un sorso d'acqua. «E con gli attori? Ho notato qualche piccola scaramuccia tra te e Noel»
Quelle parole confusero sempre di più l'attore, in realtà poche volte avevano litigato davanti agli altri, e per quanto ci fossero momenti di tensione, avevano portato al termine il loro lavoro alla perfezione. Forse era meglio rallentare un po', e prendere le distanze che precedentemente si era imposto.
«Abbiamo risolto, lui è più giovane di me quindi io ero dovuto a dargli dei consigli, ma se la sta cavando bene» cercò di svincolarsi un po' dalla questione, portando il discorso da un'altra parte. «Quanto tempo resteremo qui?»
«Cam, tu lo sai quanto io ti stimi e sai che prima di essere il tuo capo, sono tuo amico» disse guardandolo negli occhi, serio. «Quindi te lo chiedo solo una volta: c'è qualcosa che devi dirmi, hai notato qualcosa di strano?»
Camden mantenne il contatto visivo con l'altro, per evitare che fiutasse la bugia che stava uscendo dalla sua bocca, nonostante volesse dirgli la verità e cercare il suo appoggio che, sapeva, non ci sarebbe stato; si sentiva come se fosse un criminale e stava per confessare il suo delitto, e alla fine sarebbe finito in prigione.
«No, Harry, non ho nulla da dirti» la sua parte egoista lo aveva spinto a mentire, e tenere per sé quel piccolo angolo di paradiso che si era creato insieme a Noel. Non aveva intenzione di rinunciarci proprio ora che iniziava a sentire che quello in cui si era immischiato forse non era qualcosa di malvagio, ma la paura di essere beccato e di rovinare tutto lo fece tentennare.
«Meglio così, Camden» si alzò e gli diede una pacca sulla spalla. «Non perdonerei nessuno se dovessi perdere l'opportunità di finire questo film, e farne un capolavoro» disse, gelandolo sul posto, e lasciandolo solo con i suoi dubbi che lo tormentarono fino alla sera. Appena finite le riprese, tornò nella sua stanza, senza aspettare gli altri che si erano organizzati per cenare insieme; aveva bisogno di pensare, ed era meglio farlo da solo, senza nessuno intorno a disturbarlo. Si diresse spedito verso il bagno, e aprì l'acqua per riempire un po' la vasca, guardando le bolle iniziare a crearsi grazie alla combinazione con il bagnoschiuma aggiunto. Sentì un lieve bussare proveniente dalla sala principale, e sospirò sapendo già di chi si trattava, dovette chiudere l'acqua poiché la persona non ne voleva sapere di smetterla.
Aprì la porta con superbia, trovando Noel con il pugno alzato, forse intenzionato a bussare ancora.
«Hai finito? Finirai per svegliare tutto il piano» borbottò guardandolo.
Noel corrugò la fronte, cattivo segno. «Beh, se mi avessi aspettato non avrei fatto tutto questo rumore» fece per entrare ma il corpo di Camden glielo impedì. «Che succede? Pensavo che avremmo passato la notte insieme, come quelle precedenti» disse iniziando a sentire una sensazione spiacevole dentro di sé. Lo sguardo dell'altro gli ricordava il Camden di poche settimane prima, quando si comportava male con lui e a stento lo sopportava.
«È meglio non abituarci all'idea di passare tutte le notti insieme, addormentarci insieme, o fare colazione. Dovremmo staccarci un po'»asserì convinto di quella decisione, ma lo sguardo dell'altro lo stava già facendo vacillare.
Noel sospirò, come se fosse esausto. «Cam, io davvero non capisco— stamattina andava tutto bene, adesso invece mi dici che dobbiamo staccarci un po', facciamo sempre come gira a te, io inizio stancarmi» sbottò puntando il dito contro il petto dell'altro. L'altro invece di rispondere, gli prese il braccio per tirarlo dentro la stanza, così che potessero parlare senza dare spettacolo nel corridoio.
«Sono stanco del tuo comportamento, un momento mi odi e quello dopo sei gentile e mi fai credere che le cose tra noi vadano bene, poi torni a respingermi senza motivo. Adesso che sembra tu abbia ceduto, e stiamo bene insieme per giorni, ecco che torni l'uomo algido di prima» si sedette sul letto.
«Hai ragione, Noel. Ma è la cosa migliore per tutti, se continuiamo a passare del tempo insieme, sarà più difficile per noi fingere davanti agli altri» rispose cercando di convincerlo, ma in realtà erano solo parole dette senza convinzione, cercando anzi di convincere se stesso.
«Io non voglio rinunciare a te, a noi, non mi importa cosa pensi tu. Siamo attori, cazzo, siamo pagati per fingere un ruolo e tu mi dici che sarà facile farlo davanti agli altri. Sono cazzate e lo sai anche tu» sbottò iniziando a sbottonarsi, cominciando a sentire caldo, grazie ai termosifoni accesi e l'agitazione che quella litigata gli stava dando.
Camden sospirò ma non rispose, allora Noel continuò il suo discorso. «Tu hai bisogno di qualcuno che sappia ciò che vuole, e io voglio te, voglio lottare per questa —cosa— che c'è tra noi, che duri un mese, un anno, due, non mi importa! Io voglio te, e se tu vuoi me il resto non conta» disse cercando di prendergli le mani e stringerle al petto, così facendo, Camden sentiva il suo cuore battere furiosamente.
«Stavo pensando di fare una doccia» disse senza senso, pensando che così facendo l'altro si sarebbe rassegnato davvero, e se ne sarebbe andato. Invece, sorprendendolo ancora una volta, l'altro non fece una piega; si alzò dal letto e iniziò a spogliarsi.
«Che fai?» chiese non potendo far a meno di ammirare il corpo tonico del giovane, che era rimasto in intimo davanti ai suoi occhi famelici.
«La doccia» rispose come se fosse ovvio. Si diresse verso il bagno, seguito con lo sguardo da Camden, il quale poi decise di seguirlo anche con il corpo. «Vieni a farmi compagnia?» indicò la vasca con la testa, infilandosi poi dentro, sospirando appena il corpo entrò in contatto con l'acqua calda.
«Va bene» disse, iniziando a spogliarsi dei vestiti. «Ma fai il bravo» lo ammonì. Lo scavalcò e si sedette poggiando la schiena al bordo freddo della vasca, così che l'altro potesse sistemarsi tra le sue gambe, e far collidere la sua schiena con il petto di Cam. Quest'ultimo portò le mani sul corpo dell'altro, accarezzandolo lentamente mentre nel bagno si sentiva solo il rumore dell'acqua che si spostava ad ogni minuscolo movimento. Noel chiuse gli occhi mentre riceveva un bacio sulla tempia, sorridendo appena per tutte quelle carezze che stava rilevando, in netto contrasto con le parole precedentemente dette dal più grande.
«Possiamo restare qui per sempre?» sussurrò Noel, per non rovinare l'armonia di quel momento.
«Magari» usò lo stesso tono, il più grande. Poggiò la guancia sui capelli dell'altro, e inspirò il profumo di buono, fermandosi subito dopo credendo che l'altro potesse prenderlo per pazzo. Noel si girò guardandolo un attimo negli occhi, per poi baciarlo, portando le braccia al collo per permettere all'altro di stringerlo forte a sé. Continuando a baciarlo, Noel si sedette sul grembo dell'altro, facendo sfiorare i loro bacini, procurando dei sospiri di piacere ad entrambi, che morirono nelle loro bocche.
«Dovremmo— dovremmo spostarci... non abbiamo i preservativi» disse cercando di riprendere la lucidità, nonostante il corpo di Noel spalmato sul suo, che ondeggiava creando una frizione tra i loro membri. Con difficoltà, Noel si allungò verso un piccolo sgabello posto lì vicino, e aprì la confezione di un condom, facendo ridere il più grande.
«Sei venuto qui armato» disse, ricevendo un bacio a stampo in cambio, così che poi l'altro potesse concentrarsi ad infilargli il preservativo, compito molto difficile visto che nella vasca era ancora presente l'acqua. Quando riuscì nell'impresa, iniziò a muoversi con ritmo costante, reggendosi ai bordi della vasca, e alle spalle di Camden, il quale fece scivolare le mani lungo la schiena, fino a fermarle sulle natiche sode. Man mano che l'amplesso si faceva sempre più passionale, il piacere aumentava per entrambi, le nocche di Noel diventarono bianche per quanto stringeva il bordo per poi portare le mani tra i capelli di Camden e tirargli, sentendo l'orgasmo sempre più vicino. Camden fu il primo a venire, nel preservativo, stringendo la pelle di Noel, gemendo rumorosamente, seguito pochi minuti dopo dal più piccolo. Si guardarono negli occhi, poi Camden prese il viso dell'altro tra le mani, e lo baciò; il piacere andava scemando, e poco dopo iniziarono a lavarsi tra bolle di sapone e risate.
Camden sospirò, sistemandosi meglio sotto il piumone, e accolse tra le braccia Noel che si era addormentato mentre chiacchieravano tranquillamente. La velocità in cui stava succedendo tutto quello, lo spaventava, e per questo si comportava come un ragazzino alla prima cotta, nonostante fosse il più grande, mentre Noel si stava dimostrando molto più maturo di lui, volendo continuare con quella pseudo-relazione. Erano passate un paio di settimane da quando erano arrivati a Londra, e avrebbero registrato poco prima di Natale, così che potessero godersi le vacanze e poi riprendere da gennaio partendo verso marzo per l'Italia e tornare poi a New York, per poi attendere la premiere del film. "Life is yours" era uno dei film più attesi nelle grandi sale, e si vociferava che aveva già alcune nomination ai premi più famosi, e una agli Oscar. I loro fans si aspettavano tanto da loro, soprattutto da Noel che era uno dei ultimi attori emergenti ma che già stavano facendo scalpore con il pubblico grazie al suo talento. Sentì la presa di Noel farsi più stretta intorno al proprio busto, e sospirò; forse era meglio dormire un po' così da poter evitare di fare congetture su qualcosa che doveva ancora succedere, ma che poteva anche non farlo. Chiuse gli occhi, e immediatamente fu accolto tra le braccia di Morfeo. Al resto, ci avrebbe pensato domani.

Secret loveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora