Esserino

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Capitolo 26

Samya's pov

Il senso di nausea mi accompagna da una settimana. Sì, è già passata una settimana da quando sono qui e continuo a rimettere ogni cosa che mi danno da mangiare. Mi riempiono di medicine, per lo più tranquillanti visto che i primi giorni urlavo e mi dimenavo come una pazza. Vogliono che diventi pazza, ma non gli darò questa soddisfazione.

La mia compagna di stanza, Yvonne, mi guarda mentre mi preparo. Lei è qui da almeno un anno e non so proprio come faccia ad essere così tranquilla, credo la droghino per bene. David aveva ragione, questo posto è un girone dell'inferno.

"Yvonne, posso farti una domanda?"

Lei mi guarda e fa un sorriso tirato "certo" risponde.

"Savannah ti spinge mai a dire qualcosa che non vuoi? Io sento quasi che non è contenta quando non dico ciò che vuole lei" ammetto. È da una settimana che igni giorno mi vedo con Savannah, non le ho ancora parlato di quella notte ma è come se mi voglia costringere a farlo, ma io non mi fido di lei e del suo segreto professionale.

"Di tanto in tanto mi da un incentivo, ma non mi ha mai costretta a parlare. È una brava psicologa, Samya. Sa fare il suo lavoro mettiamola così."

Annuisco leggermente e sentiamo la porta della nostra stanza aprirsi

"Samya cara, è il momento della seduta. Bevi questo" mi porge il solito bicchiere sicuramente pieno di tranquillanti che su di me hanno hanno strano effetto, mi fanno vomitare quasi tutto il giorno.

Lo mando giù e faccio una brutta espressione per il sapore che hanno, dopodiché mi portano da Savannah per la nostra seduta giornaliera.

"Oh prego cara" mi sorride cordiale sistemando i suoi occhiali da vista neri.

Mi siedo e lei prende le mie mani

"Come va oggi?"

"Come ieri, come una settimana fa. Voglio tornare a casa."

"Tornerai presto a casa, non temere. Ti va di raccontarmi cosa ti manca più di casa?"

Ci rifletto un secondo prima di rispondere. Non mi manca nulla di casa mia poiché è stata mamma a volermi qui e a farmi tutto questo male. Voglio riprendermi la mia libertà ma Brenda Jones non mi rivedrà mai più. Mi ha rinchiusa qui dentro convinta di sbarazzarsi dei problemi, perché per lei sono sempre stata questo e nulla di più: un problema.

"Di casa nulla" rispondo "mi manca lui" sussurro

Lei aggrotta la fronte e mi scruta

"Parlami di lui"

Alzo lo sguardo e mi sorride cordiale

"Non basterebbe un anno di sedute per parlare di David."

Noto che sobbalza quando faccio il suo nome ma si ricompone subito. David mi ha detto che ha parlato con lei di quella notte e forse è questo il motivo che la spinge ad essere così insistente con me.

"Beh, partiamo dall'inizio allora"

Annuisco e sospiro contemporaneamente.

"Ci siamo conosciuti grazie a Victoria, sua sorella. Lei è stata carina con me quando mi sentivo l'ultima arrivata e sola in quella scuola. Sai com'è il liceo, no? Una gabbia di matti. Beh David, a differenza di Vicky, sembrava comprendere i miei stati d'animo e le mie paure. Ci siamo legari da subito, ma non avevamo capito che ci fosse tra noi qualcosa di ancora più forte. Ci consideravamo solo amici, ma non era così, non è mai stato così. Noi siamo qualcosa che va oltre la carne, oltre il sangue, oltre tutto. Siamo semplicemente noi, con i nostri pregi i nostri difetti e i disastri che abbiamo combinato nella nostra vita."

Ho il mio angelo adesso [Wattys2020]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora